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Volevano incontrare il Papa e visitare Padre Pio: i sogni spezzati di Alessio e Simone

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 03/09/19
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I genitori raccontano i desideri dei due cugini del Ragusano di 11 e 12 anni, falciati da un’auto sotto casa. Il pontefice li ha convocati in Vaticano

Una coppia di bracciali. Uno verde, l’altro rosso. Ai polsi di Valentina e Lucy, mamme di Simone e Alessio D’Antonio, i cuginetti falciati a Vittoria l’11 luglio scorso, nel Ragusano, spezzano il nero del lutto. «In quello rosso è inciso il Padre Nostro, il verde serviva invece ad identificare la squadra di appartenenza al Grest».

Li accomunano nel dolore che prepotente è entrato nella loro vite. Quando una Jeep Renegade – alla guida Rosario Greco, 37 anni – li ha centrati in pieno: Alessio e Simone, 11 e 12 anni, avevano la testa china sul cellulare in mano, seduti vicini sull’uscio della casa della dirimpettaia (Avvenire, 1 settembre).

L’annuncio in chiesa

Come in un drammatico e beffardo copione che nessuno avrebbe mai osato neanche immaginare, la ferale notizia della morte di Simone era arrivata in chiesa proprio mentre erano in corso i funerali del cuginetto Alessio, nella commozione generale di una intera comunità distrutta dal dolore. Simone, che era sopravvissuto all’impatto terribile con il suv, che lo aveva travolto quella sera maledetta, era morto al policlinico di Messina, dove era ricoverato in terapia intensiva. Alessio era invece morto sul colpo, a causa di una emorragia massiva dovuta al distacco della gamba a seguito dell’impatto.

Le speranze dei medici

Anche il cuginetto che era sopravvissuto aveva perso entrambe le gambe e le condizioni cliniche erano fin da subito apparse critiche, ma i medici del policlinico avevano sperato fino all’ultimo di strapparlo alla morte, che invece se lo era preso mentre la città di Vittoria tributava l’ultimo saluto al cuginetto Alessio nella basilica di San Giovanni Battista, dove si erano presentati migliaia di cittadini (Correre di Ragusa, 31 agosto).


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Papa Francesco

Uniti nella vita, uniti nella morte. Perché Simone ed Alessio erano una cosa sola. «Hanno frequentato il nido assieme, poi la materna, la primaria e fra qualche giorno avrebbero iniziato la scuola media», ripete ad Avvenire Lucy, la mamma di Alessio, che ha intervistato i genitori dei due cuginetti. «Il corredo scolastico era pronto. Tutti i suoi libri li ho regalati a chi non avrebbe potuto acquistarli. Quello di religione però l’ho riservato a Manuel, il suo migliore amico», racconta Valentina, la mamma di Simone. «Fu il primo che comprammo».

Mentre lo poggia sul pc («nuovo, non ha fatto in tempo ad usarlo, glielo avevano regalato per la Prima Comunione») afferra un gigantesco peluche di Topolino, accarezza le coperte, mostra le foto: «Voleva andare da Papa Francesco. Andremo noi al suo posto. Ci hanno contattato annunciandoci che il Santo Padre vuole incontrarci», le fa eco la cognata.

Padre Pio

«Simone voleva andare anche a Pietralcina» ricorda mamma Valentina. Era innamorato della Chiesa e recitava le preghierine a Padre Pio: «Ha deciso tutto lui: voleva fare il ministrante, portava la croce astile. Mi dicevano: “Si farà prete”», rammenta con un sorriso smorfiato dal dolore.

Non è diventato prete il piccolo Simone, ma è volato direttamente in cielo. E’ da lì che, insieme a Simone, veglieranno sui loro genitori.


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