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Stop a mutilazioni genitali femminili e spose bambine. Firmata la fatwa

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 17/07/19
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L’autorevole vice grand imam di al-Azhar prende posizione con un documento ufficiale contro queste due gravi pratiche, ancora molto diffuse sopratutto in Africa

Una storica fatwa – decreto religioso – contro i matrimoni precoci e contro le mutilazioni genitali femminili è stata firmata a Dakar (Senegal) il 21 giugno scorso dal vice grand imam di al-Azhar, Saleh Abbas, nel corso del “First Africa summit to end female genital mutilations & child marriage”, convocato dai governi di Gambia e Senegal.

L’iniziativa è stata promossa da Jaha Mapenzi Dukureh, coraggiosa attivista gambiana dell’organizzazione “Safe hands for girls” e ambasciatore regionale di buona fede di “Africa4Girls Summit”, sopravvissuta alle mutilazioni genitali e a un matrimonio precoce (Avvenire, 16 luglio).

Jaha Mapenzi Dukureh

Facebook – Jaha Mapenzi Dukureh

La mutilazione genitale

Più di 200 milioni di bambine e adolescenti in tutto il mondo, specialmente in Africa, continuano a subire gli effetti di tale mutilazione (in gergo chiamata infibulazione), che comporta la rimozione parziale o totale degli organi genitali esterni femminili. Sebbene la tendenza sia in calo in diversi paesi, persistono ancora tali pratiche in stati come la Somalia, la Guinea, Gibuti e il Mali.

La mutilazione genitale, di solito eseguita prima dei sette anni, costituisce un pericolo e una minaccia per l’integrità fisica delle donne, arrivando a causare anche la morte di diverse bambine o adolescenti. Entro il 2030, secondo un rapporto dell’Unicef del 2016, 50 milioni di ragazze saranno a rischio infibulazione. La fatwa sottoscritta dall’imam rappresenta una svolta senza precedenti, che dovrebbe rallentare il fenomeno (Il Giornale, 21 giugno).


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Le spose bambine

A proposito dei matrimoni precoci, attualmente il 39% delle ragazze africane si sposano prima del loro diciottesimo compleanno e, addirittura, il 13% prima del loro quindicesimo anno.

«Il matrimonio nell’islam si basa sul consenso delle due parti, specialmente della donna – ha sentenziato l’imam di al-Azhar  – e questo reciproco consenso richiede che le ragazze abbiano raggiunto l’età della maturità e una consapevolezza che confermi la veridicità del loro consenso».



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