La “bambina miracolo” che ha sorpreso l’America Latina, battezzata con il nome di Victoria, è aumentata di peso e ha iniziato a ricevere latte artificiale. Il suo padrino racconta ad Aleteia altri dettagli del caso “La dottoressa mi ha permesso di toccarla, e la verità è che è una sensazione unica, prenderle la manina e rendersi conto che ci si trova di fronte al miracolo della via”.
Sono parole di Erwin Bazán Gutiérrez, il padrino di Battesimo della piccola Victoria, la bambina boliviana ormai nota a livello internazionale per essere sopravvissuta a un’interruzione di gravidanza (Interrupción Legal del Embarazo, ILE) a 26 settimane di gestazione (cfr. Aleteia, 6 giugno 2019).
La piccola è stata battezzata d’urgenza nell’ospedale in cui è nata e in cui è rimasta in terapia intensiva. “Le prossime settimane saranno decisive nella vita della piccola Victoria”, aveva riferito Erwin ad Aleteia.
E così è stato. Secondo quando ci ha confermato di recente Erwin, “Victoria va avanti” ed ha iniziato ad aumentare di peso. Attualmente pesa un chilo e 300 grammi.
“Non ha avuto complicazioni nel quadro sanitario. La cosa più importante ora è evitare infezioni che potrebbero destabilizzarla, ma fortunatamente il suo quadro è stabile”, ha aggiunto.
“Ha iniziato a ricevere latte artificiale in piccole quantità attraverso una sonda orale, ma resta sottoposta a respirazione artificiale. Speriamo che presto possa iniziare a respirare da sola”.
Guarda le foto Battesimo di Victoria:
La madre di 14 anni, l’altro dramma di fondo
Dietro al miracolo di Victoria c’è il caso di sua madre, un’adolescente di 14 anni vittima di uno stupro, cosa che l’ha portata a rifiutare la gravidanza col sostegno della famiglia. La ragazzina era in stato di shock, ma la sua situazione non è mai stata dimenticata, e fin dal primo momento la Chiesa in Bolivia le ha offerto una “mano tesa” per aiutarla.
Erwin ha riferito che attualmente l’adolescente continua a ricevere assistenza professionale a domicilio. “Sia da parte della Autorità per la difesa dell’Infanzia e dell’Adolescenza che mediante una professionista del Servizio di Orientamento Familiare (SOF), dipendente dalla Chiesa cattolica”.
Continuiamo a pregare per la piccola Victoria perché si riprenda, esca dall’ospedale e trovi una famiglia, perché diventi una testimonianza del fatto che anche nelle situazioni umane più complesse, che meritano comprensione e sostegno, ci sono alternative all’aborto.