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La bambina nata viva dopo un “aborto legale” di cui ora ci si vuole prendere cura

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Pablo Cesio - pubblicato il 06/06/19

Un caso che suscita dilemmi ma anche speranza

A 26 settimane di gestazione è stata sottoposta a un’Interruzione Legale della Gravidenza (ILE) in Bolivia, ma è sopravvissuta. Un’adolescente di 14 anni vittima di violenza, secondo quanto è trapelato a livello locale, ha rivelato la gravidanza ai genitori quando questa ha iniziato ad essere evidente.

La questione, che suscita profondi dilemmi sulla sofferenza di una ragazzina vittima di un crimine (il cui autore è già nelle mani della Giustizia), scuote in queste ore la Bolivia e tutto il Sudamerica, dove l’avanzata delle normative relative a donne e aborto conquista i titoli dei giornali ed è al centro dei dibattiti.

La bambina è un’altra vittima innocente che dopo l’avallo giudiziario è stata sottoposta alla pratica dell’“aborto legale”, anche se con un esito decisamente inaspettato.


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Il caso ha conquistato l’attenzione dei sanitari del centro ospedaliero della località di Santa Cruz, perché quando si è dato il via libera al procedimento la gestazione era già in fase molto avanzata.

Ciò ha fatto sì che quando l’adolescente è stata visitata per la prima volta, a 23 settimane di gestazione, “lo sviluppo della gravidanza fosse quello adeguato”, ricorda El Deber. È stato in quell’occasione che i familiari hanno informato della violenza, tornando poi in ospedale dopo poche settimane.

Il direttore medico del reparto maternità, Federico Urquizo, ci ha rivelato che i ginecologi che si sono trovati davanti al caso hanno presentato “obiezione di coscienza”, cosa che ha fatto sì che si arrivasse alla 26ma settimana di gravidanza.

In mezzo a tutta questa situazione c’era la madre adolescente, che non voleva portare avanti la gestazione e aveva un quadro depressivo.


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Alla fine la procedura è stata attuata mediante la somministrazione di farmaci per far espellere il feto, ma come avevano avvertito alcuni membri del comitato medico la bambina è sopravvissuta visto che la gravidanza era già in fase avanzata (i casi di ILE non si realizzano mediante intervento chirurgico ma con farmaci).

La bambina è quindi sopravvissuta all’aborto, e pesava 1,1 kg. È stata sottoposta a cure intensive, ma col passare delle ore la sua situazione è migliorata.

Secondo la normativa boliviana, quando una gravidanza è prodotto di una violenza, ad esempio, e mette a rischio la vita e la salute della donna (bambina, adolescente, giovane) si può ricorrere alla figura dell’“aborto legale”.

Il fatto però che la bambina sottoposta a questo procedimento sia sopravvissuta ha portato il centro ospedaliero a curarla.

Una sorella della madre se ne vuole prendere cura

Mentre persiste la situazione complessa e drammatica della mamma 14enne, per la neonata sorge una luce di speranza.

Dopo aver incontrato le autorità ospedaliere e aver visto per la prima volta la nipotina, una delle sorelle dell’adolescente (che ha sei fratelli) “si è impegnata a portarle latte e pannolini”, indica El Deber.

“L’ho vista, è piccolina. Quando si riprenderà voglio tenerla con me. Non ho figlie, solo due figli maschi”, ha spiegato la donna, che pur avendo sostenuto la sorella nel suo iter doloroso ora vuole prendersi cura della bimba.

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