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La straordinaria devozione angelica del vescovo Friedrich Forner

Il vescovo Forner

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don Marcello Stanzione - pubblicato il 15/06/19
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La sua singolare venerazione per angeli viene testimoniata da oltre 30 prediche sugli angeli, pubblicate nel 1626Un esempio di come la venerazione degli angeli nell’ordine dei gesuiti – risalente a Ignazio di Loyola, Pietro Faber e Pietro Canisio – ebbe effetti benevoli anche sui preti secolari istruiti dai gesuiti, viene rappresentato da Friedrich (Federico) Forner, nato intorno al 1570 a Weismain (Alta Franconia, Germania), e consacrato sacerdote nel 1595.

Il vescovo principe di Bamberga, Neythard di Thüngen, lo nominò predicatore, viceparroco al santuario della Madonna del Buon consiglio. Per la sua propensione al rinnovamento cattolico a Bamberga, don Federico Forner ebbe molti problemi sotto il vescovo ausiliare Giovanni Schoner, tendenzialmente secolare ed incline al protestantesimo, e sotto il vescovo principe Giovanni Filippo di Gebsattel, anche lui incline al protestantesimo. Dopo la morte del vescovo principe di Gebsattel e la destituzione del vescovo ausiliare Giovanni Schoner, Federico Forner divenne vicario generale dell’ arcidiocesi di Bamberga e, il 7 ottobre del 1612 vescovo ausiliare. Da allora divenne la vera e propria testa di combattimento della controriforma cattolica a Bamberga e si guadagnò molti meriti per la conservazione della fede cattolica in quest’arcidiocesi.


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A questo prete e vescovo fu di particolare aiuto una profonda venerazione degli angeli, insegnatagli senz’altro dai gesuiti nel Germanicum a Roma.

La sua singolare venerazione per angeli viene testimoniata da oltre 30 prediche sugli angeli, pubblicate nel 1626, e chiamate giustamente “magnifico trattato sugli angeli”. Le prediche facevano riferimento soprattutto sugli angeli custodi e la loro venerazione, e persino alla “Legenda aurea” degli angeli; tanto più che portò un gran numero di esempi della bibbia, dei padri della chiesa e della storia ecclesiastica, di quali e quante opere di bene gli angeli hanno fatto agli uomini.

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Come esempio di straordinaria familiarità con gli angeli, il vescovo Federico Forner cita il padre cappuccino Francesco da Bergamo, che morì nel 1626 come “padre degli angeli” del ‘600 e ‘700 all’avanzata età di 93 anni.


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Federico Forner conobbe questo cappuccino probabilmente quando era seminarista alunno del germanico a Roma, perché P. Francesco da Bergamo, che si distinse per la sua umiltà, l’inclinazione alla penitenza e l’amore di Dio e del prossimo, pronto al sacrificio, operò in primo luogo, in maniera benefica, nei monasteri cappuccini della provincia romana. In una biografia del venerabile servo di Dio Francesco da Bergamo si legge letteralmente:

“Dal marzo 1624 fino alla sua morte, avvenuta il 2 ottobre 1626, ebbe il dono di una familiarità quasi miracolosa con i santi, la cui musica ascoltava spesso, come lui esplicitamente confermava.”

Il vescovo Federico Forner, nonostante i riferimenti ai miracoli e eventi soprannaturali nella vita dei santi e della chiesa in genere, di sicuro non fu un uomo credulone o addirittura superstizioso, altrimenti non avrebbe preso fermamente posizione in una delle sue opere contro la superstizione.

Il vescovo Forner morì grandemente benemerito per la fede cattolica a Bamberga il 5 dicembre 1630.


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