Razven lo ha realizzato sabato scorso durante il viaggio del pontefice in Romania: nonostante le stampelle e la difficoltà a muoversi, è riuscito a farsi benedire da Francesco
La visita del Papa in Romania non è stata solo un’occasione per spezzare una lancia a favore del popolo Rom o intensificare il dialogo ecumenico con le autorità religiose locali.
Durante questa visita ci sono stati una serie di fatti solidali passati in secondo piano. Uno di questi, forse il più toccante, lo ha raccontato monsignor Claudiu Pop, vescovo di curia dell’archieparchia maggiore della Chiesa greco-cattolica di Romania a Blaj e responsabile dei media della Conferenza episcopale della Romania.
L’arrivo di Razven
Il protagonista di questa vicenda è un bambino disabile. Il fatto risale a sabato 1 giugno. «Sabato sera, prima della visita del Papa – ricorda monsignor Pop – ho ricevuto una telefonata che mi diceva che era arrivato a Blaj Răzvan, un bambino ortodosso costretto sulle stampelle per una malattia, che voleva incontrare il Papa di Roma. Non lo potevamo portare dentro il Campo della Liberà per ragioni logistiche, lui non poteva camminare per più di 200 metri, mi hanno detto i medici».
L’incontro all’ingresso del Campo
La notizia è stata trasferita al Nunzio Apostolico, che, a sua volta, lo ha riferito al Papa. «All’ingresso del Campo della Libertà, Papa Francesco ha aspettato il bambino, lo ha incontrato e lo ha benedetto – evidenzia ancora monsignor Pop – Non si può immaginare la gioia dei genitori…» (Aci Stampa, 4 giugno).
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“Una boccata d’aria fresca”
«Il Papa che incontra questo bambino – ha aggiunto il vescovo – il Papa che va a incontrare i rom qui, per noi è stata una gioia immensa. Ma una gioia – direi ancora di più – vedere gente che non conosceva tanto la Chiesa, che non era vicino – almeno vista dall’esterno – a Dio, avvicinarsi al Signore vedendo l’esempio del Santo Padre».
«In una Romania che sta lottando ancora per superare varie contraddizioni sociali, per guarire ferite – chiosa Pop – il Papa veramente sta portando una boccata di aria fresca, non solo a noi ma anche alla gente semplice» (Vatican News, 2 giugno).
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