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Una gravidanza che non arriva? Fatti aiutare dai metodi naturali

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Monte di Venere - pubblicato il 03/06/19
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L’approccio globale dei metodi naturali alla fisiologia femminile, ci permette di conoscere i ritmi della nostra fertilità e ottimizzare la possibilità di concepire un figlio.di Maria Dolores Agostini

Grazie ai metodi naturali è possibile riconoscere e individuare il periodo fertile studiando le caratteristiche specifiche proprie della donna interessata: operatori della bio-fertilità, come le insegnanti di metodo Billings ad esempio, possono aiutarla ad interpretare i segnali che il corpo in modo naturale le manda. Questo percorso alla scoperta di noi stesse ci apre orizzonti meravigliosi e ci fa sentire straordinarie e capaci: familiarizzare con la fisiologia del nostro corpo aumenta la nostra autostima.

Per ricercare una gravidanza che non arriva è ragionevole innanzitutto cominciare a prendere la mira: riconoscere il periodo di massima fertilità e applicare le regole per i rapporti, aumenta al massimo la probabilità di concepire.



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Durante il periodo di studio della fertilità della donna, sarà possibile eventualmente riscontrare problematiche che possono richiedere uno studio più approfondito dal punto di vista medico: sarà quindi possibile dirigersi verso una ginecologia psicosomatica, che tiene quindi in massima considerazione la persona, per un approccio globale nei confronti dei disturbi femminili.

Mi spiego meglio. Non sempre l’ipofertilità è legata a problemi irrisolvibili, ma sempre più frequentemente si aggira l’ostacolo: si invia la coppia alla fecondazione artificiale. Innanzitutto spesso le coppie non sanno che percorso duro le aspetta, in pochi infatti spiegano loro i costi, sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista psicologico ed emotivo: costi elevati, non sempre si ottiene il bimbo in braccio, la donna è sottoposta a scariche di ormoni, forte stress, e altissime aspettative (io pago… deve andare bene!) etc…

Il nodo cruciale è questo: il sintomo è la difficoltà di concepire, la medicina ti dice meccanicamente che puoi risolvere con la fecondazione medicalmente assistita.

L’operatore della biofertilità approccia il tutto con massima umanità e logica supportata dalla scienza (la magia non c’entra nulla!): si cominciano a studiare le caratteristiche del ciclo specifico della donna in questione, e, se il ciclo risultasse avere buona ovulazione, si ottimizzerà la ricerca della gravidanza nel giorno di massima fertilità, che per il metodo Billings si chiama Picco; se invece si desumessero eventuali problematiche, a seconda del tipo di segnale riscontrato, ci si potrà rivolgere verso indagini approfondite e specifiche nel senso del sospetto inghippo.


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Il meccanismo della fecondazione è un processo complesso, ci sono condizioni inalienabili affinché avvenga: l’ovulo della donna deve essere sano e deve incontrare uno spermatozoo sano, ma sopravvivendo al massimo 18 ore (!), è necessario avere il rapporto nel momento opportuno. Il muco che aiuta gli spermatozoi a sopravvivere deve essere sufficiente e  di buona qualità (in grado di capacitare gli spermatozoi affinché raggiungano la tuba dove può avvenire la fecondazione, la quale dovrà essere a sua volta in perfetto stato). L’endometrio, lo strato che  riveste l’utero e che accoglierà l’ovulo fecondato permettendogli di annidarsi efficacemente, dovrà essere maturo al punto giusto: c’è infatti solo un piccolo periodo ideale per l’attecchimento dell’ovulo fecondato denominato implantation window (a causa del quale spesso la fecondazione artificiale fallisce). E questo per quanto riguarda la donna. Per quanto riguarda invece l’uomo, è chiaro che il seme dovrà essere sufficientemente maturo: il liquido seminale contiene contemporaneamente spermatozoi troppo giovani per fecondare, troppo vecchi e maturi al punto giusto, e, grazie alle regole per i rapporti durante il ciclo di ricerca della gravidanza, si stimolerà la presenza di quelli migliori per la fecondazione.

Insomma… Buona fortuna!

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO AL BLOG MONTE DI VENERE