Lo spirito celeste ha fatto da precursore alla Vergine. Ecco gli episodi più significativi che sono avvenuti raccontati da Suor Lucia
Una delle apparizioni mariane più importanti del XX secolo, è stata certamente quella di Fatima in Portogallo dove l’angelo della nazione portoghese, quindi uno spirito buono territoriale, interpretò un ruolo di capitale importanza.
La storia comincia nel 1915, tra aprile ed ottobre, senza altra precisazione perché la fanciulla beneficiaria delle visioni è troppo ignorante per conoscere i giorni della settimana ed i mesi del
calendario. Essa si chiama Lucia dos Santos, ha otto anni. Questo accade ad Aljustrel, nel centro del Portogallo. Come tutti i bambini del paese, Lucia custodisce le pecore nei campi ; in quella primavera del 1915, ella debutta nel compito di pastorella dove rimpiazza sua sorella maggiore, Carolina, oramai occupata in compiti più ardui.
Lucia si è legata in profonda amicizia con tre altre amichette, le ragazze Matias, Teresa e Maria Rosa, e Maria Justino. Insieme le quattro fanciulle sono molto pie, molto serie e riservate.
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Al contrario delle altre ragazzine del paese, esse detestano i giochi rumorosi e passano le loro lunghe giornate nella campagna a cantare diversi canti alla Vergine ed un’altra canzone, popolare in tutto il Portogallo, intitolata Angeli, cantate con me!
Quel giorno, le giovani pastorelle hanno portato i loro montoni a pascere sulla collina del Cabeço. Da questa vetta, si dominano gli uliveti dei dintorni. E’ circa mezzogiorno e Lucia ha l’idea di recitare il rosario. Hanno iniziato da poco l’orazione mariana e subito le quattro bambine sospendono le loro preghiere, vagamente spaventate : volando al di sopra degli alberi, vi è qualcosa. Esse sono delle contadinelle analfabete e le parole mancano loro per descrivere come per esprimere il loro stupore.
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Quello che vedono, esse non sanno che cos’è. Potrebbe essere una nube, se le nuvole avessero quel biancore più puro della neve, quella trasparenza.
Questa rassomiglia ad una statua di neve attraversata dal sole… E’ lontano, è trasparente, ma si distingue al cuore di questo chiarore come una forma umana… Angosciate, le bambine si interrogano : “Che cos’è ?”. Esse si fanno venire il mal di testa senza trovare una risposta valida. Due altre volte, quando, nei giorni seguenti, esse oseranno ritornare in vetta al Cabeço, esse rivedranno la forma bianca dall’andatura umana. Quando nel loro villaggio circola la loro presunta “visione”, non vengono considerate, poiché considerati “giochi da bambini”.
Nella primavera 1916, Lucia abbandona le sue tre compagne abituali per andare nei campi coi suoi due cuginetti, Giacinta e Francisco Marto, che hanno l’uno sei anni, l’altra otto. Non più dell’anno precedente, Lucia non è capace di datare l’evento. Come l’anno precedente, i montoni sono stati portati a pascere sul Cabeço. A metà mattinata, comincia a piovere. I piccoli cercano allora un riparo sotto una roccia posta in un uliveto appartenente al padrino di Lucia. E benché la pioggia sia cessata e che il sole brilli di nuovo, essi resteranno in quel posto. Essi giocano quando, subito, “un vento abbastanza forte” scuote gli alberi.
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Questa burrasca col bel tempo scuote abbastanza questi piccoli contadinelli per strapparli dalla loro partita di “sassolini”. “Noi vedemmo allora, al di sopra degli ulivi e dirigendosi verso di noi, la stessa figura di cui ho già parlato. Giacinta e Francesco non l’avevano mai vista ed io non ne avevo parlato loro. Man mano che essa si avvicinava, noi distinguevamo meglio i suoi tratti. Essa aveva l’apparenza di un giovane di quattordici o quindici anni, più bianco della neve, che il sole rendeva trasparente come se fosse di cristallo, e di una grande bellezza. Noi eravamo sorpresi, e mezzo assorti. Non dicevamo parola. Arrivando vicino a noi, l’angelo ci disse: “Non temete ! Io sono l’angelo della Pace.
Pregate con me !”. E, inginocchiandosi a terra, egli curvò la fronte fino al suolo. Spinti da un movimento soprannaturale, noi lo imitammo e ripetemmo le parole che gli sentimmo pronunciare :”Mio Dio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano”.
Tale orazione è conosciuta sotto il nome di “Preghiera dell’angelo” e questa breve invocazione è divenuta popolarissima nella Chiesa.
Dopo avere ripetuto questa preghiera tre volte, egli si rialzò e ci disse: “Pregate così. I Cuori di Gesù e di Maria sono attenti alla voce delle vostre suppliche”. E sparì. Francesco, come sua sorella e sua cugina, ha visto, ma non ha sentito nulla delle parole dell’angelo, come non sentirà in seguito nemmeno quelle della Vergine. Egli avrà sempre bisogno della rivelazione verbale delle due fanciulle.
Nel frattempo, sommersi dalla presenza del soprannaturale e dalla visione di quello che Lucia descriverà dicendo: “Egli era Luce” (Testimonianza di suor Lucia al canonico Barthas), i tre fanciulli restano inginocchiati, incapaci di muovere o di pronunciare una parola. Rientrati a casa loro, non dissero nulla dell’apparizione.
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Durante diversi giorni, i tre visionari restano colpiti dalla loro esperienza mistica, prima di riprendere la loro vita normale. Giunge l’estate. Fa talmente caldo che occorre riportare le bestie all’ovile prima di mezzogiorno, per non ricacciarle che al tramonto del giorno. I tre bambini sono nel fondo del giardino di Lucia, all’ombra degli alberi. Essi giocano vicino al pozzo. “All’improvviso, noi vedemmo lo stesso Angelo vicino a noi. “Che fate ? Pregate, pregate molto ! I Sacri Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi dei disegni di misericordia. Offrite incessantemente all’Altissimo delle preghiere e dei sacrifici”. “Come dobbiamo sacrificare ? chiesi”. “Con tutto quello che potrete, offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati coi quali Egli è offeso, e voi fate suppliche per la conversione dei peccatori. In questo modo, voi attirerete la pace sulla vostra patria. Io sono il suo Angelo custode, l’angelo del Portogallo. Soprattutto, accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi invierà”.
Una volta di più, i fanciulli restano soli, incapaci di esteriorizzare l’intensità di ciò che vengono dal vivere e come angosciati da una immensa fatica fisica. Ed essi continuano a tacere (Giacinta e Francesco, moriranno tutti e due giovanissimi, non parleranno dell’angelo. Lucia aspetterà il 1924 per rivelare queste prime manifestazioni del Cielo).
“La terza apparizione ha dovuto avere luogo in ottobre, o fine settembre, perché noi non andavamo già più a passare le ore della siesta a casa. Dopo aver preso il nostro pasto, ci mettemmo d’accordo per andare a pregare alla grotta che è situata dall’altra parte della collina, e ci occorse scalare alcune rocce che si trovano in alto della Pregueira. Le pecore riuscirono a passare, con una certa difficoltà. Come fummo arrivati, mettendoci in ginocchio, il volto contro la terra, noi ci mettemmo a ripetere la preghiera dell’angelo della nazione: “Mio Dio, credo, adoro, spero e Vi amo…”. Non so quante volte abbiamo ripetuto questa preghiera quando vedemmo brillare sopra di noi una luce sconosciuta. Ci siamo rialzati per vedere che accadeva, ed abbiamo rivisto l’angelo che aveva nella sua mano sinistra un calice, sul quale era sospesa un’ostia dalla quale cadevano alcune gocce di sangue nel calice”.
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Prosegue suora Lucia: Lasciando il calice e l’ostia sospesi in aria, egli si prosternò vicino a noi fino a terra e ripeté tre volte questa preghiera :”Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Vi adoro profondamente, e Vi offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente nei tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi ed indifferenze con le quali Egli stesso è offeso. Per i meriti infiniti del Suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi domando la conversione dei poveri peccatori”. “Poi, rialzandosi, prese di nuovo nelle sue mani il calice e l’ostia, mi diede la sacra ostia, e diede il sangue del calice a Giacinta e Francesco, dicendo nello stesso tempo: “Prendete e bevete il Corpo ed il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Riparate i loro crimini e consolate il vostro Dio”. “Si prosternò di nuovo fino a terra e ripeté con noi ancora tre volte la stessa preghiera: “Santissima Trinità…”. Poi disparve”.
I tre bambini non dovevano rivedere l’angelo di cui custodirono sempre le tre visite come una preparazione celeste alla serie di apparizioni della Vergine, che iniziarono il 13 maggio 1917. Perché si trattava, in qualche modo, di una catechesi privata, destinata ad essi soli, nessuno di loro ne fece menzione per il seguito, se non suor Lucia.
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