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Rita Pinci: passione ed esperienza a servizio dell’Osservatore romano

RITA PINCI
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Annalisa Teggi - pubblicato il 06/05/19
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Non s’interrompe la pubblicazione del mensile ‘donne chiesa mondo’, l’inserto mensile dell’Osservatore romano, dopo le dimissioni ad aprile dell’intera redazione. La nuova squadra di lavoro sarà coordinata da Rita Pinci che ci ha raccontato le novità, i punti di forza e la bellezza di questo progetto. Uscirà regolarmente a metà maggio donne chiesa mondo, l’inserto mensile dell’Osservatore romano, dopo le dimissioni in aprile di Lucetta Scaraffia (che lo fondò nel 2012) e delle colleghe di redazione. Il lavoro riprende da un comitato di direzione di cui sarà coordinatrice Rita Pinci e che vede al suo interno studiose di teologia e bioetica come Shahrzad Houshmand Zadeh, Amy-Jill Levine, Giorgia Salatiello e Marta Rodríguez Díaz, ma anche una poetessa e traduttrice come  Elena Buia Rutt e la scrittrice  Carola Susani. Non manca il contributo dell’estetica, delle comunicazioni e della cultura letteraria grazie a docenti del calibro di Yvonne Dohna Schlobitten, Chiara Giaccardi e Francesca Bugliani Knox. Ad affiancarle, in redazione, Giulia Galeotti, Silvia Guidi, Valeria Pendenza, Silvina Pérez. A coordinare la squadra, la giornalista Rita Pinci, il cui percorso – che l’ha vista tra le molte altre cose direttore di Specchio, il settimanale della Stampa, e vicedirettore di Panorama e Chi – è cominciato con un’esperienza ventennale al Messaggero. La ringraziamo della cordialità e disponibilità con cui ha accettato di condividere con Aleteia For Her le premesse e le ipotesi con cui si mette al lavoro insieme con le colleghe.



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Cara Rita, sei stata sorpresa e grata di questo incarico di responsabile di donne chiesa mondo, e ora? Da quali ipotesi o con quale scommessa ti metti al lavoro?

Non faccio mai scommesse, non è nel mio carattere. Farò questo lavoro con passione e scrupolo,  ma con tranquillità, mettendo a disposizione del Comitato la mia esperienza professionale. donne chiesa mondo (tutto rigorosamente minuscolo e senza virgole) è una realtà bellissima, importante e necessaria. Per le donne, le donne di tutto il mondo, e per la Chiesa. Ha consensi e  una attenzione crescente. L’esperienza avviata sette anni fa non si interrompe. Continueremo il lavoro, naturalmente con la nostra competenza, il nostro stile, le nostre capacità.

Un bellissimo team tutto al femminile. Possiamo sgretolare lo stereotipo sulla competitività delle donne che non sanno fare squadra?

La vera cosa bella e nuova è che non c’è una gerarchia verticale. C’è un Comitato di Direzione, composto da dieci donne, non un direttore. Ci sono le quattro giornaliste della redazione. Abbiamo competenze, culture, fedi diverse; storie professionali, famigliari, umane differenti. Da queste  partiamo per lavorare insieme. E siamo un Comitato aperto, in cammino. Se ci riusciamo sarà una rivoluzione.

Ci sono figure femminili esemplari la cui voce ti accompagna nel tuo mestiere, ma anche nella vita?

È affollatissimo il mio mondo femminile di riferimento. Sono tante le donne che ‘mi danno la linea’. Ci  sono quelle che appartengono alla storia; le dico alla rinfusa,  ovviamente ciascuna per me è esemplare per ragioni diverse:  la filosofa Ipazia, la scienziata Marie Curie, l’attivista per i diritti civili Rosa Parks, la grande editrice Katharine Graham, le politiche Tina Anselmi e Simone Weil, la poetessa Wisława Szymborska…  Ci sono, e a prescindere dalla mia fede, Maddalena, Madre Teresa, Caterina da Siena, Santa Rita (non perché sia il mio nome, la sua è una storia straordinaria). E c’è Maria: madre di Cristo e per me anche esempio di una coraggiosa ragazza che certo ha paura ma non si tira indietro. Una donna forte. Da qualche anno c’è la giovane Malala  Yousafzai: la sua voce mi ricorda che tra i diritti delle donne fondamentale è il diritto all’istruzion. Ed è un diritto per cui bisogna ancora lottare.


SAINT,RITA CASCIA
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Hai un’esperienza profonda del mondo dell’informazione. Come giudichi questo nostro panorama che sovrabbonda di “notizie virali”? Quali sono gli strumenti migliori per portare un lettore a confrontarsi davvero con un contenuto di valore?

Il guaio non sono le notizie virali; se una notizia fa velocemente il giro del mondo non è un male. Il guaio è quando diventa virale una notizia falsa, manipolata, non corretta; oggi si dice fake news. Quello che fa la differenza, oggi come ieri, è la correttezza del giornalista, la sua competenza, la sua preparazione e la sua  capacità di raccontare mettendo in fila le notizie dopo averle trovate e verificate.

La Chiesa ha bisogno della voce delle donne. Quali timbri della voce femminile possono essere una scorta di bene indispensabile per il viaggio anche affannoso e complicato che sta percorrendo la Chiesa?

Quando donne chiesa mondo nacque sette anni fa  si presentava nell’editoriale come “un mensile che informa sulla vita e la condizione femminile, senza tralasciare i temi più ‘caldi’, come tutto ciò che è connesso con la procreazione, l’ accesso alla cultura e l’ emancipazione”. Naturalmente negli anni si sono imposti temi importanti; ne hanno discusso le donne, sono stati affrontati dal giornale. Noi continueremo. La Chiesa ha bisogno della voce delle donne non solo perché sono oltre la metà dei fedeli; ha bisogno del loro approccio ai problemi, e alla loro soluzione.  Non ci sono temi che non possono essere posti, discussi, trattati, scritti. I veri paletti sono la correttezza, la capacità di comprensione di tutte le  ragioni, l’attitudine a non fermarsi alla prima spiegazione, a riflettere e mettere anche  su alcuni convincimenti personali. Io penso che le donne di per sé abbiano una visione delle cose sempre work in progress, e quindi sono sempre in cammino. Papa Francesco ha detto di pensare la Chiesa con le categorie di una donna. Una immagine per me bellissima ed emozionante.



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