Lo “pseudo-chitarrista” dei Mienmiuaif – Mia moglie ed io, intervista Kose in occasione dell’uscita del suo nuovo videoclip: Acqua Sacra.Gianluca Cosentino, in arte Kose, è un marito, un professore di religione e un rapper mantovano. Sposato, con tre bambine, sta condividendo con noi l’avventura della musica nella stessa “scuderia”, la neonata etichetta musicale DiPeso Records. È appena uscito il bellissimo videoclip di “Acqua sacra”, il singolo che anticipa il nuovo album, “Animadvertere”. Ma prima di arrivare alla musica, passiamo attraverso la sua storia e a com’è cambiata anche grazie all’intervento di alcune donne…
Le donne sono state una corsia preferenziale per l’incontro con Gesù. Se penso all’infanzia mi viene in mente in primis mia nonna e la sua fede semplicissima, fatta ‘solo’ di qualche rosario mai concluso, ascoltato alla tv per la stanchezza o perché indaffarata nelle faccende di casa. Oppure mi viene in mente una suora che abitava in un appartamento nel quartiere popolare in cui sono cresciuto, che ci faceva catechismo con estrema dolcezza. La mia svolta poi la devo soprattutto alla mamma di un amico che mi ha annunciato la gioia che l’incontro con Cristo le aveva donato. Oggi però è sicuramente mia moglie la donna che mi dà l’esempio per vivere una fede matura nel servizio e nella preghiera.
Abitare con quattro donne non dev’essere semplice… (considerazione dello pseudo chitarrista dei Mienmiuaif, coinquilino della moglie cantante…).
La famiglia per me è un luogo salvifico. In questo dono che ho ricevuto e che ho accettato di costruire sperimento una continua crescita umana e spirituale. Per onestà devo dire anche che non è un ambiente idilliaco, anzi, è un ambiente talvolta spinoso. Nella relazione marito-moglie ognuno dei due deve fare i conti con la propria storia e con le proprie ferite e nel rapporto con le figlie gli equilibri da rinnovare sono stati frequenti. Però è senza dubbio il luogo della gioia, della novità di vita. Avere quattro donne in casa ad ora mi sembra una ricchezza. Ognuna è diversa e per ognuna occorre un amore particolare. In realtà sono molto coccolato.
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Noi e Kose da qualche mese stiamo viaggiando in parallelo: dopo il suo, a breve uscirà anche il nostro videoclip in anteprima… e stiamo portando a termine i progetti Musicraiser (a questo link potete accedere al suo) che permettono di vendere in anteprima i cd con dei pacchetti pensati appositamente per chi ci segue e raccogliere così il necessario per far fronte alle tante spese che occorrono alla produzione di un album di qualità.
L’idea di fare un disco risale a un paio d’anni fa. In passato ho sempre fatto rap, ma non avevo mai pensato a un album. Direi un po’ per pigrizia e pignoleria e un po’ perché volevo trovare le condizioni favorevoli e le persone giuste. Dopo l’incontro con Gesù ho sempre fatto mio il passo del Vangelo che dice: ‘Non accumulate tesori sulla terra, ma in cielo… Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta’. Pertanto ho sempre messo al primo posto questo e man mano che passavano gli anni e che godevo della pienezza delle cose del cielo, cioè la ricerca vocazionale, la famiglia, lo studio, il lavoro di insegnante, qualche viaggio speciale, la contemplazione della natura, la guarigione interiore… ho accumulato scrittura e ho visto mutare i contenuti dei testi e a un certo punto è arrivato il momento giusto, anche se non avevo più vent’anni. In passato ho anche avuto proposte che ho dovuto scartare perché sono sempre stato ‘rigido’ per quanto riguardava le produzioni. Dovevano suonare come suonano ora: hip hop. Il rap è un genere, a mio avviso, che se fatto male rischia di sembrare ridicolo. Quando ho incontrato Kidd Peko, un beatmaker amico di Mantova, ho capito subito che era la persona adatta: umile e ‘hiphop head’. È stato un vero dono per me. L’album è praticamente un ‘concept’ in cui si può cogliere la mia visione del mondo filtrata dal mio cammino di fede.
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Il video?
Il video è stato prodotto dalla Pamarec Pictures, una realtà professionale che ho conosciuto grazie alla DiPeso Records. È stato girato tra i Colli Euganei e le vie di Padova. È nato da un’idea di Ale (‘boss’ della DiPeso e cantante dei Reale) e Marco (della Pamarec) che hanno saputo tradurre in immagini il mood del singolo ‘Acqua sacra’. Sono molto soddisfatto. Il simbolismo delle immagini è perfetto. Questa canzone è una lode nata una mattina all’alba dopo la Santa Messa, in cui ho percepito che la pioggia che scendeva era come un abbraccio di Dio che benediceva la mia giornata.
Per finire, che cosa sono per te che sei un rapper, e quindi ci lavori, le parole?
Domanda difficile… Una cosa è certa: le parole sono potenti! Ho fatto molte volte l’esperienza di questa cosa. Lo sperimento nella lettura e nella mia attività di insegnante. Le parole creano e bisogna conoscerle e saperle usare. Sono anche armi. Per questo amo molto il silenzio. Per un rapper sono tutto, almeno per come intendo io il rap e la scrittura in generale. Le parole poi nel mio caso sono un dono, perché faccio l’esperienza di averle come strumento nella mente e per dare vita ai pensieri e per condividere chi sono. Questo mi sorprende sempre. Sono un mistero, soprattutto quando scrivo. Mi chiedo sempre da dove arrivino.
QUI IL LINK ALL’ARTICOLO PUBBLICATO SUL BLOG MIENMIUAIF – MIA MOGLIE ED IO