Sta a noi, mamme, mogli mostrare alla società che odia i bambini che siamo la sua salvezza; sta a noi testimoniare alle giovani che non c’è cosa più eroica e saggia che amare un uomo e mettere su famiglia. Sta a noi, anche se ci hanno lasciate sole, non lasciarci sole, sostenerci, pregare, amare…
Donne stanche. Sfinite. Che adorano essere madri e si riempirebbero di bambini. Perché queste donne ci sono, esistono e vanno fiere di quello che fanno. Amano il loro ruolo, bramano i sorrisi dei loro bambini: prima senza, poi due, poi quattro, poi otto dentini bianchi che quando vedono la loro mamma, sorridono. Sorridono con la bocca, sorridono con gli occhi, sorridono nel cuore. Mamme che proteggono il loro piccolo da suggerimenti (“Fallo piangere!”), da consigli (“Fallo dormire da solo altrimenti non sarà mai autonomo”), auguri (“Speriamo che tu abbia latte”), libri (“Il linguaggio segreto…”, “Fate la nanna”) e tradizioni recenti (“Io non ti ho allattato, vedrai che neppure tu avrai latte”). Mamme che magari non avevano programmato di fare le mamme, ma che ora che lo sono, non farebbero altro.
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Ma che sono sole. Ovvio, sono affiancate da uomini presenti, che si danno da fare, che amano il loro ruolo di papà, ma che devono assolutamente stare fuori casa per lavorare. Quindi le mamme sono sole. Spesso perché abitano lontano dalla famiglia d’origine, spesso perché i rapporti familiari sono complicati. Complicati perché le relazioni umane, da un pezzo a questa parte, sono fatte di “Io sento” e non da “Io devo“. Dice si stava male, prima, quando le famiglie erano composte da nonni, fratelli, sorelle e famigli. Dice che c’erano solo obblighi. Dice che schifo la tradizione. Dice bleah avere a fianco a sé la propria famiglia.
Sì le mamme sono sole. Una volta la donna che partoriva aveva a fianco a sé per lo meno le vicine di casa: veniva coccolata un po’. Nessuna metteva in dubbio il latte perché anche le vacche allattano. Nessuna metteva in dubbio la fatica, ma tutte si davano una mano. Gli uomini fuori un po’ dai piedi a fare cose per le quali c’è bisogno di forza. Le donne a chiacchiera. Certo: tanta povertà, ma non siamo più poveri noi adesso?
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Le mamme di oggi amano da pazzi i loro bambini, i loro occhi sorridenti e innamorati. Ma sono stanche. Oppresse da una cultura child-free dove sei figa se ti senti sessualmente libera, ma sfigata se hai la sveglia alle 6 e colazioni cartella asilo scuola pranzo compiti palestra spesa cena raffreddore.
Ecco che le giovani donne col cavolo che vogliono fare figli. Nessun biasimo.
Allora sta a noi. A quelle alle quali la maternità piace nonostante la stanchezza, far capire che non c’è nulla di più bello e di più giusto che avere una famiglia. Trovare un uomo e mettere su famiglia. Con insidie e lacrime, ma con tanta tanta forza. Perché solo chi si aggrappa alla roccia e cammina contro il vento ghiaccio, può arrivare in cima e dire “Ce l’ho fatta”.
Allora, mamme stanche dal poco sonno, non siete sole. E non avete sulle spalle solo il bene dei vostri figli, ma il bene della società che odia i bambini.
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Sta alla nostra generazione trasmettere il bello di fare famiglia, di sforzarsi per andare d’accordo. E la stanchezza. Che è tanta perché ci hanno privato della tradizione della maternità. Ma possiamo farcela pregando l’una per l’altra. Sostenendoci. Dicendoci che saremo ricompensate da quegli occhi e da quei sorrisi con due, quattro, otto denti.
Le mamme sono state lasciate sole dalla società, ma la società siamo noi. Non lasciamoci sole.