«Nell’arte di arrampicarsi, l’importante non è non cadere, ma non restare a terra». Papa Francesco non ha esitato a citare queste parole di una canzone montanara cara al suo cuore, per illustrare il modo in cui va educato un giovane davanti a 2.600 studenti e insegnanti.Prossimità previdente e benevola distanza. Ecco i due insegnamenti forniti da Papa Francesco durante un’udienza occorsa sabato 6 aprile in aula Paolo VI, alla presenza di 2.600 fra insegnanti e alunni dell’Istituto San Carlo di Milano. Prese insieme, queste due raccomandazioni sembrano contraddittorie. Esse si applicano invece una dopo l’altra a momenti differenti: l’infanzia e la giovinezza.
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A Marta Bucci, madre di famiglia e presidente del Consiglio d’Istituto, che in un dialogo sotto forma di domande e risposte invitava il Papa a pronunciare qualche parola sull’educazione, il Santo Padre ha risposto:
Non è facile. Tu hai usato una parola molto bella: “abbracciare”. E con i più piccoli, la vicinanza. Ricordate quello che ho detto prima sul perché. Sono più vicini all’età del perché, l’hanno superata un po’ ma hanno bisogno della vicinanza dello sguardo. Abbracciare significa vicinanza. Con i piccoli vicinanza. Perché hanno anche bisogno di una guida più vicina, che non cadano, almeno che non scivolino, cose che accadono alle persone che camminano. Per i giovani dirò il rovescio: incoraggiarli ad andare avanti, a camminare, non da soli, sempre in gruppo. E così come con i piccoli, con la vicinanza tu cercherai che non cadano; con i giovani, lasciarli cadere, che imparino, ma che sappiano che la caduta non è un fallimento. È una prova nella vita. Ma poi parlare, aiutarli a sollevarsi. C’è una canzone alpina che a me dice tanto. Voi che siete di quelle parti forse la conoscete: “Nell’arte di salire l’importante non è non cadere, ma non rimanere caduto”. Insegnare questo gesto. Pensate che è lecito guardare un altro dall’alto in basso soltanto per aiutarlo a sollevarsi! Un altro sguardo dall’alto in basso non è lecito, mai! Ma in quel momento è lecito. Voi giovani andate avanti, non da soli, ma in gruppo. C’è un detto famoso: “Se tu vuoi andare di fretta e arrivare primo, vai da solo. Ma se tu voi andare sicuro, vai in gruppo”. Sempre la comunità, sempre il gruppo, gli amici, che si sostengono l’un l’altro. E sul cadere, quello che ho già detto.
E così anche il ruolo dei genitori cambia mano a mano che il figlio cresce.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]