La modella e stilista anglo-brasiliana disabile dall’età di 14 anni ha lanciato una linea di moda “dedicata a ogni tipo di donna: inclusiva, elegante, sostenibile e bella”.Samanta Bullock, classe 1978, è una bellissima modella anglo-brasiliana nata a Osório, Rio Grande do Sul, nel Sud del Brasile, che vive a Londra insieme al marito Mark ed è disabile dall’età di 14 anni. Tutto cambia quando un giorno giocando con la pistola del padre parte un colpo che cambia la sua vita per sempre. Non solo la tragica perdita dell’uso delle gambe, ma il dolore cronico che prova dal giorno dell’incidente. Lo racconta ad Elvira Serra sulle colonne del Corriere della Sera:
Il dolore non mi lascia mai
«È un effetto collaterale, non succede a tutti, ma significa che anche quando sei a una festa, o a cena o anche adesso al telefono con lei, il dolore non ti lascia» (Corriere)
Potevo ancora fare tanto
Prima della disgrazia che segna uno spartiacque nella sua esistenza, era una modella piena di sogni e una piccola campionessa di tennis. Passione che non perde, ma che anzi nonostante la disabilità, cresce: Samanta giorno per giorno va avanti pensando a quello che può ancora fare, vivere, assaporare.
«Non mi sono ripetuta un mantra in particolare, mi sono semplicemente focalizzata su quello che avrei potuto ancora fare. E sono andata avanti così, un giorno dopo l’altro» (Ibidem).
Il tennis le regala importanti riconoscimenti e… suo marito
E così non solo riprende a giocare a tennis, ma rappresenta il Brasile nel mondo dal 2003 al 2009 e nel 2007 vince due medaglie d’argento ai Para Pan Am Games, mentre nel 2012 partecipa alla cerimonia di apertura dei Paralimpic Games. Ma il tennis non le regala solo soddisfazioni sportive, ma anche l’uomo della sua vita.
Ho imparato a usare il dolore a mio vantaggio
Davanti a simili imprese umane, ovvero di fronte all’atteggiamento di chi, invece che piangersi addosso si aggrappa alla vita con slancio e passione nonostante la sofferenza, viene spontaneo domandarsi: come ha fatto? Ed ecco la risposta:
«Ho imparato a usare il dolore a mio vantaggio, ogni volta che diventava troppo aggressivo. Lo trasformavo in uno stimolo per superarlo. Se ancora potevo fare qualcosa, e potevo farne tante, mi sono data la regola di farle al meglio, di diventare la numero 1» (Corriere).
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Gli stilisti non pensano abbastanza alle donne come me, per questo ci ho pensato io!
Ma non solo il tennis ha riempito di grinta e passione la vita di Samanta perché presto è arrivata anche la moda: non solo sfilate e passerelle ma anche una linea di abiti belli, comodi e di tendenza per le donne in carrozzina.
«Quando avevo 14 anni non ce n’erano tante di modelle in sedia a rotelle… Adesso è più facile, anzi, è quasi normale (…) Ed è lì che mi è venuta un’idea imprenditoriale. Gli stilisti non pensano abbastanza alle donne come me. Abbiamo bisogno di abiti che ti facciano sentire bellissima anche quando stai seduta. Ecco perché ho pensato di lanciare una linea dedicata a ogni tipo di donna: inclusiva, elegante, sostenibile e bella» (Ibidem).
In questo suo nuovo progetto è stata sostenuta da tanti artisti emergenti: Rua Luja, London Organic, Bekoffee, Caroline, Gunda Hafner, Peter Twiss, Contessina London e Amelia. La sua linea di abiti potrà essere acquistata dal 15 giugno sul sito samantabullock.com.
La storia di Samanta ci parla di coraggio, costanza, gratitudine, bellezza! Mi ha ricordato una frase che ripete spesso la dottoressa Silvana De Mari:
Fai il meglio che puoi con quello che hai.