Donna 61enne partorisce per il figlio Matthew una bambina, nata con il suo seme e l’ovulo della sorella del compagnoQualche giorno fa alcuni quotidiani nazionali hanno riportato la notizia, apparsa sul Daily Mail statunitense, relativa ad un recente e assurdo caso di maternità surrogata, che si presta a specifiche considerazioni di carattere medico ed etico.
La signora Cecile Eledge, di 61 anni, da dieci in menopausa, ha fatto da madre surrogata per permettere al figlio Matthew di 32 anni ed al suo compagno ventinovenne Elliot Dougherty di diventare genitori (Il Fatto Quotidiano).
Nonna e mamma allo stesso tempo!
Quando i due hanno espresso il desiderio di avere un bambino ricorrendo all’utero in affitto, Cecile si è proposta facendoli inizialmente sorridere pensando si trattasse di una affermazione dettata da un apprezzabile quanto velleitario moto di generosità, fino a quando non si sono resi conto che l’arzilla signora faceva veramente sul serio. Purtroppo! Infatti la sua disponibilità ha fatto breccia nella Dottoressa Carolyn Maud Dougherty, presso cui il proposito di Cecile è stato accolto favorevolmente. Così il terzetto è stato preso in carico da una equipe medica di Omaha, in Nebraska, loro città natale, e dopo gli esami necessari il devastante progetto riproduttivo ha preso il via (Ibidem). Ma non finisce qui!
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Gli ovuli impiantati? quelli della zia!
Infatti appena Cecile è stata classificata come “ospite adatto” è entrata nell’avventura Lea, la ventiseienne sorella di Elliot, per donare i suoi ovuli che sono stati fecondati dallo sperma di Matthew e poi impiantati nell’utero dell’anziana gestante. Dopo una non facile gravidanza, la partoriente ha dato alla luce in modo naturale una bambina di cui è contemporaneamente madre e nonna (sic!). Cecile intervistata ha sottolineato che ciò che l’ha motivata e sorretta nel portare avanti questa difficile e complessa procedura assistita medicalmente è stata la voglia di provare la gioia di vedere la piccola Uma in braccio a suo figlio Matthew, che a sua volta ha dichiarato al Daily Mail:
Uma ora avrà alcuni incredibili modelli femminili da guardare in Lea e mia madre. Non vedo l’ora che lei sviluppi un legame incredibilmente speciale con entrambe.
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“Da grande racconterò a mia figlia questa storia”
Un video caricato su YouTube dal canale KGW News mostra un servizio in cui viene sottolineato esclusivamente l’eccellente lavoro dei medici, senza mostrare dubbi, porre domande, solo un plauso generale, e una serie lunga di: “Grazie mille”, “L’ho fatto con gioia, è stato bellissimo”. Poi uno dei padri dice: “Da grande racconterò a mia figlia questa storia”. E chissà come reagirà la piccola Uma!
Alcune considerazioni di ordine medico
A parte la gioia anche nostra per l’arrivo di una nuova vita, la vicenda si presta ad alcuni interrogativi in primis di ordine medico. Considerata la possibilità in quello Stato di adottare anche per una coppia omosessuale, quale considerazione di ordine biologico può giustificare una gravidanza surrogata di una donna di oltre 60 anni, comportante notevoli rischi personali – corsi anche per il bombardamento ormonale a cui si è dovuta sottoporre – oltre che per il feto, la cui salute attuale e futura è condizionata non solo dai gameti da cui ha preso origine, ma anche dalla qualità dell’ambiente gestazionale in cui si sviluppa?
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Chi pensa ad Uma?
La scelta di questi adulti, il loro “delirio di onnipotenza”, non è una grave violenza nei confronti della bambina? Nessuno pensa al futuro psicofisico di Uma, che avrà come modelli di riferimento due padri ma anche due madri, rispettivamente la nonna (portatrice) e la zia (donatrice)? I diritti del minore che per primo deve essere tutelato vengono così “dimenticati” in nome di un desiderio che diviene patologico, egoistico e infantile. Non si può disporre della vita a proprio piacimento! Non si può ottenere ciò che si vuole ad ogni costo, soltanto perché le moderne tecniche scientifiche lo permettono.
Una apparente generosità che è solo perversione
Viene inoltre da chiedersi come abbia fatto il figlio a non inorridire di fronte alla prospettiva che la madre concepisse un bambino che poi sarebbe diventato suo, facendo presumere l’esistenza di un rapporto edipico irrisolto, e quantomeno evidenziante l’estrema intrusività della genitrice nell’intimità della sua vita. E questa donna sulla spinta di una apparente generosità non nasconde una perversione sia di tipo narcisistico, attraverso i riflettori che ha fatto accendere su di lei, che di tipo “sessuale” attraverso la triangolazione di fatto effettuata all’interno del rapporto fra il figlio e il suo compagno?
Cecile voleva vedere suo figlio felice con una bambina in braccio (come un trofeo? una borsetta da indossare?) ma il suo sogno diventa perversione perché come ha affermato la scrittrice Susanna Tamaro scagliandosi contro la gestazione per altri:
L’idea che il fine di ogni vita sia la felicità e che tutto sia giustificato in nome dell’amore è una delle perversioni del pensiero post moderno, oltre che uno dei chiari sintomi della condizione più che crepuscolare del mondo occidentale.