Ben vengano manifestazioni e campagne di sensibilizzazione. Ma leggendo l’Enciclica “Laudato Si” possiamo cominciare, concretamente, ad agire e vivere meglio
Manifestazioni oceaniche in tutto il mondo per il clima: milioni di persone hanno sfilato da New York a Londra per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Sopratutto i giovani sono scesi in campo per supportare questa battaglia. Ben vengano iniziative su scala globale di questo genere, ma si può agire concretamente e nella direzione giusta già facendo le cose giuste nella propria quotidianità. E l’enciclica di Papa Francesco, Laudato Sii, offre dei suggerimenti efficaci e pratici. Eccone sette, rilanciati da Avvenire (15 marzo).
1) Differenziata e cultura dello scarto
Differenziare umido, carta e cartone, plastica, alluminio, vetro, metalli ferrosi, significa prima di tutto diminuire l’estrazione delle corrispondenti materie prime e dei processi produttivi collegati: ciò che una volta si considerava scarto, insomma, oggi può diventare “materia prima seconda”.
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2) Gli allevamenti e la cura degli essere viventi
Trattare con cura gli altri esseri viventi, si legge nella Laudato sii. Gli allevamenti intensivi, fabbriche di carne dove gli animali sono tenuti in condizioni innaturali, sottoposti a privazioni e sofferenze, sono tra le attività che più contribuiscono al degrado del pianeta. Secondo la Fao l’impatto di queste strutture è insostenibile: sono responsabili del 14,5% della produzione globale di gas serra (Ghg).
3) I consumi dei condizionatori
Un passaggio della Laudato si’, paragrafo 55, cita il crescente uso dei condizionatori d’aria come esempio di «abitudini nocive di consumo». Più che una condanna dell’oggetto è un esempio di come, nella ricerca di un «profitto immediato», i mercati stimolano la domanda di oggetti il cui abuso può far danni. Nel caso dei condizionatori le controindicazioni non sono poche. Un piccolo impianto produce il 40% delle emissioni domestiche di CO2 di un’abitazione in cui vive una sola persona. Anche considerando i modelli a basso consumo (a pompa di calore, con inverter) l’energia necessaria per abbassare la temperatura di un grado è fino a 4 volte superiore a quella che serve per alzarla di un grado.
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4) Spegnere le luci
Quante luci utilizziamo quando siamo a casa? È una delle domande che papa Francesco invita a porsi. Il tema è quello del risparmio energetico. Utilizzare solo la luce di cui abbiamo bisogno, e non sprecarla, significa infatti dover produrre meno energia, impiegare meno risorse energetiche e, siccome il mix energetico mondiale vede ancora una larga prevalenza delle fonti fossili, produrre meno emissioni di CO2. Non si tratta solo di spegnere lampade e lampadari quando si esce, ma di prendere quei piccoli accorgimenti che possono fare grandi differenze: l’utilizzo di lampadine a Led, che abbattono fino al 90% il consumo di energia.
5) Usare meno acqua
L’acqua, ha sottolineato il Papa nell’enciclica, è un bene prezioso ma limitato e sempre più persone rischiano di non averne a sufficienza. Negli ultimi decenni i consumi mondiali di acqua sono aumentati di quasi dieci volte: il 70% è impiegata per l’uso agricolo, il 20% per l’industria, il 10% per usi domestici. Nei Paesi occidentali una persona utilizza 162 litri al giorno, di cui 80 per l’igiene personale e 24 per la nutrizione, quando secondo diversi studi ne basterebbero 50.
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6) Carta e foreste
Risparmiare sulla carta è un piccolo gesto che può produrre enormi benefici.Per ottenere una tonnellata di carta nuova servono infatti 15 alberi, 440mila litri d’acqua e 7.600 Kwh di energia elettrica. Un processo che comporta innanzitutto il disboscamento delle grandi foreste e quindi l’aumento delle emissioni inquinanti che queste sono capaci di assorbire. La produzione di carta riciclata invece, oltre a risparmiare la vita agli alberi, richiede il 60% in meno di energia e l’80% in meno d’acqua rispetto alla carta vergine, e genera il 95% in meno di inquinamento atmosferico.
7) Troppo cibo perduto
Cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, come suggerisce Francesco, non è solo un modo per rispettare chi ha meno, ma per creare le condizioni perché gli alimenti possano entrare in un circolo di ridistribuzione. Ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, un terzo del cibo prodotto, va perduto o sprecato (stime Fao). La gran parte degli sprechi alimentari, oltre il 40%, avvengono tra le mura domestiche, il resto in fase di produzione o distribuzione.
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