separateurCreated with Sketch.

La canzone benaugurale di Bob Dylan ispirata a Mosè e Aronne

Bob Dylan
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/01/19
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

“Forever Young” è un bell’augurio per il nuovo anno da dedicare ad una persona cara. Trae spunto dalla Bibbia, in particolare dalla Genesi e dal libro dei Numeri

«Il Signore parlò a Mosè e disse: “Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti, direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò”».

È la prima lettura della liturgia che la Chiesa ci propone per il primo giorno del nuovo anno, tratta dal Libro dei Numeri.

A questi versetti si ispira l’apertura di “Forever young” – “Per sempre giovane” –, celebre canzone di Bob Dylan, di buon auspicio per l’inizio di un nuovo anno.

«Possa Dio benedirti e proteggerti sempre / possano tutti i tuoi desideri diventare realtà / possa tu sempre fare qualcosa per gli altri / e lasciare che gli altri facciano qualcosa per te / possa tu costruire una scala verso le stelle / e salirne ogni gradino / possa tu restare per sempre giovane / per sempre giovane per sempre giovane / possa tu restare per sempre giovane».



Leggi anche:
5 canzoni di Bob Dylan ispirate dalla Bibbia

Il sogno di Giacobbe

Altre immagini bibliche si sovrappongono, come la “scala verso le stelle”, che evoca la storia di Giacobbe e il suo sogno, raccontato nel capitolo 28 del Libro della Genesi: «Una scala poggiava sulla terra mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco: gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa».

È intessuta di questa trama la canzone pubblicata sull’album “Planet waves” del 1974 e scritta da Dylan con il pensiero a uno dei figli. Ma è un augurio che ciascuno di noi può rivolgere a una persona cara, a un amico, desiderando la sua felicità.

«Possa tu crescere per essere giusto / possa tu crescere per essere sincero / possa tu conoscere sempre la verità / e vedere le luci che ti circondano / possa tu essere sempre coraggioso / stare eretto e forte / e possa tu restare per sempre giovane / per sempre giovane per sempre giovane / possa tu restare per sempre giovane».



Leggi anche:
Bob Dylan, dalla Bibbia al Premio Nobel per la Letteratura

Un inno alla vita!

È un inno alla vita, un’apertura al futuro, l’augurio per la ricerca della bellezza, per affrontare con determinazione una vita protesa verso gli altri e con coraggio le difficoltà che inevitabilmente accompagnano il vivere quotidiano, al di là dell’età anagrafica (RomaSette, 18 dicembre 2018).

Ispirato dalle Sacre Scritture

“Forever Young” si inserisce nel percorso artistico di Dylan, che non cita semplicemente la Bibbia ma, per così dire, “parla” la Bibbia, che gli fornisce lessico, sintassi, figure retoriche e strutture di pensiero. «Sarebbe troppo poco dire che Dylan legge la Bibbia, cita dalla Bibbia, si fa ispirare dalla Bibbia», ha scritto Alessandro Carrera.

«Dylan è letteralmente attraversato dalla Bibbia, annega nella Bibbia e con la Bibbia risorge alla superficie. Non c’è quasi allusione oscura nelle sue canzoni che non sia riconducibile a un riferimento biblico» (La Bibbia di Bob Dylan, Ancora editrice).



Leggi anche:
Ho iniziato a prendere sul serio Gesù grazie a Bob Dylan

Levitico e Apocalissse

In un’intervista a Budapest del 1991 affermo’ di leggere «in continuazione» la Bibbia, e che preferisse il Levitico e il Deuteronomio. Sull’Apocalisse aggiunse: «Non avverrà con l’acqua, ma con il fuoco, la prossima volta. E’ stato scritto» (www.maggiesfarm.it/).

Non è un caso che fin dall’inizio, infatti, negli anni 60′, sono già rintracciabili in molte sue canzoni riferimenti biblici e religiosi, prendiamo “Gates of Eden” , “With God on Our Side“, giusto per citarne qualcuna (Aleteia, 13 ottobre 2016).

https://www.youtube.com/watch?v=M7FKyouUIsQ

“Forever Young” nel 1974 chiude questa fase “cristiana” della carriera di Dylan per lasciar spazio a quella “gospel”, in cui gli elementi biblici saranno presenti in modo meno marcato.