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La missione speciale del santo normale

MAN ON UNDERGROUND
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Giuseppe Corigliano - pubblicato il 19/11/18
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Anche noi laici abbiamo una chiamata speciale; consiste nell’avere la fede e l’amore a Dio e al prossimo dei grandi santi vivendo nella normalità e portando a chi incontriamo l’unico annuncio davvero lieto.Il Santo Padre fin dall’inizio del suo pontificato, e anche prima, ha insistito sull’immagine di una Chiesa “in uscita” che porta il messaggio di Cristo. Una missione apostolica che riguarda anche i laici. Come si configura un laico apostolico? non certo con l’imitazione del sacerdote o del frate predicatore: persone dotate di una vocazione specifica. Il laico ha una missione sacerdotale da compiere (portare Dio al suo prossimo) ma con il suo stile caratterizzato dalla normalità. Deve vivere la fede dei santi e un amore grande, per Dio e il prossimo, in un contesto quotidiano.

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Deve essere straordinario  (perché la fede e l’amore non ammettono limiti) muovendosi nell’ordinario. Diciamolo pure: non siamo abituati a immaginare persone così. Forse ognuno di noi ha nei suoi ricordi un parente che ha lasciato una scia luminosa per le sue virtù ma manca una letteratura sulla santità nella vita ordinaria.



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Il laico santo irradia la gioia del suo abbandono nel Signore: è una persona positiva perché sa che la Provvidenza provvede. Sa essere amico, non è suscettibile e sa volare alto sulle asperità della vita quotidiana; conosce l’arte del voler bene che è un’arte raffinata che non si finisce mai d’imparare. In famiglia è sereno e mansueto, capace di digerire l’ordinaria follia che tutti ci portiamo appresso. Sa di essere poca cosa ma che con l’aiuto di Dio può fare grandi imprese: è un imprenditore di Dio. Comprende tutti, è laborioso, si adatta alle situazioni, sa ridere di se stesso, non si sconforta, chiama Gesù per nome.

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