I limiti che si sono visti fino ad oggiÈ cominciata ieri la lettura e la discussione tra i padri sinodali della bozza del Documento finale della XV Assemblea sinodale dedicata ai giovani, in vista dell’ultimo atto che si terrà Domenica prossima in piazza San Pietro, dove Papa Francesco chiuderà l’evento con una solenne Concelebrazione Eucaristica. Il testo sarà votato nel dettaglio, paragrafo per paragrafo, e non in blocco come si era pensato in un primo momento, e ciò garantirà una discussione conclusiva molto articolata.
Saranno i contenuti di questo documento a dare – visto dall’ottica dell’opinione pubblica – la “misura del successo” dell’assemblea sinodale. Permetteranno infatti di capire quanto la Chiesa Cattolica sia riuscita ad entrare in sintonia e dialogo con i giovani cattolici, ma più in generale con tutti i giovani del mondo. Questo “entrare in sintonia con …” (gli uni e gli altri) era uno degli scopi prefissati fin dall’inizio della preparazione dell’evento.
Le proposte, poche e deboli, per ora
Per ora, dopo 17 giorni di lavoro in assemblee plenarie e circoli linguistici, non sembra che i padri sinodali abbiano avuto un’incisiva capacità di proposta per dare seguito alle molte discussioni nate, spesso abbastanza profonde e legate a vari argomenti, anche particolarmente sensibili. In questi giorni, forse per la delicatezza e complessità del tema, non si sono sentite voci e proposte audaci e creative, come era invece legittimo attendersi dopo l’esortazione di Papa Francesco, ribadita a più riprese, di lavorare con coraggio e libertà, pensando non solo ai giovani cattolici bensì a tutti i giovani del mondo.
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A questo punto, oltre agli interrogativi sulla capacità propositiva dell’Assemblea sinodale, sorge un altro serio dubbio: cosa dirà il Sinodo ai giovani non cattolici che, ovviamente, sono la maggioranza dell’umanità? Con quali risorse i giovani cattolici, dopo questo Sinodo, si rapporteranno con le nuove generazioni che stanno fuori dalla Chiesa, che appartengono ad altre confessioni religiose, che non sono credenti?
Il Sinodo sino ad oggi, e sappiamo che manca la parte finale che può essere determinante, non ha parlato ai giovani del mondo che non sono cattolici. Sino ad oggi il Sinodo, e forse era previsto che fosse così, si è svolto in modalità “interna” (intraecclesia), rigorosa e severa. Le “uscite” verso le periferie giovanili non si sono viste, almeno sino adesso. Forse ci saranno nel documento finale, ma al momento si deve constatare una separatezza tra l’assemblea sinodale e il vasto arcipelago delle nuove generazioni.
Cosa può succedere dopo il Sinodo? Dipende dal coraggio
È possibile che l’apertura ai giovani non cattolici comincerà dopo la chiusura dell’assemblea, con le conclusioni sinodali. Si vedrà nei prossimi mesi. Momentaneamente, a pochi giorni della chiusura dell’assemblea non è così. Il tutto, per ora, resta grandemente ermetico e buona parte delle comunicazioni quotidiane dei lavori sinodali di queste settimane sono rimaste criptiche per i giovani estranei al cattolicesimo.
Per quanto riguarda il dialogo e la connessione dell’Assemblea sinodale con l’arcipelago delle nuove generazioni sembra che la presenza, nel Sinodo, di oltre 30 giovani e giovane non sia stata, per ora, di grande e immediato aiuto. Spesso, almeno da quanto si è potuto leggere e ascoltare, questi giovani, quelli più mediatici, sono stati fortemente “targati” perché al centro della loro presenza e testimonianza è stato più il carisma dei movimenti ecclesiali di appartenenza e provenienza che lo sguardo della chiesa tutta.
Molta identità e poco dialogo e apertura. Molta autoreferenzialità movimentista e poco slancio verso i lontani, l’ “altro”.
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Molto clericalismo e poco coraggio per rompere e cambiare. C’è molta strada da fare ancora e forse il Sinodo alla fin fine sarà il primo passo di questo cammino urgente e necessario.