Sai che il 90% della sofferenza che vivi dipende da te? Dalla sapienza del Vangelo Chiara Amirante impara e insegna a vivere felici, anche quando dobbiamo soffrireQueste ultime tre sere la figlia maggiore mi ha chiesto di leggerle cose che parlino di Dio, del Paradiso e di come caspita si possa fare ad affrontare la morte quando sarà la nostra ora. Che sarà fra tipo 80 anni, vero mamma?
A parte il fuoco di fila di domande con le quali ci tiene spalle al muro (e cuori in alto, Dio benedica questa ragazza che non le manda mai a dire!) e l’aspetto di sofferenza e ansia che queste inquietudini febbrili le provocano, grazie a lei sto vivendo questi giorni come una molesta benedizione.
Una fatica immane condita con dolore materno viscerale e un appello improrogabile a rendere ragione della mia fede personale. E anche di quella vissuta col marito, loro padre. I figli sono crogioli e sono tribunali domestici impietosi e salvifici.
Alla fine di una sera in cui non sapevo proprio più che pesci pigliare ho pigliato un libriccino che stazionava sulla libreria della camera da letto da qualche anno, ingiustamente, spocchiosamente snobbato o forse solo coperto dall’oblio e dalla fretta che sempre ci suggerisce altre priorità: Il paradiso non può attendere, di Chiara Amirante edizioni OCD.
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La spiritualità di Chiara la conosco ancora superficialmente mentre lei, lo si capisce al volo, conosce gli altri presto bene e profondissimamente perché li legge direttamente in Cristo. E’ una donna che ad un certo punto ha preso il Vangelo e ha iniziato a viverlo davvero ed è esplosa di gioia. E con questa luce si inoltra nelle profondità, negli inferi contemporanei dell’uomo assetato di un Dio che non conosce più se non per respingerlo rabbiosamente. Lei ha pazienza (soprattutto per la sua familiarità con il patire!) e tenacia e ha il Vangelo. E ha Cristo con sé; e così, armata di tutto punto e spoglia di ogni orpello, si avvicina a tanti cuori. Ed è proprio così, per interposte pagine, che ha toccato anche il mio e quello della figlia grande (e delle sorelle più piccole, credo, fino a che riescono a stare sveglie alla lettura serale).
Un capitoletto dell’opera titola così: Come vivere la sofferenza? (Pag 45)
Dopo averci detto di rileggere per bene il primo libretto della stessa collana, Pregare è amare, desidera offrirci altre grandi luci accese sempre dalla Parola di Dio.
Non affannatevi per il domani, a ogni giorno basta la sua pena ( Mt 6,34)
E’ la prima volta che leggo così questa parola. Non come un vago suggerimento di un Gesù quasi disilluso che dice di sopportare i dolori che di sicuro affliggeranno ogni nostro giorno ma come una specie di ginnastica posturale dello spirito che corregge tutto il nostro scheletro, distende i muscoli, orienta meglio collo e capo.
Vivi ora, concentrati sull’adesso. Questo vuol dire. Chiara spiega con gli argomenti che la sua stessa esistenza le offre:
Vi assicuro che è veramente una svolta incredibile. Ve lo dice una persona che la sofferenza la conosce bene. Da tanto tempo sono ammalata; sono guarita, poi mi sono riammalata, e così via. Se dovessi pensare che devo stare male così come sto ora ancora per un po’ di tempo, mi prende un colpo, perché non ce la faccio a pensare di dover soffrire anche solo un’altra settimana con questa intensità. Allora mi concentro sul momento presente, ho questo “adesso”, vivo questo “adesso” (..) e ho la grazia per portarne il peso.
(…) Lui è Colui che è, l’eterno Presente! La grazia arriva nel momento presente per questo preciso momento. (…) Essere qui, concentrati sul momento presente: allora hai la grazia. Sulla sofferenza che hai già vissuto o su quella che dovrà arrivarti, non ce l’hai. (…) vivi bene quell’attimo con amore e sentirai che hai una grazia in più per vivere bene quella sofferenza. (Ibidem, p.46)
Questa sì che è vera sapienza; non abbiamo bisogno di versioni semplificate, di traduzioni fitness di questo insegnamento di Gesù. E’ molto più che mindfullness: è pienezza di vita vera, perché attinge da Colui che è il Presente e l’Eterno.
Sì, ma come la mettiamo con le piccole, medie, grandi scocciature della vita di tutti i giorni? Questa è la riposta per i grandi dolori per le prove maiuscole…
Secondo Chiara e anche secondo San Paolo non è così.
Quando ti senti schiacciato da qualunque tipo di sofferenza, il sapere che c’è un Dio che ha dato la vita per te è un grandissimo aiuto.
C’è un passo molto bello della Scrittura:
«Quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato per me una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo. (…) Ho accettato di perdere ogni cosa reputandola spazzatura per guadagnare Cristo, per conoscere la potenza della sua risurrezione con la partecipazione alle sue sofferenze.» (Fil 3, 7-10)
(…) Ogni vantaggio è una perdita e io sono disposto a perdere ogni vantaggio per guadagnare Cristo. Quando hai capito questo, il 90% delle sofferenze svanisce. Dare troppa importanza a tutto quanto non è per il Signore ci procura molta sofferenza.
Ti rubano la macchina? Non casca il mondo! Ti lascia la ragazza? Vai avanti lo stesso. Non arriva quella promozione che attendi da tempo? Pazienza! Tutto è spazzatura in confronto alla possibilità di guadagnare Cristo. (Ib. p.47)
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Allora non ci servono tecniche di rilassamento, non solo almeno. Non occorre affinare le tecniche di problem solving per rimuovere le cause dei problemi che ci si parano davanti; non basta ingegnarsi nel prevenire, gestire, trarre vantaggio da situazioni sfavorevoli. Bisogna sapere con Chi fare la traversata e scoprire che la Sua compagnia, persino nella sofferenza, anzi particolarmente nella sofferenza, significa Paradiso.
Ecco, quando i figli non sono più in età da favole della buonanotte possiamo passare anche a letture di questo tipo. Alla fine, in ogni caso, dormivano tutte…