L’ultima volta che la crisi ha colpito la mia vita – nella Chiesa e in famiglia –, mi ha portato fino in fondo e poi mi ha ritirato suUn po’ più di dieci anni fa, ho iniziato a piangere all’improvviso nella mia Honda Civic nera sulla corsia di sorpasso della I-91 vicino a Meriden, nel Connecticut (Stati Uniti).
Stavo andando dal Bradley International Airport a New Haven. Da adulto avevo pianto forse solo un’altra volta. I singhiozzi mi scuotevano il corpo e rendevano difficile concentrarsi sulla strada. Erano l’inizio di un periodo di grandi dubbi nella mia vita, dubbi che mi avrebbero costretto a ricostruire perché credevo quello che credevo come cattolico.
Stavo tornando dall’Arizona per far visita a mia madre. Le era stata diagnosticata la malattia di Lou Gehrig il 9 febbraio – Mercoledì delle Ceneri. Mentre i sacerdoti dicevano “Ricordati che sei polvere e polvere tornerai”, il suo medico le stava dicendo la stessa cosa, anche se in modo meno poetico.
Per mesi prima di allora la famiglia si era accorta che c’era qualcosa che non andava. Nel corso dell’estate aveva iniziato a farfugliare, e mio padre aveva cominciato a ricevere telefonate private da amici preoccupati – e dai suoi tre figli – che si chiedevano se lei avesse iniziato segretamente a bere.
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Per la festa del Ringraziamento riusciva a malapena a parlare. Nessuno sapeva cosa non andasse, ma tutti capivano che si trattava di qualcosa di grosso.
Quando sono andato a trovarla dopo la diagnosi, mi sono trovato di fronte alla più grande sofferenza che avessi mai visto così da vicino. Ogni volta che si soffocava mentre cercava di mangiare, ogni volta che gocciolava saliva e gorgogliava, ogni volta che digitava un messaggio sulla macchina che parlava per lei con una strana voce metallica il mio mondo inaridiva un po’.
Avevo letto tutto sul problema della sofferenza, ma non mi aveva preparato a quello che stavo vivendo. Avevo letto perfino quegli autori che sottolineano come leggere sulla sofferenza non prepari ad affrontarla. Non mi avevano preparato neanche loro. La vicinanza alla sofferenza reale suscitava in me una profonda repulsione: non riuscivo a capire come il mio Dio onnipotente potesse starsene comodamente seduto mentre mia madre perdeva il controllo dei suoi muscoli uno per uno.
Ma il viaggio di mia madre verso la tomba non è stato l’unica crisi di fede che ho affrontato.
Ho vissuto la crisi che ogni cattolico stava affrontando, ma che il mio sottogruppo scelto di cattolici ha affrontato in modo particolarmente negativo nella persona di padre Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, un ordine religioso che gestiva un gruppo laico. Quando il Vaticano ha rivelato la verità sul fondatore, ha detto che era colpevole di “veri crimini” e che aveva condotto “una vita priva di scrupoli e di autentico sentimento religioso”.
Aveva molestato seminaristi, vissuto more uxorio e condotto una doppia vita di massima depravazione sessuale.
E così mi sono ritrovato a dover affrontare due fatti sconvolgenti. La Chiesa di Dio a volte ordina persone che poi si rivelano mostri, e questi a volte vengono incaricati della cura di persone come me.
E Dio a volte guarda mentre coloro che ama soffrono agonizzando, come morti viventi.
Le due verità mi si stagliavano davanti come giganti che offuscano il sole: Dio stava guardando mia madre mentre veniva colpita e non faceva niente, e la mia sentita “vocazione” nella Chiesa di Dio era stata progettata da un pervertito.
Le parole di un sacerdote all’epoca dell’università mi facevano continuare a lottare con i miei dubbi anziché gettare la spugna e andarmene.
“Ora sei pieno di fede”, aveva detto padre Arthur Swain a un gruppo di noi durante la Messa quotidiana. “Siete giovani e idealisti, ma non lo sarete per sempre. Credetemi, tra qualche anno, quando vedrete ciò che la vita ha in serbo per voi, la vostra fede vacillerà. Quando questo accadrà, dovrete ricordare che siete dei cattolici battezzati e confermati. Dio vi ha promesso di darvi quello di cui avete bisogno per mantenere la fede ed essere santi. Non permettete che questa promessa si infranga. Insistete sulla fede. Se perdete la vostra fede, arrabbiatevi per questo. Vi ha promesso la fede. Non dategli tregua”.
Ero scettico riguardo a questa profezia quando l’ha pronunciata. Sarei sempre stato fedele – la fede sarebbe sempre stata facile.
Ma ora che stava accadendo tutto questo, la mia fede si stava dissolvendo. Ho fatto quello che mi aveva detto: ho pregato con rabbia, insistentemente, e poi disperatamente. “Come osi? Come osi permettere che mia madre venga schiacciata come un insetto? Come osi permettere che la tua Chiesa santa, cattolica e apostolica venga messa in scacco da un mostro? Chi sei?”
E non l’ho fatto una volta sola, ma ogni giorno per un’ora. Ho trascorso letteralmente un’ora ogni giorno durante la pausa pranzo davanti al tabernacolo, chiedendo sempre le stesse cose. Recitavo un Rosario finché la domanda mi interrompeva. Seguivo la Via Crucis fin quando mi trovavo davanti alla decima stazione, capendo che mi ero perso nella rabbia per 15 minuti e che la mia ora era terminata.
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Mi sentivo come se stessi affondando in preda alle correnti di menzogne. Avevo bisogno di toccare il fondo. Alla fine ho inteso la questione come aveva chiesto padre Swain. Ho iniziato a esaminare le cose della mia vita di fede garantite al 100%, i sacramenti.
Ho cominciato dal Battesimo. Ho cercato le promesse battesimali, ho letto quello che il Catechismo dice al riguardo e ho chiesto a teologi, sacerdoti, religiose e persone di Chiesa di buona volontà. Domande difficili. Incessantemente.
Il Battesimo ti dà fede, speranza e amore – e i doni dello Spirito Santo e gli strumenti necessari per essere felici. È garantito. Non è automatico, come un motoscafo, ma è garantito. Ricordo il fuoco negli occhi di padre Swain mentre insisteva che chiedessimo quelle cose, e allora le ho chieste.
Raccomando caldamente a chiunque abbia dei problemi nella propria fede di fare lo stesso. Esigete fede, amore, saggezza, comprensione, tutto. Insiste su questo, in modo onesto, deciso e ripetuto. Non dategli tregua.
Farà ciò che ha promesso. Deve farlo.