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Chesterton alla moglie: m’inginocchierò sempre di fronte alle tue ferite (VIDEO)

G. K. Chesterton 1874 - 1936, English Author With His Wife Frances Blogg. From The Chestertons By Mrs. Cecil Chesterton, Published London, 1941. (Photo by: Universal History Archive/UIG via Getty Images)

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Annalisa Teggi - pubblicato il 10/09/18
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In questa lettera ancora inedita in Italia, Gilbert conforta l’amata Frances nella malattia: “Il tuo corpo potrà anche essere all’ospedale, ma la tua anima è al parco giochi”.

“Esistono due tipi di donne in cui l’uomo può imbattersi. Il primo è quello delle estroverse, che si sentirebbero libere anche rinchiuse nel Buco Nero di Calcutta (prigione indiana – Ndt). Hanno l’aspetto fisico di chi è sorella del Sole e del Vento, sviluppano tutte le virtù delle figlie dell’Aria aperta: ironia, coraggio, autonomia, Fede, Speranza e Carità. Sono persone molto allegre; l’esercizio delle virtù viene loro facile.

Il secondo tipo è quello delle «fragili», che non sopportano le voci forti e vivono all’ombra di tende chiuse. Sono spesso impegnate a rimuginare su se stesse e sulle persone che non sono andate a trovarle. Sono donne di chiesa e vivono a South Kensington oppure sono teosofe (dedite all’esoterismo – Ndt) e vivono a West Kensington. Talvolta possono essere molto sciocche, soprattutto se hanno un po’ di soldi: i loro affetti, per quanto profondi e commoventi, tendono a stagnare nell’amarezza e nell’acredine. Ma un uomo che fosse rude, freddo o satirico nei loro confronti sarebbe un mostro.
Devono sopportare molto, sofferenze nate dal silenzio e dalla solitudine, in una vita dove ogni giorno sembra l’ultimo; sofferenze che, reali o immaginarie, fisiche o mentali, sono comunque penose. Hanno problemi fisici che io non ho, quindi sarei un bastardo se mancassi loro di rispetto.


G. K. CHESTERTON
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E di fronte ai loro sbiaditi e vecchi fallimenti o delusioni, di fronte alle loro fantomatiche malattie e superflue antipatie – sì, persino di fronte alle loro microscopiche vanità e lamentele, io per primo mi toglierò sempre il cappello. Il Signore, come dice l’antico scrittore, conta tutte le loro lacrime.

E poi, al di fuori di queste due categorie, a un uomo può capitare di imbattersi in un’altra sorta di donna – e se gli capita sarà l’uomo più fiero e più umile di tutti, per sempre.

RAGAZZA, CAPELLI, ROSSI

Les Anderson | Unsplash

È una che, pur avendo ricevuto dal fato le virtù delle donne più deboli, si è ribellata e si è presa le virtù delle forti. È stata presa di mira dalla guerra della Natura e non ne è stata sconfitta, il suo corpo potrà anche essere all’ospedale ma l’anima è al parco giochi; ha un cuore così grande da poter aver in odio i privilegi dati dai suoi disagi e le giustificazioni alla sua depressione.
Sdegna quella filosofia che, discolpandola, la farebbe riposare tranquilla e preferisce la filosofia che la colpisce duro. Nasconderebbe i suoi svantaggi pur di essere terza nella corsa per la vita degli uomini liberi, piuttosto che prima nel paradiso degli egoisti. Per aggiungere un ultimo dettaglio supremo: accade che, avendo anche tutti i difetti delle donne più coriacee, lei soffra di nascosto per colpa dei crolli e dei dolori che adombrerebbero altre donne rendendole pessimiste e, intanto, venga rimproverata in pubblico per la sua allegria troppo spiccata, per i suoi ideali troppo limpidi, per la sua fede troppo fiera.

Se qualcuno mai incontrasse questa creatura in un salone delle feste la vedrebbe come una figura imponente e splendida. Per me, sei semplicemente tu. Tu stessa ammetterai, immagino, che ciò che ho detto assomiglia un po’ al tuo ideale; non è così, carissima?
E ora tu vorresti rovinare tutto, in cambio di un po’ di grossa e grassa salute fisica. E la cosa peggiore è che pure io sono decisamente incoerente e la desidero per te, perché non posso sopportare che tu abbia tre minuti di malessere. Però è assolutamente vero, come dicevo prima, che non avresti mai avuto il carisma che hai (e non saresti mai stata la lezione vivente che sei, quella di una grande anima che nasconde le ferite per poter essere un soldato nella battaglia) se quelle ferite non ci fossero. Oh mia cara, o mia santa scontenta, non vedi che noi vogliamo qualcosa da amare e da adorare e di fronte a cui inginocchiarsi, qualcosa che davvero ci mostri che il coraggio non è un fascio di nervi – e neppure un po’ di ottimismo e una buona colazione? Puoi startene paziente su un piedistallo per un po’? Noi siamo egoisti, ma tu no. No, per il sole e per tutte le stelle del cielo, tu non lo sei.



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Temo però che tutto questo discorso non alteri il fatto che se, tagliandomi la mano destra col coltello che è ora vicino a me, potessi garantirti una salute perfetta per tutta la vita, mi amputerei fischiettando. Ecco, vedi, adesso parlo da uomo che loda la carissima, leale e bella ragazza il cui viso riempie i suoi sogni; in veste di filosofo, invece, che osserva l’influenza di una brava donna sulla società, ho tutte le ragioni per dire che il mondo benedice la tua salute nient’affatto buona.

Mia cara anima coraggiosa, non penso che riuscirei a lodarti meglio di quel che ho fatto in questa strana lettera. Non ci sono molte donne che in queste circostanze (quelle di ascoltare un uomo che le conforta nella malattia) si sentirebbero consolate nel sentirsi dire quanto bene stanno facendo al mondo. Quanto a te, io so bene che ti è di conforto …”

(lettera contenuta in Maesie Ward, G. K Chesterton)