La preoccupazione per l’evento della nascita dopo la storia della gestazione può paralizzarci; ma possiamo anche usarla in modo intelligente, trasformandolaMolte, moltissime di noi, hanno paura del parto. E’ un fatto. Nonostante stiamo facendo un essere umano dal nulla, la paura di riuscire a farlo uscire fa spesso, per non dire sempre, capolino dietro ai pensieri. Questo e’ un bel problema. Non solo (anche se basterebbe!) perché erode la bellezza e la dolcezza di questi mesi, ma anche e soprattutto perché il bagaglio di paura, con annessa adrenalina e ormoni dello stress vari, e’ il bagaglio meno fornito di strumenti utili per il giorno del parto.
Ogni preoccupazione, pensiero negativo e paura ha un impatto molto forte, e proprio biochimico, sul tuo cervello, sul tuo bambino e sul tuo parto. Diventa fondamentale, allora, fin da subito, usare in modo positivo ogni preoccupazione e imparare a pensare in modo costruttivo. La paura può essere un freno e un fardello (biochimico! Scatena adrenalina, ci parla di tigri dai denti a sciabola, e le cose in sala parto tendono a rallentare parecchio e farsi assai dolorose), oppure una piattaforma da cui prendere la rincorsa. Usiamola per prendere la rincorsa e spiccare il volo allora!
Qui ti lasciamo un piccolo esercizio. Come tutte le cose serissime, un gioco. Prendi un bel foglio e dividilo in due colonne.
Nella colonna di sinistra scrivi TUTTO quello che ti preoccupa o spaventa rispetto al tuo parto. Senza filtri ne’ giudizi. Puoi farlo con il futuro papà o da sola, tutto in una volta o tornarci a più riprese mano a mano che ti vengono in mente le cose.
Quando hai finito, e’ il momento di affrontarle una per una. Inutile trascinarcele dietro come un fardello. E soprattutto inutile lasciare che il nostro cervello le interiorizzi come delle aspettative per poi presentarcele in forma di profezia che si autoavvera non appena dovrà dare ordine al nostro utero di lavorare.
Rileggile una alla volta, tira una riga sull’oggetto della paura e a destra scrivi l’antidoto: l’affermazione positiva da formulare al posto di “ho paura di”.
Usa un linguaggio personale, ma assicurati che sia positivo e al presente. Quando puoi rendilo qualcosa che fai tu, che dipende davvero da te. Stai allenando il tuo cervello a pensare in modo efficace, ricordati.
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Niente giri di parole. Fai questo esercizio con ogni dubbio e preoccupazione ti venga in mente per tutto il resto della gravidanza.
Qui sotto trovi alcuni esempi tra le preoccupazioni più comuni e il loro “antidoto mentale”.
Poi Scrivi/Disegna/Stampa/Crea le tue affermazioni positive… e tienile in punti in cui tu possa vederle regolarmente (nell’agenda, sul frigo, sulla scrivania).
Possono essere più o meno artistiche, dal semplice post-it al disegno ad acquerello, secondo la tua personalità. L’importante è che siano parte della tua quotidianità fino a diventare il tuo modo spontaneo di pensare.
Cosa mi fa paura, mi preoccupa, mi mette ansia quando penso al parto e alla mia vita da mamma/papà? |
Antidoto: affermazione positiva |
Accolgo ogni sensazione con calma e rilassamento | |
Le contrazioni | Le onde dell’utero sono un movimento che il mio corpo sa fare. Quando ne sento una arrivare respiro e mi lascio andare.
Ogni onda mi avvicina a conoscere il mio bambino |
Il bambino troppo grande | Il mio bambino è della dimensione perfetta per il mio corpo |
Di non farcela | Sto facendo un intero essere umano dal nulla, di sicuro so anche farlo nascere |
Che il bambino si incastri | Il mio corpo si apre con dolcezza e con potenza. |
Di avere un’ostetrica antipatica | Scelgo con cura chi ha l’onore di assistermi. So di essere protetta |
Questo modo pratico di affrontare e scaricare le paure fa parte di una serie di suggerimenti di attività che stiamo raccogliendo in un diario interattivo settimanale “I Miei 4 Trimestri” per accompagnare tutte le mamme (e i papa’) che preparano un Parto Positivo. Non dimenticarti di iscriverti alla nostra newsletter per sapere appena sara’ pronto per essere acquistato in libreria o scaricato qui sul blog!
Ci ha molto divertite una lettrice che in maniera del tutto spontanea ha usato i nostri bollini proprio cosi’, su dei post it semplicissimi. Grazie Elisa!