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Intervista ai Reale per l’uscita del loro nuovo album “Travoglimi” (VIDEO)

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Giorno 1 Official video - Reale

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MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 28/08/18
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I Mienmiuaif sorpresi e colpiti dall’ascolto delle nuove tracce incontrano i loro colleghi e fratelli nella fede: a che punto è la musica cristiana oggi in Italia?di Giuseppe Signorin

Io e Anita siamo rimasti travolti da “Travolgimi” in riva al mare, qualche giorno fa. Non poteva esserci posto migliore per ascoltare l’ultimo trascendentale album dei nostri amici Reale. Allora abbiamo indossato i panni dei giornalisti (non i Thegiornalisti…) e gli abbiamo fatto qualche domanda perché volevamo saperne qualcosa in più…



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“Travolgimi”, un album che è un invito ad abbandonarsi completamente alle iniziative imprevedibili di Dio…

Esattamente. Siamo abituati a rivolgerci a Dio per “tirarci fuori” da qualche dolore, da qualche situazione difficile. Oppure chiediamo di farci capire, di farci vedere, di darci dei segni, perché non vediamo dove ci sta portando e il salto nel vuoto ci fa paura. “Travolgimi” rovescia il nostro modo di pregare. Dicendo a Dio: io non vedo, non capisco e ho paura, ma se è lì che tu mi vuoi far andare Travolgimi con la tua volontà e fammi sperimentare che davvero darai il centuplo, stupiscimi, non voglio aver paura di far fatica e di fidarmi di Te! Sentiamo profondamente aderente questo disco alle parole che Papa Francesco ha rivolto ai giovani al Sinodo di agosto: “Cari giovani, no alla paura. Siate pellegrini sulla strada dei vostri sogni. Rischiate su quella strada, non abbiate paura. Rischiate perché sarete voi a trasformare in realtà i vostri sogni. I sogni dei giovani fanno un po’ paura agli adulti. Forse perché hanno smesso di sognare e di rischiare, forse perché i vostri sogni mettono in crisi le loro scelte di vita. Ma voi non lasciatevi rubare i vostri sogni, Non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio”. Ecco “Travolgimi” racconta la vita di tutti i giorni vista dagli occhi di un cattolico che rischia tutto sulla Fede e sogna molto, parla di amore, di crisi, di amicizia, di fatica e di sofferenza, ma prevale sempre la speranza.

In che modo siete cambiati rispetto agli altri album?

Abbiamo totalmente ignorato “quello che la gente si aspetta da noi” e abbiamo dato spazio a “quello che è importante raccontare di noi”. Credo sia il punto più libero della nostra missione. È un disco meno generalista e più autobiografico, se possiamo dire così. Vediamo però dai feedback di questi giorni che le nostre fatiche, le nostre speranze, i nostri urli e le nostre gioie sono di tutti e tanti si riconoscono nei testi di questo disco. Attraverso una raccolta fondi su Musicraiser e grazie agli aiuti arrivati anche da altri canali, sono arrivati quasi 20.000 euro che abbiamo potuto investire totalmente nella produzione dell’album in tutte le sue fasi. Elvira ci diceva che bisogna stare attenti a cosa si chiede a Dio, perché poi Lui te lo dà. Quindi abbiamo dovuto/potuto lavorare bene. Fare, forse per la prima volta, il nostro “mestiere” di musicisti e mettere il meglio della nostra professionalità al servizio di questa missione. Credo che la differenza più grande sia proprio nella qualità e nella libertà, sia della stesura di testi e musiche che nella produzione in ogni fase, musicale, grafica e video. Ce ne siamo un po’ fregati e abbiamo fatto la musica che ci piace al massimo di quello che potevamo. Abbiamo curato molto gli arrangiamenti e ci siamo tolti qualche sogno, come gli archi, i fiati e i cori. Abbiamo sparato alto e tutti ci hanno detto di sì, la Imagina production, il Tycho studio (che cura le copertine di Francesca Michielin), Giacomo Triglia (regista per Ligabue, Afterhours, Brunori sas etc…), quindi beh, di differenze ce ne sono e se hai un paio di orecchie funzionanti te ne accorgi appena lo metti su!

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Il primo videoclip, “Giorno 1”, è mozzafiato: contemplazione in immagini.

Abbiamo cercato Giacomo (Triglia) perché ci piaceva il suo modo di lavorare appunto attraverso le immagini. Non pensavamo ci avrebbe detto di sì e tantomeno che ci avrebbe proposto l’Irlanda. Non abbiamo mai pensato possibile per una nostra canzone uno scenario del genere. Ma lavorare con lui ci ha aperto a nuovi scenari e nuove possibilità. Quando ha sentito la canzone e intuito quello che volevamo trasmettere, subito abbiamo costruito un racconto che sarebbe stato guidato da immagini di spazi aperti che rappresentassero il respiro di cui necessita l’anima, e il fatto che lo puoi vivere dove sei. E così è stato. Ci tengo a precisare che Giacomo non è credente e come molti lontani dalla chiesa fatica a rispettare le istituzioni religiose. È stato quindi bello vedere come il nostro modo di vivere la fede non lo abbia allontanato ma come invece sia cresciuto il rispetto reciproco nei giorni delle riprese che si è riflettuto nel video. È stata una bellissima esperienza.

Un punto sulla musica cristiana oggi?

Punto croce. Scherzi a parte, non basterebbero poche righe per tutto quello che vorrei dire. Credo che bisogna chiarire bene cosa si intende per musica cristiana in Italia e che valore gli si vuole dare.
La musica cristiana è musica che parla di valori universali come il bene, la pace, l’amore etc.. o è musica che parla della fede, di preghiera, di racconto del rapporto personale con Dio? In tutto il mondo, specie negli Stati Uniti e in Sud America, esiste un vero e proprio mercato discografico di Christian Music (anche esagerato), con tanto
di circuiti internazionali di radio, tv, christian music award… le Major mondiali hanno aperto dei rami dedicati, esiste la Universal Christian Music Publishing, la Warner ha prodotto il documentario sugli Hillsong e ha un sacco di subedizioni di christian music, così la Sony e così la EMI e via dicendo. Se aprite iTunes USA, o Brasile, o Polonia, o Inghilterra etc.., nel menù a tendina dei GENERI, troverete al 4° posto Christian music & Gospel. Provate su iTunes italia! Ascoltate le produzioni di Hillsong, Third day, Toby Mac, Thent Avenue North, Matt Maher e se siete fruitori delle radio italiane rimarrete a bocca aperta. Tutta musica da top ten, qualità a standard elevatissimi e testi esplicitissimi, quando non direttamente pezzi di Vangelo. Una cosa in Italia impensabile, per un sacco di motivi che in questi ultimi 5 anni mi sono sempre più chiari.
1) Qui c’è pochissima gente che prega e chi prega si vergogna di farlo vedere. I concerti di christian music non si riempiono da soli.
2) Negli States la musica sta agli americani come in Italia il calcio sta agli italiani.
3) Non esistono canali di diffusione dell’arte cattolica, gli artisti cattolici non sono supportati da nessuno, da nessuna realtà, da nessuna emittente televisiva o radiofonica, neanche interna alla chiesa, non si guadagna e quindi non si investe, né economicamente, né in tempo ed energie. Se fai musica per Dio non fai veramente musica, fai volontariato!
4) Conseguentemente, le poche produzioni di christian music italiane sono
fatte da pochi coraggiosi indebitati che lo fanno nei ritagli di tempo e con le uniche risorse possibili, il più delle volte con scarsi risultati o con enormi difficoltà. Quindi se il livello è basso, le canzoni mediocri (o se belle snobbate) e i personaggi che le cantano sottostimati, che razza di competizione ci può essere?
5) Non c’è una cultura che investa sulla musica e lo spettacolo come veicolo del messaggio cristiano. Siamo rimasti indietro di 30 anni. Anche nei nostri eventi continuiamo a proporre ai giovani le stesse cose, gli stessi vip, la stessa musica che possono procurarsi da soli tutti i giorni, invece di avere il coraggio di rilanciare l’arte cattolica.

Tutto negativo? Assolutamente no, ti parlo dopo aver visto “Travolgimi” primo in classifica generale ad agosto in Italia, battendo i tormentoni estivi e nella top 20 di tanti digital store, con una marea di ascolti streaming inaspettata, sintomo di una grande fame di christian music, i ragazzi ci sono e forse proprio grazie a tutte questa difficoltà negli ultimi anni abbiamo visto nascere nel sottobosco delle periferie cattoliche tanto talento, fresco e coraggioso, ancora lontano dai cuori dei Vescovi ma vicinissimo al cuore della gente e dei giovani. Magari non fa rumore e non riempie i palasport, non ha niente di sensazionalistico per attirare i giornalisti o le tv, ma accompagna nelle case e nelle macchine di migliaia di persone i momenti della quotidianità. Abbiamo scoperto musica cristiana italiana fatta bene, vera, autentica, rivoluzionaria, sono ancora poche realtà ma da qualche parte bisognerà pur cominciare!

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Progetti?

Essere liberi, svegliarci felici, rendere il mondo un posto migliore, vivere da vivi, vedere crescere i nostri figli sereni e forti e invecchiare rimanendo giovani e coraggiosi nell’amore di tanti amici.
Vorrei non svelarti troppi progetti, ma dopo quello che ti ho appena scritto ti dirò che a breve daremo l’annuncio di un progetto che si prefigge di dare una soluzione e una possibilità a chi fa christian music in Italia, a chi vuole farla seriamente e farne una scelta professionale. Abbiamo l’ambizioso progetto di ridare credibilità all’arte soprattutto cattolica, sperando di accendere qualche riflettore in più su chi sta spendendo la vita intera per trasmettere la bellezza della fede attraverso la musica.

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