I risultati di un nuovo studio scientifico«I nuovi dati suggeriscono che il coinvolgimento religioso favorisce la salute mentale, promuove l’impegno sociale, fornisce risorse psicologiche (speranza, ottimismo, senso della vita) e promuove migliori stili di vita». Lo ha riferito un nuovo studio, pubblicato su Sleep Health: Journal of National Sleep Foundation.
La scommessa l’ha vinta, un’altra volta, Blaise Pascal. Il matematico, infatti, azzardò una provocante riflessione: colui che crede vince sempre, se Dio esiste, infatti, otterrà la salvezza. Se si sbaglia, avrà comunque vissuto un’esistenza più serena rispetto a chi non crede. «La religione e la spiritualità influenzano positivamente la salute e la qualità della vita di una persona», ha scritto Christopher Ellison, del Dipartimento di Sociologia dell’Università del Texas ed autore della ricerca.
Il recente studio statunitense, quindi, si aggiunge alla già corposa letteratura scientifica sull’argomento, che abbiamo voluto raccogliere in un nostro apposito dossier.
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Per completezza di informazione citiamo il responso delle ricerche più recenti: le coppie sposate che frequentano assieme la Messa, vivono più a lungo, hanno meno probabilità di essere depresse e meno probabilità di divorziare (30-50% in meno), secondo la Harvard School of Public Health. Su JAMA Psychiatry, invece, si legge che le donne americane che frequentano la celebrazione religiosa almeno una volta alla settimana (o più), hanno cinque volte meno probabilità di suicidarsi rispetto a quelle che non si recano mai in chiesa. Infine, le statistiche dell’indice di felicità nazionale della Gran Bretagna hanno suggerito che i cristiani erano tra le persone più felici della nazione, mentre coloro che non si identificano in una particolare religione hanno generalmente ottenuto tassi più bassi di soddisfazione.
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Casualità? Crediamo di no. Non è indifferente aver o meno afferrato il senso compiuto della vita, aver o meno incontrato la Verità, cioè quel Gesù di Nazareth che è rimasto presente e compagno dell’uomo nei volti dei testimoni della comunità cristiana. Con Dio o senza Dio, tutto cambia, anche nella persona, arrivando al suo benessere psico-fisico.
Lo ha ben accennato il filosofo della scienza Evandro Agazzi, scrivendo: ««Chi crede in Dio, in un contesto anche di ragione e non di pura fede, può riscontrare questo vantaggio: egli è perfettamente in grado di conoscere, spiegare e comprendere quanto conoscono e comprendono anche coloro che non credono e, in più, riesce a comprendere certe dimensioni della vita e dell’uomo che ad essi sfuggono e che costituiscono il senso della vita» (E. Agazzi, Quando Dio aiuta a capire, in Corriere della Sera, 23/06/85, p. 3).
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L’articolo tratto dal sito Unione Cristiani Cattolici Razionali