In coda per confessarsi manca poco per arrivare alle mani, tanto siamo lì apposta a denunciare peccati. Se non stiamo attenti lungo il tragitto forse di particole non ne resteranno più perché tutti ci superano da ogni lato. Eppure questo residuo di agonismo ha un che di sano e vitale. Restiamo concentrati e andiamo a dire il nostro “Amen”, moglie mia.Lettere a una moglie 2 di Giuseppe Signorin
La vita è fatta di dilemmi, amore mio. Accendo il condizionatore così dormo ma quando mi sveglio ho un cane che mi morde il collo e relativo mal di testa o non accendo il condizionatore così non dormo o dormo pochissimo per il troppo caldo ma quando mi sveglio non ho nessun cane che mi morde il collo senza relativo mal di testa? In fila per la Comunione, in chiesa, lascio che mi si superi a destra a sinistra in alto e in basso o taglio la strada a chi tenta il sorpasso e mi tengo il posto? In fila per la Confessione, lascio che mi si vada davanti con una scusa qualsiasi e a volte anche senza scusa o a un certo punto alzo le mani? «Porgi l’altra guancia», consiglia Cristo Amore.
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È quello che dovrei dire io a chi mi vuole fregare dopo avergli già schiaffeggiato un lato o il senso va interpretato in maniera differente? La vita è fatta di dilemmi, amore mio. «Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!», esortava l’atleta san Paolo. Temo che la gente interpreti sine glossa, alla lettera, i passi sbagliati. Tipo questo. In fila per la Comunione sembra di essere a un GP di Formula 1. In fila per la Confessione, dal medico di base. C’è sempre qualcuno che ha la pasta sul fuoco o un parente in fin di vita e non può proprio aspettare.
In fila per la Confessione, probabilmente si potrebbe anche venire alle mani… tanto poi ci si va a confessare. In fila per la Comunione, però, la faccenda è più complicata. La maggior parte delle persone, quando mi precedi tu e stai per uscire dal banco in cui siamo seduti, fa passare anche me subito dietro. Capisce che non voglio rubare niente a nessuno, semplicemente siamo moglie e marito. Però man mano che si procede bisogna fare attenzione: c’è sempre chi fra moglie e marito vuole mettere il dito, che in questo caso significa infilarsi in qualche spiraglio fra di noi, magari in un mio attimo di indecisione, e dire «amen» prima del sottoscritto.
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Ma questo è il rischio di camminare insieme. La Chiesa non è un affare per solisti. «Ci ha riuniti tutti insieme Cristo Amore», recita un verso di una delle hit più conosciute da noi che frequentiamo certi luoghi. Si va da Cristo tutti insieme. Non stupiamoci di nulla. Anzi, forse il fatto che ci sia chi sgomita per raggiungere il Suo Corpo il prima possibile è uno dei pochi segni di vitalità nelle nostre parrocchie, dove tutto ormai ci parla di quanto siamo diventati borghesi, tiepidi, insipidi, dalle copertine dei settimanali vicino alle porte d’uscita al tono di voce con cui «rendiamo grazie a Dio». Sapere invece che qualcuno è ancora disposto a combattere, fosse anche nel momento peggiore per farlo, è una piccola speranza. Che Cristo Amore apprezzi i nostri residui di agonismo ma li indirizzi un po’ meglio… e abbassi la temperatura di qualche grado… «L’avena è un cereale», mi hai edotto questa mattina a colazione. «Ma dai? Pensavo fosse un cane», ti ho risposto e ho iniziato a ridere come un ubriaco, o uno che non ha dormito perché ha preferito non accendere il condizionatore. Sarò fuori come un balcone, oggi. Ti amo.