Accade nella Chiesa australiana. Il vescovo di Adelaide è il più alto prelato al mondo ad aver ricevuto una condanna di questo tipo
E’ stato condannato ad un anno di carcere Philip Wilson, il vescovo di Adelaide, in Australia, per aver coperto gli abusi sessuali di un sacerdote. Il magistrato di Newcastle Robert Stone ha ordinato che rimanga almeno 6 mesi in detenzione prima che possa ottenere la condizionale.
Wilson non andrà immediatamente in carcere. Il tribunale deciderà il prossimo 14 agosto se potrà ottenere i domiciliari. Potrebbe stare con la sorella a Newcastle (Il Messaggero, 3 luglio).
Intanto lo scorso 23 maggio aveva rassegnato le dimissioni dalla guida della sua diocesi.
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I crimini di Fletcher
E’ il più alto prelato cattolico al mondo ad aver ricevuto ad una simile condanna. I crimini di cui Monsignor Wilson era a conoscenza e che non avrebbe riportato alla polizia sarebbero avvenuti negli anni Settanta nella regione di Hinger da parte del sacerdote Jim Fletcher, abusatore seriale morto in prigione nel 2006 a 65 anni, un anno dopo la condanna per pedofilia per aver abusato di una 13enne tra il 1989 e il 1991.
Fletcher avrebbe anche violentato 4 chierichetti (La Repubblica, 3 luglio).
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In attesa di Pell
Una nuova burrasca si abbatte sulla Chiesa australiana, che è in attesa di conoscere il verdetto del processo contro il cardinale George Pell, già ai vertici del Vaticano, da prefetto della segreteria per l’Economia e membro del C9, il Consiglio ristretto dei cardinali che sta riformando la Curia.
Anche Pell è stato accusato di aver coperto abusi di sacerdoti.
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“La pena porti un senso di pace”
I vescovi cattolici australiani riconoscono che «gli effetti di un abuso sessuale possono durare per tutta una vita», ma sperano che «la pena detentiva di oggi porti un senso di pace e di guarigione a coloro che sono stati abusati dal defunto sacerdote James Fletcher». Lo afferma in un comunicato diffuso oggi la Conferenza episcopale australiana in merito alla condanna di Wilson.
“Vergognosa storia di abusi e occultamenti”
«Ci vuole molto coraggio – scrivono i vescovi – perché i sopravvissuti si facciano avanti per raccontare le loro storie. I sopravvissuti sono stati di vitale importanza nell’aiutarci a imparare la lezione della nostra vergognosa storia di abusi e occultamenti, che è stata messa in luce dalla Commissione reale d’inchiesta sulle risposte delle istituzioni agli abusi sessuali su minori e dalle indagini statali, inclusa l’indagine di Cunneen».
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Il nuovo corso della Chiesa
In seguito a quei rapporti, la Chiesa australiana – fa sapere la Conferenza episcopale – «ha apportato sostanziali modifiche per garantire che l’abuso e l’insabbiamento non facciano più parte della vita cattolica e che i bambini siano al sicuro nelle nostre comunità. Continueremo a lavorare con tutti coloro che nella Chiesa e non solo stanno cercando di mettere in atto standard di salvaguardia forti e coerenti in tutta l’Australia, compreso il modo in cui rispondiamo alle accuse di abuso sessuale» (Agensir, 3 luglio).