Al centro dell’azione del neoministro leghista il sostegno alle famiglie con figli e l’inversione della crisi demograficaQuest’oggi sui siti e nelle edicole troverete le interviste che il neoministro della Famiglia e disabilità, Lorenzo Fontana, a rilasciato a Corriere della Sera, Stampa, Messaggero, Avvenire e Gazzettino. Vediamone i passaggi più significativi.
Per Fontana, veronese, sposato, una figlia piccolina e una rivendicazione netta: “sono cattolico”. Europarlamentare per due mandati, conosce bene Bruxelles ma ora è il tempo di occuparsi da vicino dell’emergenza demografica italiana (ne abbiamo parlato spesso) che infatti è l’oggetto sia di un suo libro con Ettore Gotti Tedeschi, sia il punto di partenza – almeno nelle intenzioni – della sua azione come ministro del Governo Conte. Come riporta l’AGI nel volume infatti egli sostiene che
“terribile inverno demografico di un popolo cancella il futuro e l’identità rappresentando inoltre la principale causa del declino economico di una nazione”.
E in Italia tutto ciò starebbe già accadendo, “in un vortice che vede invecchiare la popolazione, aumentare i costi fissi di pensioni e sanità e ridurre la produttività per la mancanza di giovani afflussi al mercato del lavoro, facendo crollare le speranze per il futuro e la voglia di risparmio”.
Ad Avvenire ha confermato questo interesse:
Ministro, sarà un governo «family friendly»?
Speriamo bene. Nel contratto si parla di famiglia e soprattutto si dice quanto sia importante invertire il calo demografico. Faremo tutto il possibile per sostenere le famiglie in particolare nella natalità. Mi batterò per avere tutte le risorse necessarie, spero ci sia la sensibilità per fare finalmente qualcosa di buono. Altrimenti il Paese è destinato a un declino inesorabile.È solo una questione di risorse o anche di cultura diffusa?
Metà e metà. Purtroppo oggi i figli sono visti come un peso, un impedimento per la propria libertà, e non come una risorsa. Invece sono la cosa più bella, le famiglie con tanti figli sono splendide. Adesso c’è un impegno nuovo in un lavoro tutto da fare. Lo Stato deve capire che è suo interesse che ci siano più bambini, e che quindi deve investire facendo quello che serve.
L’idea di Fontana è quella di importare il modello francese che infatti, come anche lui stesso sostiene “ha tutta un’altra demografia”, per farlo vuole introdurre incentivi e sostegno, dall’iva agevolata sui prodotti per l’infanzia, fino all’aumento degli asili nido.
Sugli incentivi, “in Europa sono molti gli esempi di politiche demografiche. In Francia c’è una detrazione fiscale proporzionale al numero dei figli; in Finlandia ogni bebè riceve alla nascita un box-culla pieno di prodotti per l’infanzia, e così via”, dice il ministro. “Si potrebbe pensare a un aumento degli assegni familiari o alla riduzione dell’Iva sui prodotti per i neonati. Oppure, visto che vogliamo la flat tax, applichiamola subito ai nuclei con almeno tre figli”. Sulle risorse, “essendo un ministro senza portafogli darò molto fastidio al ministro dell’Economia. Vanno spese le risorse che servono, altrimenti il Paese è destinato al declino” (HuffPost).
Questo governo tuttavia nasce da un accordo delicato post voto e alcuni temi non sono in agenda, è lo stesso Fontana a dichiararlo su due punti in particolare: diritti civili e aborto. Sul Corriere della Sera alle domande circa il suo pensiero sulle unioni civili e le cosiddette “Famiglie arcobaleno” ha risposto così
È stato accolto da qualche polemica. Ha letto le frasi che le attribuiscono contro i gay? Quelle dove dice che vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo…
«Ma no, non erano contro i gay».E contro chi?
«Contro un modello culturale relativista. Un modello della globalizzazione fatto dai poteri finanziari che disegna un mondo dove non esistono le comunità, e quindi la famiglia che è la prima e più importante comunità della nostra società».Allora non è vero che lei è contro i gay?
«Ma va’. Ho tanti amici omosessuali, del resto ho vissuto a Bruxelles tanti anni dove ci sono anche nelle istituzioni. E poi la questione non è nel contratto di governo, non me ne occuperò».[…]
Lei però è il ministro della Famiglia, non il ministro dei bambini. Come pensa di comportarsi nei confronti delle famiglie Arcobaleno?
« Perché esistono le famiglie Arcobaleno?».Sì, esistono e sono tante in Italia…
«Ma per la legge non esistono in questo momento».
E’ possibile che il Governo intervenga per disciplinare il riconoscimento alle anagrafi comunali delle coppie omosessuali che dichiarano rapporti genitorialità con i bambini adottati o frutto di inseminazione o utero in affitto. Questo sarà sicuramente un fronte caldo con la comunità LGBTQI.
Così come sul fronte dell’aborto, Fontana esclude che sia messo in discussione la 194 ma
“restringere il diritto all’aborto è un tema che nel Contratto non c’è, credo anche che nella maggioranza non esista una sensibilità di questo tipo. Purtroppo, a mio modo di vedere”, dichiara Fontana. “Voglio intervenire per potenziare i consultori così di cercare di dissuadere le donne ad abortire. Sono cattolico, non lo nascondo. Ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà”.
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