Il cardinale Amato: l’età non conta, perché sin da bambini sono testimoni di fede e carità. Dai pastorelli di Fatima a Giovanna d’Arco, dai martiri cinesi a Santa Cecilia
«”Noi facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri”, diceva il quattordicenne san Domenico Savio. Una caratteristica è certamente la gioia. Nei piccoli le virtù cristiane sono praticate con tanta spontaneità e facilità da sembrare un abito di vita fin dal loro battesimo. Questi giovani sono persone piene, colme di grazia divina e di esemplarità umana, alla scuola del Vangelo, fonte autentica di umanità».
Per il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, è importante far riflettere su come nella storia della Chiesa ragazzi, adolescenti e persino bambini affascinati dal messaggio del Vangelo ne abbiano seguito le orme e molti conformandosi a Cristo fino allo spargimento del sangue (Avvenire, 26 febbraio).
Una lunga lista di nomi
«Una Chiesa santa – afferma Amato – è una Chiesa sempre giovane. E certamente sorprende quanti ragazzi e ragazze siano stati annoverati nell’albo dei santi o dei beati». La lista dei nomi agli onori degli altari è affollata di esempi notevoli: dalla diciannovenne Giovanna d’Arco, canonizzata nel 1920, al ventitreenne Luigi Gonzaga, alla ventiquattrenne dottore della Chiesa Teresa di Lisieux fino ai pastorelli di Fatima (i fratelli Marto, Francesco e Giacinta) ancora bambini, di recente canonizzati da papa Francesco.
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Non è un caso che il prefetto ha curato la presentazione al recente volume Santi e beati giovani (di Judith Borer e Maurizio Tagliaferri; Libreria Editrice Vaticana; pagine 86; euro 10) che raccoglie l’elenco completo dei giovani beati e canonizzati curato dalla Congregazione che lui stesso guida dal 1588 a oggi.
Martiri e “confessori”
Tra i santi “giovani” ancora molto attuali, Amato spiega che la venerazione è ancora viva «verso figure come sant’Agnese o santa Cecilia e tanti altri giovani martirizzati nelle persecuzioni dei primi secoli dell’era cristiana dimostra che la loro santità non perde mai di attualità, così come un gioiello d’oro è prezioso in ogni tempo. Il martirio, come la santità, non conosce età, così dal tempo dei Santi Innocenti fino ad oggi sono innumerevoli i santi giovani, siano essi martiri o “confessori” che restano sempre attuali».
Chi sono i santi martiri
La caratteristica del martirio, sottolinea il prefetto, è l’uccisione di innocenti per odio alla fede (in odium fidei). Il 1° ottobre del 2000 è stato canonizzato un gruppo di martiri cinesi. Tra di essi ci sono alcuni giovanissimi, come i piccoli Paolo Lang Fu, di appena 7 anni, Andrea Wang Tianqing, di 9 anni, e Maria Zheng Xu di 11 anni. Anche durante la persecuzione alla fine degli anni Trenta in Spagna, furono migliaia – ad esempio – tra vescovi, sacerdoti, consacrati, laici a cadere vittime dell’odio contro la fede ma è commovente vedere come ci furono giovanissimi seminaristi che andarono al martirio col sorriso sulle labbra e perdonando i loro carnefici.
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Chi sono i confessori
Poi, continua Amato, ci sono anche tanti santi «confessori», coloro, cioè, che hanno vissuto in modo eroico il Vangelo delle beatitudini vivendo una sorta di martirio incruento. Come la tredicenne Imelda Lambertini, beatificata da Leone XII nel 1824 o gli ultimi in ordine di tempo, i pastorelli Francesco e Giacinta Marto, di 11 e 10 anni, canonizzati il 13 maggio 2017 a Fatima. «La loro santità vissuta da bambini non si fonda solo sul fatto di essere i veggenti della Vergine, ma anche sulla testimonianza davvero eroica delle virtù della fede, della speranza e della carità».
Bambini e adolescenti
La minore età, conclude il cardinale, «non è di ostacolo alla perfezione morale e alla santità. Come insegna san Tommaso d’Aquino, “l’età corporale non pregiudica l’anima; di conseguenza l’uomo, anche nell’età puerile, può conseguire la perfezione dell’età spirituale”. Del resto, Gesù stesso diceva: “Lasciate che i piccoli vengano a me”».
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