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Il miracolo più grande: la conversione

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MIENMIUAIF - MIA MOGLIE ED IO - pubblicato il 30/01/18
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“L’amore che cercavi invano nelle creature, te lo poteva dare solo Lui. E allora era possibile anche sposarsi, perché tanto non dovevo darti io tutto l’amore di cui avevi bisogno. Te lo dava Cristo”.Lettere a una moglie #2 (ovvero l’esodo del duo con l’anello noto in tutto il mondo come Mienmiuaif) di Giuseppe Signorin

Solo un po’ alla volta, ascoltandoti raccontare la tua conversione, amore mio, ho capito di essere stato miracolato. Quando ne parli a Radio Maria, o durante i nostri “concerti”, oppure con qualche amico o persona con cui iniziamo a entrare in confidenza. Ormai so la storia a memoria, ma solo gradualmente, essendo io un essere umano di genere maschile, e quindi meno evoluto, ho percepito la portata di quanto ti era successo. E di conseguenza anche a me. Una moglie devota. Di quelle che cercano di salvare le anime. Ma che ho combinato io per meritarmi tanta indicibile follia? Il fatto che dopo il mio cambiamento sia avvenuto il tuo, oggi mi sconvolge. Perché non è per niente facile vedere persone cambiare. Io, quando la mia vita è stata stravolta da Dio, ho dato il tuo radicale mutamento di rotta quasi per scontato. Invece non lo era per niente. Eri davanti alla statua di Cristo risorto, a Medjugorie. Avevi chiesto un segno. Un segno chiaro, perché tu hai un caratterino. Me lo immagino, nostro Signore, di fronte alla tua richiesta. Come dire di no? E Lui, davanti a una statua che lo raffigura risorto, ti ha fatto sentire il Suo amore. Come un abbraccio interiore. Una cosa mistica che neanche riesco bene a capire – ma tanto ho imparato a non capirti, sei una donna, sei pure mistica, meglio non provarci nemmeno a infilarmi nella tua materia grigia (che poi in realtà chissà di che colore è la materia grigia di una femmina, chissà che variazioni cromatiche…).



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Da quel momento non hai più avuto dubbi. Dio esiste. Cristo è il nostro Salvatore. Addio sincretismi ateismi agnosticismi nichilismi… L’amore che cercavi invano nelle creature, te lo poteva dare solo Lui. E allora era possibile anche sposarsi, perché tanto non dovevo darti io tutto l’amore di cui avevi bisogno. Te lo dava Cristo. Io sono una creatura, maschile per giunta. Davanti a una statua di Cristo risorto hai capito tutto questo. In un istante. E sei partita a 1000. Wow. Certo, la conversione non ha implicato in maniera automatica anche il desiderio di cantare nella marito-moglie band dal nome più incomprensibile del pianeta, però piano piano il Signore mi ha fatto anche questa grazia, di avere a disposizione una cantante capace di rendere ascoltabili le canzoni che scrivo. Miracoli su miracoli. Il Signore è esagerato. L’altro giorno mi è capitato come santo patrono dell’anno Leopoldo Mandic, un gigante di santità alto un metro e quaranta. Probabilmente uno dei santi più piccoli – di statura – della storia. Un messaggio neanche troppo criptato dall’Alto? Forse la “piccola via” della nostra Teresina è appena all’inizio, almeno per me? Forse qualcuno mi suggerisce di non dimenticarmi che l’obiettivo è farsi piccoli, minuscoli? Diminuire? Certo, per me è una mission impossible, ma nulla è impossible a Dio, e infatti ha dovuto stravolgere anche la tua vita pur di far rigare dritto il sottoscritto.



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Se non fossi stato pluri-miracolato ora non sarei sposato, questo è certo. Se Gesù non ti avesse fatto sperimentare in un istante il Suo amore e la Sua verità le nostre canzoni non avrebbero la cosa più preziosa: la tua voce. Tu non potresti santificarti con quest’enorme opera di carità nei miei confronti. La tua voce non starebbe per registrare il pezzo più domestico della storia: “Ogni settimana mia moglie mi manda a fare la spesa mensile”, il nuovo mirabolante singolo dei Mienmiuaif, il primo duetto della nostra demenziale epopea coniugal-musicale, che speriamo di riuscire a sfornare nel giro di un mesetto. Che Dio guardi ininterrottamente nella nostra direzione e non ci faccia mai dimenticare che la conversione è il miracolo più grande – e san Leopoldo Mandic non ce le mandi(c) a dire, se necessario. Ok, questa potevo risparmiarmela. Ti amo.

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