I suoi compagni della brigata dei pompieri lo hanno chiamato “L’Unico”, e in effetti essere sacerdote e pompiere non è affatto frequente“Bisogna mettere in pratica quello che si predica, non deve rimanere solo un bel sermone, va applicato. Dobbiamo uscire, andare a trovare i malati, aiutare i poveri, dare la mano a chi è in disgrazia. Tutto questo si fa con l’esempio. Bisogna abbassare l’ego, perdere la paura e spezzare le barriere. Trattare il ricco, l’autista e il netturbino allo stesso modo”.
Don Óscar Fabricio Martínez Limón, sacerdote e pompiere, è vicario della chiesa dello Spirito Santo della diocesi di Córdoba, Veracruz (Messico), e allo stesso tempo membro dell’Eroico Corpo dei Pompieri della sua città.
La sua vocazione di servizio lo ha portato a servire anche da pompiere Dio e gli uomini. Nel 2012 un comandante lo ha invitato a far parte del suo gruppo come membro d’onore, e lui ha accettato con piacere, formandosi poi per compiere questa nuova missione.
Don Óscar Fabricio si dedica a salvare vite come soccorritore ma anche come sacerdote, perché come ha spiegato in un’intervista rilasciata al settimanale Desde la fe “sono prima sacerdote e poi pompiere”.
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Per questo nella sua équipe di soccorso porta sempre con sé la sua stola, una bottiglietta di acqua santa, l’olio per malati e un rosario. In questo modo è preparato anche a pregare con chi soffre, confessare chi lo chiede e impartire l’Unzione dei Malati a chi è in una situazione critica.
Vuole mettere in pratica il mandato di Papa Francesco a giungere nelle “periferie esistenziali” della sua città, e per questo ha spezzato gli schemi, riconoscendo di aver subito l’incomprensione sia dei pompieri che dei sacerdoti.
“All’inizio non ho detto niente al vescovo, anche se ero certo che non stavo facendo niente di male. Alcuni fratelli sacerdoti si sono stupiti e mi hanno disapprovato, mi hanno chiamato pazzo. Con i pompieri è successa la stessa cosa, anche se in misura minore. Col tempo mi sono guadagnato il rispetto e la fiducia dei miei compagni e della gente in generale”.
Padre Óscar, chiamato dai vicini il “padre-pompiere”, è una persona molto apprezzata nella sua località. Per i compagni di brigata è “L’Unico”, perché in Messico non ci sono altri come lui.
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Padre Óscar, che si è ispirato a padre Francisco J. Krill, fondatore del Corpo dei Pompieri a cui appartiene, sapeva che in altri Paesi ci sono sacerdoti-pompieri. Negli Stati Uniti, ad esempio, alcuni hanno offerto il proprio aiuto dopo gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]