La donna di Varese, che dal 1991 sostiene di ricevere messaggi da Gesù, era già stata avvertita a non diffondere più i suoi messaggi che di soprannaturale hanno ben poco. E che ora sono sempre più diretti contro Amoris Laetitia e Papa Francesco
Qualche tempo fa ci eravamo occupati della vicenda delle locuzioni interiori di Sabrina Luraschi e della sua associazione Associazione Riparazione Eucaristica Sacro Cuore.
Nelle ultime settimane le presunte locuzioni interiori di Sabrina (sostiene di riceverle dal 1991) hanno preso una piega sempre più netta: Gesù Cristo le direbbe, ormai ripetutamente, di contestare l’Amoris Laetitia di Papa Francesco e avrebbe stretto un’ “alleanza” con i vescovi che non approvano l’Esortazione Apostolica, come le eminenze Brandmueller, Burke, Meisner, (il defunto) Caffarra, i monsignori Tomash Peta, Jan Pawel Lenga, Athanasius Schneider, Andreas Laun.
“Respingere con pubblica dichiarazione”
Il 4 gennaio, in Chiesa, Sabrina, infatti avrebbe ricevuto questo messaggio da Gesù:
“Scrivi, o diletta anima. Io sono Cristo.” (pausa)
“Sono vicino, con tutto il Mio Cuore, a tutti quei Vescovi coraggiosi che hanno, e avranno, l’ardire santo di giustamente contestare e respingere, con pubblica dichiarazione, l’insegnamento erroneo proposto in Amoris laetitia, da papa Francesco. Amen.(pausa)
“O Miei Vescovi amati!
Io Mi rivolgo oggi a voi, e vi dico: combattete santamente per la Mia Verità e per la preservazione della sana e santa Dottrina Cattolica: quella immutabile, quella di sempre, perché fondata su Norme e Leggi che sono di Diritto Divino. Amen”.
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“La sana Dottrina non muta”
Sempre contro l’Amoris Laetitia, un allarmato Gesù, il 30 dicembre avrebbe detto questo a Sabrina:
“O Miei cari tutti: ascoltateMi con amore, per il vostro bene presente ed eterno: mentre la Mia povera Chiesa, in non pochi dei suoi membri in terra, vacilla pericolosamente, come barca sbattuta qua e là dai venti di una fiera tempesta, voi, o Mio piccolo resto (Luca 12,32), rimanete ancorati e saldi (Colossesi 2,6-7): sul Mio Santo Vangelo – ricordate, o figli amati: la Mia Parola mai passerà! (Luca 21,33) – sulla Santa Tradizione Cattolica, sulla sana Dottrina – che non muta – e sul vero Magistero della Chiesa, Mia diletta Sposa. Amen.” (pausa significativa)
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Il “messaggio” per i divorziati risposati
Il 20 dicembre Gesù avrebbe detto alla donna, senza girarci attorno, di consegnare questo suo messaggio ai divorziati risposati:
“Devi dire alle Mie care anime amate – in Nome di Me: Dio – che l’unica via: santa, retta e buona, per la quale è possibile che le persone divorziate e civilmente risposate possano accedere di nuovo ai Miei Santi Sacramenti di Eucaristia e Santa Confessione, è e si chiama castità”.
“Tutte le altre strade, anche quelle che largheggiano solo un poco nella via del subdolo compromesso – anche se sono insegnate da certi vescovi e pastori, e fosse pure dal papa – non sono la Mia Santa Via (Matteo 7,13-14; Isaia 35,8-10): quella che conduce veramente alla Vita eterna e alla perenne Felicità. Amen”.
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La posizione della Diocesi di Milano
Aleteia ha riportato queste ultime presunte locuzioni per un motivo ben preciso. Abbiamo contattato la diocesi di Milano, in cui rientra Varese, la città di Luraschi, ricevendo una risposta molto chiara.
La Diocesi di Milano «non ha mai approvato i messaggi dei quali la sig.ra Sabrina Luraschi sarebbe destinataria». Il Vicario Episcopale per l’Evangelizzazione e i Sacramenti «è intervenuto già nel 2010 per impedire la diffusione di tali presunte rivelazioni ed altresì per vietare momenti di preghiera pubblici, che potessero in qualche modo avallarle e dare loro ufficialità. Purtroppo l’intervento dell’Autorità Ecclesiastica è rimasto inascoltato».
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L’associazione
La Chiesa ha già richiamato la Luraschi, Che di contro, continua senza sosta a diffondere queste “rivelazioni” mai riconosciute e prive di un’attestazione ufficiale di soprannaturalità.
La Luraschi, insieme a suo marito, ex sacerdote, guida l’Associazione Riparazione Eucaristica Sacro Cuore, che, come affermato in un nostro precedente articolo, riceve offerte da fedeli e sostiene di contribuire alla mensa dei poveri delle suore Vincenziane di Como.