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Prima di essere un indice è stata una donna: Apgar e la pagella della vita! (VIDEO)

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Paola Belletti - Aleteia Italia - pubblicato il 08/01/18

La scienziata americana, Virginia Apgar, dall'osservazione di migliaia di neonati, ha perfezionato un test di valutazione perinatale che permette di conoscere in tempi rapidi lo stato di salute del bambino e di salvare così migliaia di vite

Ultima decisiva spinta. La madre crolla sul lettino, esausta e felice. Le urla del piccolo riempiono tutti di gioia. E’ probabile che si calmino al suono della voce della mamma o al contatto con la sua pelle. Può essere anche che, se non è svenuto nel frattempo, il papà venga coinvolto nel taglio del cordone ombelicale. Il bimbo è nato e sembra stia bene.

Sembra! Ma come si fa a saperlo con maggiore sicurezza e in fretta? In tempo cioè per intervenire ad aiutarlo? Ora ci sembra scontato, perché è una valutazione che si fa in tutte le sale parto. Uno standard, un protocollo internazionale. Il famoso Indice di Apgar, la prima pagella che si meritano i nostri figli appena usciti alla luce.

Si tratta di un esame per nulla invasivo, semplice e veloce. Eppure prima non c’era. Prima che una donna americana,Virginia Apgar si facesse una semplice domanda. Aveva studiato fino alla laurea con risultati eccellenti pur dovendo attraversare peripezie e crisi, compresa quella devastante del ’29, che colpì duramente anche la sua famiglia; si era inserita con coraggio nell’ambito medico allora appannaggio quasi esclusivo degli uomini, attraverso la porta di servizio della anestesiologia (e senza smettere di studiare e suonare il violino!).

Era la prima metà del Novecento e la mortalità neonatale era ancora elevata, nonostante sempre più donne partorissero in ospedale.




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I medici in sala parto si concentravano esclusivamente sulle madri. I bimbi deboli e in difficoltà venivano spesso lasciati morire.

Virginia si chiese: “Perché muoiono? E come mai non ce ne accorgiamo in tempo per fare qualcosa e salvarli?

Aveva studiato anestiosiologia, specialità allora considerata ancillare rispetto alle altre grandi discipline mediche. Ma proprio da essa trarrà l’ipotesi di lavoro per la valutazione perinatale: durante gli interventi chirurgici esisteva un protocollo consolidato di osservazione per tenere sotto stretta osservazione lo stato del paziente.

Perché non fare lo stesso con i neonati? Ecco allora che la Apgar individua cinque parametri vitali da considerare a ridosso della nascita e a intervalli regolari. Ad ognuno di essi si possono assegnare da zero a due punti.

Per questo se il vostro bimbo prede un bel dieci avete ottimi motivi per stare tranquille. Ma non dobbiamo necessariamente cedere alla preoccupazione se il primo voto è basso. Succedono molte cose in pochi minuti.

Apgar score
Public Domain

Quali sono i 5 valori di riferimento?

1- battito cardiaco

2- capacità respiratoria

3- tono muscolare

4- riflessi neurologici

5- colorito di pelle e mucose (ovvero il rivestimento interno) di bocca e unghie.

Questi criteri ci raccontano in sintesi come si sta adattando il nostro piccolo al nuovo ambiente, lì per lì un poco meno ospitale del nostro utero.

Come si calcola?

Ad ogni voce si assegnano da 0 a 2 punti e alla fine si sommano. Il totale è l’indice di Apgar

– punteggio tra 7 e 10 punti: neonato “entro la norma”;
– punteggio tra 4 e 7 punti:  neonato “depresso in maniera moderata”;
– punteggio tra 0  e 3 punti: neonato “depresso in maniera seria”.

Quando si calcola?

La prima verifica del benessere del vostro bimbo viene effettuata a sessanta secondi dalla nascita. La seconda cinque minuti dopo.

Può essere che al primo minuto il bimbo dia segni di sofferenza mentre al quinto dimostri una maggiore vitalità. Se invece anche alla seconda misurazione l’indice resta basso, ovvero sotto i  sei punti, il personale medico e le ostetriche sapranno cosa fare e chi coinvolgere. Molto probabilmente il piccolo sarà trasferito in terapia intensiva per il trattamento più adeguato.




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Da quando si usa?

Dal 1952, ovvero lo stesso anno della sua presentazione ufficiale al congresso della International Anesthesia Research Society.

Alcuni anni dopo, il pediatra Joseph Butterfield renderà omaggio alla collega – e aiuterà gli studenti di medicina a memorizzare più facilmente l’indice – trasformando APGAR in un acronimo inverso formato con le prime cinque lettere dei parametri valutati nel test: AppareancePulseGrimaceActivity e Respiratory effort.

Possiamo solo unire la nostra alla generale gratitudine per la dottoressa Apgar e per la sua scoperta, al servizio di mamme e bambini. Un vero esempio di creatività che genera qualche cosa di nuovo e utile. E nella sua forma più semplice. Lo ha fatto con intelligenza e determinazione, procedendo per prove ed errori e applicando, crediamo, il metodo sotteso alla massima di un suo famoso collega francese, Alexis Carrel, Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1912.

«poca osservazione e molto ragionamento portano all’errore, molta osservazione e poco ragionamento portano alla verità» ( A. Carrel, Riflessioni sulla condotta della vita)

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