separateurCreated with Sketch.

«La vita di tuo figlio vale più di una partita di calcio»

Pep Guardiola and David Silva
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 04/01/18
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, sprona uno dei suoi giocatori più importanti, David Silva, a lasciare la squadra per stare accanto al figlioletto nato prematuro. Un gesto nobile e raro in uno sport dove i valori veri spesso scompaiono

La vita di una persona è molto più importante di una partita di calcio. La lezione viene da uno dei migliori allenatori al mondo: Pep Guardiola.

Uno dei suoi pupilli al Manchester City – squadra attualmente al primo posto del campionato inglese – il centrocampista offensivo spagnolo David Silva ha suo figlio Mateo nato prematuro, che sta lottando tra la vita e la morte.

L’annuncio di Pep

Una volta appresa riservatamente la notizia, Guardiola aveva annunciato in conferenza stampa la sua decisione, senza tuttavia entrare nei dettagli nella vicenda privata del suo giocatore: «David Silva fuori a tempo indeterminato dal City per problemi personali, non so quando tornerà. La vita personale è più importante di qualunque altra cosa» (Corriere dello Sport, 2 gennaio).



Leggi anche:
L’ultimo saluto di Kakà: ora sono pronto per un altro viaggio, nel nome di Dio

Il tweet di Silva

Il giorno dopo, scrive il Corriere della Sera (3 gennaio) con un post a cuore aperto sui social, nel quale si può percepire tutto il dolore di un padre uguale a qualunque altro padre nella medesima situazione, drammaticamente diviso fra la naturale gioia per la nascita di un figlio e l’ansia per l’impotenza di fronte alle sue condizioni di salute, Silva chiariva:

«Voglio ringraziare tutti per i messaggi di amore e di affetto ricevuti nelle ultime settimane – ha scritto in un tweet Silva – ma specialmente mi sento di ringraziare i miei compagni, l’allenatore e la società per aver capito la mia situazione. Voglio condividere con voi la nascita di mio figlio Mateo che, per essere venuto al mondo abbastanza prematuramente, sta combattendo giorno dopo giorno con l’aiuto dei medici».

Prima la famiglia, poi il resto

Guardiola è uno che di banale non dice mai nulla, uno che ha scelto nella fase professionale più alta della propria carriera di rinunciare a un anno in panchina per dedicarlo alla moglie e ai figli, e infatti probabilmente non è un caso che martedì notte dopo la vittoria per 3-1 sul Watford che ha spedito il Manchester a +15 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, abbia detto, sollecitato dai giornalisti – che cercavano di capire cosa si nascondesse dietro l’esclusione di Silva – quelle parole, semplici e bellissime: «David sappia che la cosa più importante della vita è la famiglia».



Leggi anche:
Conte, l’allenatore che invoca Dio

La storia commovente del piccolo Bradley

Se in Inghilterra la vicenda del piccolo Mateo sta avendo in queste ore un’eco mediatica enorme — non si contano i personaggi dello sport che incoraggiano il piccolo — non è però solo perché David Silva è David Silva, un formidabile atleta che in bacheca ha un Mondiale e due Europei vinti con la Spagna, ma anche perché di mezzo c’è il ricordo ancora fresco di Bradley, il bambino tifoso del Sunderland scomparso a luglio per un neuroblastoma, a 6 anni: la sua storia, e la sua amicizia con il suo idolo German Defoe che gli è stato accanto fino all’ultimo, ha commosso l’Inghilterra e il mondo.