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I 7 consigli di Papa Francesco su come preparare una buona omelia

PAPIEŻ FRANCISZEK
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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 27/10/17
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I “comandamenti” del pontefice spiegano sia i gesti che i contenuti del dialogo tra il sacerdote e i fedeli. E non escludono la “politica grande”

Sette “comandamenti” per realizzare un’omelia che sia efficace e comprensibile. Papa Francesco li spiega a Padre Antonio Spadaro in “Adesso fate le vostre domande” (Rizzoli),

Ogni buon predicatore dovrebbe seguire questi utili suggerimenti del pontefice. Eccoli nel dettaglio:

1) PRIMA L’AMORE DI DIO

«Una bella omelia, una vera omelia deve cominciare con il primo annuncio, con l’annuncio della salvezza. Non c’è niente di più solido, profondo e sicuro di questo annuncio. Poi si deve fare una catechesi. Infine si può tirare una conseguenza morale. Ma l’annuncio dell’amore salvifico di Dio è previo all’obbligazione morale e religiosa».

«Oggi sembra che prevalga, a volte, l’ordine inverso. L’omelia è la pietra di paragone per calibrare la vicinanza e la capacità di incontro di un pastore con il suo popolo, perché chi predica deve riconoscere il cuore della sua comunità per cercare dove è vivo, ardente il desiderio di Dio».



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2) CONCRETA

«L’omelia per me è qualcosa di talmente legato alla storia concreta del momento che poi può essere dimenticata. Non è fatta per essere ricordata dal predicatore, che invece è sempre spinto in avanti».

3) GUARDARE NEGLI OCCHI

«L’omelia scritta distrae dal guardare la gente alla quale chi predica si rivolge. «Quello che cerco di fare ancora oggi è cercare gli occhi della gente. Anche in piazza San Pietro».

4) LINGUAGGIO COMPRENSIBILE

«L’omelia non è un testo, ma è una situazione che produce linguaggio. Lo studio previo, la preparazione del testo, non può sostituire quel momento originale del contatto con le persone. Chiesa in uscita significa uscire dalla rigidità di un prodotto della riflessione».



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5) NON DIVENTI UNA CONFERENZA

«La differenza tra un’omelia e una conferenza? L’omelia è l’annuncio della parola di Dio, la conferenza è la spiegazione della Parola di Dio. L’omelia è l’annuncio, è fare l’angelo. La conferenza è fare il dottore».

«L’omelia è collegata all’essere pastore, alla gente che è nella comunità e che sta ascoltando. Ed è anche legata alla preghiera del pastore e alla Parola di Dio. Se mancano queste cose l’omelia non è tale».

6) SANTA MARTA

«L’omelie a Santa Marta? Comincio a prepararle a mezzogiorno del giorno prima. Leggo i testi del giorno dopo e in genere scelgo una tra le due letture. Poi leggo a voce alta il brano che ho scelto. Ho bisogno di sentire il suono, di ascoltare le parole. E poi sottolineo nel libretto che uso, quelle che mi colpiscono di più. Faccio dei circolino sulle parole che mi colpiscono. Poi durante il resto della giornata le parole e i pensieri vanno e vengono mentre faccio quel che devo fare: medito, rifletto, gusto le cose…».



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7) POLITICA

«L’omelia è sempre politica perché si fa nella polis, in mezzo al popolo. Tutto quello che noi facciamo ha una dimensione politica e riguarda la costruzione della civiltà. Si può dire che anche nel confessionale, quando dai l’assoluzione, stai costruendo il bene comune. Questa è politica grande. La predicazione non è mai astratta dal bene comune. In questo senso l’omelia è sempre politica».