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San Riccardo Pampuri, il santo eroe nella catastrofe di Caporetto

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 24/10/17
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Cent’anni fa la sanguinosa ritirata dell’esercito italiano durante la Prima Guerra Mondiale. Un ragazzo, che in futuro diventerà santo, salvò i medicinali che servirono per curare i feriti

Nella disfatta di Caporetto, datata 24 ottobre 1917, di cui oggi ricorre il centenario, è stato protagonista in positivo un ragazzo speciale. Che poi diventerà santo.

Del servizio sanitario dell’Esercito regio fa parte uno studente di Medicina, Erminio Pampuri, 20 anni. È un soldato ma fin dal primo giorno si preoccupa più di salvare i soldati che di uccidere i nemici.

IL SALVATAGGIO DEI MEDICINALI

I suoi superiori lo ammirano, per la dedizione e il coraggio, e anche durante la “rotta” Pampuri si distingue con un’azione eroica: conducendo un carro tirato da una coppia di buoi, per 24 ore sotto la pioggia battente, mette in salvo il materiale sanitario che era stato abbandonato. Sa quanto saranno preziose quelle medicine, una volta finita quella sanguinosa ritirata.

Questa fatica gli procura una medaglia al valore e la pleurite che riuscirà a sconfiggere. Un eroe, ma anche un santo (Tempi.it, 24 ottobre).



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LE OPERE PER GLI AMMALATI PIU’ POVERI

Perché Erminio, decimo di undici figli, originario di Trivolzio (Pavia), dopo il liceo Manzoni a Milano e l’Università a Pavia, vivrà con grande fede sia la professione medica che quella religiosa.

Nel 1921, laureatosi in Medicina, va a Morimondo (Milano) come medico condotto. Fa parte dell’Azione cattolica, militante e dirigente: e lo si vede sempre in giro assai carico, perché oltre alla borsa professionale porta cibo, vestiti, coperte per gli ammalati poveri: roba in gran parte comprata con il suo stipendio; e per le spese personali ricorre alla zia Maria.

L’INGRESSO NEL FATEBENEFRATELLI

Ma vuole fare altro ancora: portare agli ammalati anche se stesso. D’altra parte, sua sorella Longina, missionaria francescana in Egitto, fa appunto questo. E lui ne segue l’esempio, entrando in quello che ufficialmente si chiama “Ordine ospitaliero di San Giovanni di Dio”, meglio noto come “Fatebenefratelli” (La Stampa, 1 maggio 2015).



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NON SOLO FRATE

Il suo gesto suscita enorme scalpore e viene riportato anche dai giornali (“Un medico si fa frate” titola il Corriere della Sera il 20 agosto del 1927). Novizio nella casa religiosa di Brescia, prende il nome di fra’ Riccardo. All’ospedale dei Fatebenefratelli, vuol essere un umile frate ma presto viene chiamato a fare anche il medico.

FAMA DI SANTITA’

A 30 anni, già gode fama di santità, ma è di salute cagionevole. Forse un retaggio delle 24 ore di pioggia battente subite a Caporetto gli fa insorgere nuovamente la pleurite. Il 1° maggio 1930, all’inizio del mese della Madonna alla Quale aveva affidato fin da bambino gli studi, a 33 anni, muore (Askanews, 24 ottobre).

Verrà beatificato per le sue incredibili virtù da Giovanni Paolo II nel 1981 e diventerà santo il 4 ottobre 1989. Oggi riposa nella chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano a Trivolzio (Pavia).

IL MIRACOLO

Viene invocata la sua intercessione per la guarigione dei malati. Un miracolo avvenuto nella provincia di Albacete, in Spagna, nel 1982, ha instradato fra’ Riccardo verso la canonizzazione.

Manuel Cifuentes, per gli amici Manolo, aveva dieci anni, quando guarì miracolosamente, nell’arco di una notte, da una grave ferita all’occhio: suo padre gli mise un pezzo di stoffa del vestito dello sconosciuto fra Riccardo (ancora non era santo), trovata non si sa come insieme ad una immaginetta.

Manuel ha avuto modo di raccontare il miracolo che gli ha cambiato la vita e che la Chiesa, come detto, ha riconosciuto e usato per certificare la canonizzazione di Pampuri.

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