La Teologia del Corpo, richiamando San Paolo, insegna che la purezza è connessa al rispetto di tutto ciò che è corporeo e sessuale. Non dice che non va praticato
A volte la purezza nella dottrina cristiana viene confusa con qualcosa che non è. Cioè la totale astensione da ogni forma di passione, appannaggio di una vita claustrale o quasi.
La teologia insegna tutt’altro. Come chiarisce bene il “Compendio della Teologia del Corpo” (edizioni Ares) di San Giovanni Paolo II, nell’edizione curata da Yves Semen. Gli insegnamenti di San Paolo su questo argomento, ripresi poi da Wojtyla sono la bussola su cui orientarsi.
LA “CARNE” E LO “SPIRITO”
Nella dottrina paolina, la vita «secondo la carne» si oppone alla vita «secondo lo Spirito» non soltanto all’interno dell’uomo, nel suo «cuore», ma trova un ampio e differenziato campo per tradursi in opere. Paolo parla del «frutto dello Spirito», cioè delle azioni in cui si manifesta l’uomo che vive «secondo lo Spirito». Siamo di fronte a ciò che già prima abbiamo chiamato l’ethos della Redenzione. Ora soltanto siamo in grado di chiarire pienamente la natura e la struttura di quell’ethos.
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LA SCELTA VERSO IL BENE
Se la padronanza nella sfera dell’ethos si manifesta e realizza come «amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (cfr Gal 5, 22) allora dietro a ciascuna di queste realizzazioni, di questi comportamenti, di queste virtù morali sta una specifica scelta, cioè uno sforzo della volontà, frutto dello spirito umano permeato dallo Spirito di Dio, che si manifesta nello scegliere il bene, anziché il male.
LA POTENZA DELLO SPIRITO SANTO
In questa lotta tra il bene e il male, l’uomo si dimostra più forte grazie alla potenza dello Spirito Santo, che operando dentro lo spirito umano fa sì che i suoi desideri fruttifichino in bene.
Tutti i peccati, invece, sono espressione della «vita secondo la carne», che è in contrasto con la «vita secondo lo Spirito».
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UN RICHIAMO RIVOLTO AL CUORE
Paolo, quando parla della necessità di far morire le opere del corpo con l’aiuto dello Spirito (cfr Rm 8,12-13), esprime appunto ciò di cui Cristo ha parlato nel Discorso della Montagna, facendo richiamo al cuore umano ed esortandolo al dominio dei desideri. Tale superamento, ossia, come scrive Paolo, il «far morire le opere del corpo con l’aiuto dello Spirito», è condizione indispensabile della «vita secondo lo Spirito».
“IL DOMINIO DI SE'”
Tra le «opere della carne» Paolo colloca ciò che è moralmente cattivo, mentre ogni bene morale viene collegato con la vita «secondo lo Spirito» nella prima lettera ai Tessalonicesi. Quando contrappone alle «opere della carne» il «frutto dello Spirito», non parla direttamente della «purezza», ma nomina solo il «dominio di sé», la enkráteia [in greco] che corrisponde al termine latino temperantia.
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PUREZZA E IMPURITA’
Nella prima lettera ai Tessalonicesi, tutto il contesto indica chiaramente di quale «purezza» o di quale «impurità» si tratti, cioè in che cosa consista ciò che Paolo chiama qui «impurità», e in qual modo la «purezza» contribuisca alla «santificazione» dell’uomo.
Si tratta qui di una capacità pratica, che rende l’uomo atto ad agire in un determinato modo e nello stesso tempo a non agire nel modo contrario.
TEMPERANZA E RISPETTO
Il testo della prima lettera ai Tessalonicesi (cfr 1 Ts 4,3-5) dimostra che la virtù della purezza consiste anche nella virtù della temperanza, cioè la capacità di controllare e mantenere nei giusti limiti il soddisfacimento degli “appetiti” naturali.
Contemporaneamente, però, lo stesso testo paolino rivolge la nostra attenzione verso un’altra funzione della virtù della purezza: il mantenimento del proprio corpo e, indirettamente anche di quello altrui in «santità e rispetto».
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LA “SANTITA’ DEL CORPO”
Queste due funzioni, l’«astensione» e il «mantenimento» da certi comportamenti (che non significa eliminare la passione ma praticarla nel modo più giusto e rispettoso verso l’altro), sono strettamente connessi e reciprocamente dipendenti. Sembra che l’immagine paolina della virtù della purezza sia profondamente giusta, completa e adeguata.
Il rispetto, che nasce nell’uomo verso tutto ciò che è corporeo e sessuale, si dimostra la forza più essenziale per mantenere il corpo «con santità».