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“Arriveranno tre giorni di buio sulla Terra”. Ecco perché la profezia non è vera

SOLAR ECLIPSE
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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 29/09/17
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Dalle Sacre Scritture alla beata Taigi, da Gaspare del Bufalo a Santa Faustina. In tanti l’avrebbero preannunciata. Ma si tratta di scritti non originali o di interpretazioni (assolutamente) forzate.

La profezia dei “tre giorni di buio” è stata divulgata da secoli, da presunti santi e beati molto conosciuti quanto, purtroppo, da presunti mistici legati al New-age e al paranormale, o perfino attribuita a chi non l’ha mai annunciata, come per esempio Padre Pio.

L’origine della profezia viene attribuita alla beata senese Anna Maria Taigi, una splendida figura di sposa e di madre cristiana morta a Roma nel 1837 (Indagine ai confini del sacro, Tv 2000, gennaio 2015).

Dopo di lei, sarebbero stati anche San Gaspare del Bufalo, santa Faustina Kowalska, le beate Maria di Gesù Crocifisso, Elisabetta Canori Mora, Elena Aiello e la mistica Teresa Musco ad aver parlato di questa profezia nelle loro memorie.

Eppure conferme ufficiali non ce ne sono. La profezia è stata riportata da autori che hanno scritto testi su questi santi, ma non c’è traccia di questo messaggio apocalittico (o quasi) nei testi originali (Aleteia, gennaio 2015).

Allora vediamo come è stata confezionata questa “bufala” che tutt’oggi imperversa sul web, disorientando credenti e non.

“L’ARIA INFESTATA DA DEMONI…”

Anna Maria Taigi, beatificata nel 1920 da Papa Benedetto XV, fu una donna dotata da Dio di straordinari carismi, tra i quali spicca quello della profezia. Dopo un’infanzia difficile, si sposò nel 1789 ed ebbe 7 figli, di cui solo 4 sopravvissero. La conversione arrivò poco più tardi del suo matrimonio, e Dio le fece dono di un sole con all’interno una corona di spine, che la accompagnò per 47 anni.

Ecco, di seguito, la sua presunta profezia sui tre giorni di buio:

“Dio manderà due castighi: uno sarà sotto forma di guerre, rivoluzioni e altri mali; avrà origine sulla terra. L’altro sarà mandato dal Cielo. Verrà sopra la terra l’oscurità immensa che durerà tre giorni e tre notti. Nulla sarà visibile e l’aria sarà nociva e pestilenziale e recherà danno, sebbene non esclusivamente ai nemici della Religione”.

“Durante questi tre giorni la luce artificiale sarà impossibile; arderanno soltanto le candele benedette. Durante tali giorni di sgomento, i fedeli dovranno rimanere nelle loro case a recitare il Rosario e a chiedere Misericordia a Dio. Tutti i nemici della chiesa (visibili e sconosciuti) periranno sulla Terra durante questa oscurità universale, eccettuati soltanto quei pochi che si convertiranno”.

“L’aria sarà infestata da demoni che appariranno sotto ogni specie di orribili forme. Dopo i tre giorni di buio, San Pietro e San Paolo […] designeranno un nuovo papa. Allora il Cristianesimo si diffonderà in tutto il mondo”.

“IL MONDO COPERTO DI CADAVERI…”

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San Gaspare del Bufalo (1786 – 1837), fondatore della congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e canonizzato da Pio XII nel 1954, si sarebbe espresso così:

La morte degli impenitenti persecutori della Chiesa avverrà durante i tre giorni di buio. Colui che sopravviverà ai tre giorni di tenebra e di pianto, apparirà a se stesso come l’unico sopravvivente sulla terra, perché di fatto il mondo sarà coperto di cadaveri“.

“SOLO UN QUARTO DEL GENERE UMANO..”

La beata Maria di Gesù Crocifisso (beatificata da Giovanni Paolo II il 13 novembre 1983) avrebbe pronunciato le seguenti parole:

“…Durante l’oscurità che durerà tre giorni, la gente che si è data alle vie del male perirà, così che solo un quarto del genere umano sopravviverà …”.

“IL TERRIBILE FLAGELLO DURERA’ 70 ORE..”

Il 16 aprile 1954, la Beata Elena Aiello, calabrese, avrebbe ricevuto questo messaggio:

“Nubi con bagliori di incendio compariranno infine nel cielo e una procella di fuoco si abbatterà su tutto il mondo. Il terribile flagello, mai visto nella storia dell’umanità, durerà settanta ore. Gli empi saranno polverizzati e molti andranno perduti nell’ostinatezza del loro peccato. Allora si vedrà la potenza della luce sulla potenza delle tenebre. Le ore delle tenebre sono vicine” (www.nibiru2012.it).

In realtà quelle appena riportate sono tutte frasi attribuite a santi e beati che mai le hanno pronunciate. I Postulatori delle loro cause di beatificazione e canonizzazione hanno smentito che siano loro affermazioni: in nessuno scritto originale – sottolinea non a caso “Indagine ai confini del sacro(Tv 2000) – quei santi e beati hanno parlato della profezia del buio apocalittico.

Queste ricostruzioni, infatti, sono state riportate in opere di scrittori/studiosi (volutamente?) “mal documentati”.

Le fonti per la Beata Taigi, San Gaspare, la Beata Maria, la Beata Aiello, che riportano erroneamente la profezia sul buio sono: “The Prophets And Our Times” di Padre Gerald Culleton, Tan Books; “Catholic Prophecy” di Yves Dupont, Tan Books; “Viaggio nelle profezie“, di Alessandro Meluzzi, Marsilio Editori; “Trial, Tribulation and Triumph” di Desmond A. Birch, Queenship Publishing).



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“SI SPEGNERA’ OGNI LUCE…”

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Di originale e documentato, in riferimento all’oscurità, si possono riscontrare solo gli scritti di una santa e una beata, che però presentano degli evidenti limiti e fanno esplicito riferimento al giorno del Giudizio Finale.

Santa Faustina Kowalska (1905 – 1938) ricevette una rivelazione da parte di Gesù, che faceva riferimento al buio sulla terra prima del Giudizio, ma con molta vaghezza e senza mai parlare della durata del fenomeno:

Scrivi questo: prima di venire come Giudice giusto, vengo come Re di Misericordia. Prima che giunga il giorno della giustizia, sarà dato agli uomini questo segno in cielo: si spegnerà ogni luce in cielo e ci sarà una grande oscurità su tutta la terra. Allora apparirà in cielo il segno della Croce e dai fori, dove furono inchiodati i piedi e le mani del Salvatore, usciranno grandi luci che per qualche tempo illumineranno la terra. Ciò avverrà poco tempo prima dell’ultimo giorno.

(fonte: “La Misericordia Divina nella mia anima – Diario della beata Suor Faustina Kowalska“, Libreria Editrice Vaticana)

“I TERREMOTI PIU’ ORRIBILI…”

Un’ altra beata, Elisabetta Canori Mora (stimata da Leone XIII, beatificata il 24 aprile 1994 da Papa Giovanni Paolo II) descrive, sempre senza citare la durata, l’avvento del buio apocalittico in riferimento al Giudizio:

“Il cielo si ammantò di nera caligine, scoppiando i fulmini più tremendi, dove incenerivano, dove bruciavano; la terra, non meno che il cielo, era sconvolta. I terremoti più orribili, le voragini più rovinose facevano le ultime stragi sopra la terra. In questa guisa furono separati i buoni cattolici dai falsi cristiani”.

(Fonte: “Il Diario della Beata Elisabetta Canori Mora”)

NEL NUOVO TESTAMENTO

Anche la Bibbia farebbe riferimento al buio:

“Il sole divenne nero”

“Quando l’Agnello aprì il sesto sigillo (…) il sole divenne nero come sacco di crine”

Il passo dell’Apocalisse (6:12) è tradotto fedelmente dal testo originale, in cui si fa esplicito riferimento ad un sole di colore nero, come oscurato o non più attivo – μέλας, “nero“.

Più chiaro è il passo successivo dedicato alle prime quattro trombe suonate dagli angeli (8:12):

“Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente”

METAFORA DELL’ASSENZA DI DIO

La descrizione è in gran parte vaga, si parla d’una perdita di luminosità generale del firmamento senza specificare la durata di tale evento, tuttavia rimane un indizio fondamentale. Questo secondo passo è tradotto fedelmente al testo originale dunque, anche in questo caso, possiamo esser sicuri che l’estratto non si presti ad interpretazioni diverse o arbitrarie.

Il verbo σκοτίζω (nel testo σκοτισθῇ) significa generalmente “oscurare“, ma può anche essere inteso come “assenza della luce di Dio“ sulla Terra, dandone così un’interpretazione allegorica, in riferimento ai tanti mali che segnano l’umanità, guerre, lotte di potere, corruzione, cattiverie tra gli uomini.



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“COME IL FUMO DI UNA GRANDE FORNACE…”

In alcune visioni l’aria pestilenziale e l’oscurità che si diffonderanno sulla terra sono descritte come accompagnate dai demoni dell’inferno che saranno tutti liberati dalla loro prigione di fuoco per torturare atrocemente gli uomini.

L’evento di per sé potrebbe essere ricollegabile al passo dell’Apocalisse (9:1-4):

“Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell’Abisso; egli aprì il pozzo dell’Abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l’atmosfera. Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte”.

Come spiegava lo studioso dell’Apocalisse Giancarlo Biguzzi ad Aleteia (6 luglio 2016) l’Apocalisse non preannuncia oscuramenti del Sole o violenti giudizi divini. «Ed è sbagliato intendere il settenario dei sigilli come settenario di flagelli. L’esegesi moderna e contemporanea ha mal interpretato quello che è in realtà un settenario di rivelazione (Ap 1,1) , in quanto Cristo Agnello apre un rotolo sigillato con sette sigilli e ne fa conoscere il contenuto».

Così in questi due millenni è che il libro di Giovanni «oggi è volgarizzato, senza più prospettive trascendenti, in chiave di catastrofe finale, da cui si può tutt’al più cercare scampo».

L’Apocalisse è una lettura della storia di quel tempo. Una lettura che Biguzzi definisce «“in spirito”, cioè nello spirito profetico, perché il mistero Dio lo rivela ai profeti (10,7)», il cui sottofondo resta la lotta eterna tra il Bene e il Male con l’autore che non si sbilancia sulla vittoria del primo sul secondo o viceversa.

NELL’ANTICO TESTAMENTO

L’Apocalisse non è l’unico testo biblico in cui vi sono degli elementi riconducibili ai famigerati “tre giorni di buio“.

Rileggendo l’Esodo (10:21-22), troviamo un passaggio secondo cui il fenomeno si sarebbe verificato durante le “Piaghe d’Egitto”:

“Allora il Signore disse a Mosè: «Stendi la tua mano verso il cielo e vi siano tenebre nel paese d’Egitto, così fitte da potersi toccare. Mosè stese la sua mano verso il cielo e per tre giorni ci fu una fitta oscurità in tutto il paese d’Egitto”.

Nelle nona piaga d’Egitto (penultima) la luce lascia spazio alle tenebre, preannunciando l’ultimo e devastante castigo.



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L’ oscurità nel mondo la descrive anche il profeta Gioele ben 600 anni prima di Giovanni:

“Il sole sarà mutato in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno dell’Eterno” (Gioele, 2:31).

Sulla questione “buio”, infine, scrissero – rispettivamente 800 e 700 anni prima che fosse composta l’Apocalisse – i profeti Amos (8:9) (“In quel giorno – oracolo del Signore Dio – farò tramontare il sole a mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno”) e Sofonia (1:14-15) (“È vicino il gran giorno del Signore (…)  giorno di angoscia e di afflizione, giorno di rovina e di sterminio, giorno di tenebre e di caligine, giorno di nubi e di oscurità”)  (venitedame.org).

I profeti ebrei minacciavano spesso un giudizio divino, ma nell’ordine storico, cioè sui popoli nemici d’Israele o sui grandi imperi affermatisi con la violenza, come risposta alla loro affermazione sul territorio che dissociava totalmente dai valori insegnati da Dio agli uomini (www.treccani.it).

I loro appaiono, dunque, più come severi ammonimenti, che come fatti profetici che si sarebbero verificati negli anni a venire.