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Fertilità e allattamento: si può rimanere incinta anche allattando?

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Maternità e Famiglia - pubblicato il 05/09/17

Alcuni consigli per vivere la propria sessualità in un periodo così particolare

di Anna Debenedettis*

Certo, si può! Il motivo è piuttosto banale. Per questo è utile prendere sul serio e conoscere il funzionamento della nostra fertilità anche in allattamento.

“Siamo così, dolcemente complicate…” Nelle donne il ciclo ormonale che coordina il ciclo mestruale è un su e giù di ormoni, non una linea piatta e costante, ma una precisa e dettagliata salita e discesa e anche grazie a questo noi siamo così come siamo. Durante l’allattamento questi ormoni si assestano in un quadro differente dalla normalità.  In sintesi cosa succede?

Il latte materno è prodotto dalla ghiandola mammaria sotto il controllo di ormoni che ne regolano la produzione – prolattina – e la relativa fuoriuscita – ossitocina –; il tutto è stimolato dal bambino che, se succhia in modo adeguato, regola e modula la produzione.

Come viene influenzato il ciclo mestruale?

Il bimbo, tramite la suzione,  fa produrre prolattina che inibisce la produzione di estrogeni e permette agli ovuli di frenare la loro maturazione e quindi al ciclo di rimanere bloccato.

E’ chiaro che parliamo di un allattamento esclusivo e a richiesta, un allattamento cioè senza orario che risponde alla richiesta del bambino (qui si potrebbe aprire un grande capitolo sul perché e per come questa sia l’unica modalità di un successo dell’allattamento al seno che è l’alimento migliore per il neonato/bambino fino ai 6 mesi di età) e che non prevede l’uso di ciucci prima dei 40 giorni del parto, la somministrazione di qualsiasi alimento diverso dal latte materno (acqua, camomilla, altro).

Questo, ovviamente, sia di giorno che di notte e ad intervalli non inferiori alle 3 ore di giorno e alle 4 di notte, in modo da permettere agli ormoni della lattazione di essere prodotti in maniera regolare. Proprio perché gli ormoni che frenano il ciclo dipendono dalla suzione del bambino, saltare più di una poppata  o la diminuzione dell’allattamento che può avvenire in concomitanza con l’introduzione dei cibi solidi, può comportare un rialzo anche sporadico di estrogeni che possono rimettere in moto il ciclo ovarico e portare all’ovulazione.




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Dunque magari ancora non abbiamo avuto la prima perdita ematica dopo il parto (il capoparto), ma una mestruazione si definisce tale solo se è preceduta da un’ovulazione, altrimenti si tratta di una perdita ematica dovuta a un brusco cambiamento ormonale. Dunque si può avere un’altra gravidanza se abbiamo un rapporto nei giorni dell’ovulazione e senza che vediamo neanche per una volta una perdita ematica, scopriamo di essere di nuovo in attesa. Questo accade soprattutto se ci sono variazioni brusche dell’allattamento, se si rientra a lavoro e si saltano improvvisamente delle poppate, se utilizziamo il metodo tradizionale di svezzamento sostituendo le poppate con frutta o cibo ecc… Se invece si prolunga l’allattamento mantenendolo come alimento esclusivo del bambino fino all’anno di vita può succedere che il ciclo ovarico rimanga bloccato anche oltre l’anno. Dunque siamo in balìa del caso?

No, come detto anche in altri articoletti, il nostro corpo manda dei segnali chiari e precisi. Possiamo infatti capire se il nostro ciclo è fermo e che quindi siamo in dei giorni/mesi non fertili, possiamo capire poi attraverso altri segni (prevalentemente dall’indicatore del muco cervicale – vedi Metodi di Regolazione Naturale della Fertilità: una strada per conoscersi) se il ciclo ovarico si sta rimettendo in moto, se siamo vicini all’ovulazione o se essa stessa sta avvenendo. Si tratta dei metodi naturali, dunque anche in questo periodo è possibile interpretare ogni segnale, ma per farlo è necessario seguire un’insegnante certificata.

I primi giorni dopo il parto il baby blues, gli ormoni in subbuglio e la nuova vita piena di cambiamenti non ci faranno avere il più delle volte neanche la testa o il desiderio per rapporti sessuali… è chiaro che la sessualità si può vivere anche in altri modi e questi primi momenti dopo il parto sono un’occasione per sperimentarlo. Inoltre riprendere i rapporti sessuali dipenderà anche dal vissuto del parto, se positivo o meno, se è andato tutto liscio, se è stato normale, operativo o un cesareo, se ci sono state lacerazioni e soprattutto se siete incappate in brutte mani ostetriche che hanno usato l’antica e odiosa pratica dell’episiotomia (oppure avete vissuto particolari e rare situazioni in cui occorreva svolgere questa pratica).

Poi lasciando il tempo alla donna e alle cose di assestarsi tutto prenderà con naturalezza il suo posto. Ci tengo molto a evidenziare che il cambiamento del quadro ormonale durante l’allattamento (caratterizzato da alti livelli di prolattina e bassi livelli di estrogeni responsabili della fluidificazione del muco cervicali) coinvolgono inevitabilmente la modalità del rapporto, che significa?

La donna avrà una evidente secchezza che può dare fastidio, è necessario ancora di più rispettare i suoi tempi così diversi e molto più lunghi rispetto a quelli dell’uomo, in modo che anche lei possa vivere serenamente e per quello che è quel momento, è un motivo in più per cui dico che è importante se non necessario che l’uomo conosca la donna nelle sue caratteristiche, modificazioni e soprattutto nella sua totale differenza da sé. Il corpo dunque sa rispondere ad ogni variazione che avviene nella vita della donna, in questo caso ci sarà ancora più bisogno che prendiate il vostro tempo e che il rapporto si svolga in una contesto di lentezza e tenerezza.




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*Anna Debenedettis lavora come ostetrica


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