Tre amanti della scienza che hanno preso due strade che le hanno portate alla verità definitivaSviluppare una carriera nel campo scientifico, come entrare in un ordine religioso, richiede disciplina e dedizione. Alcune anime instancabili sono riuscite in entrambe le cose.
Mary Kenneth Keller è diventata nel 1965 la prima donna a conseguire un dottorato in Informatica. Era anche suora.
Nata a Cleveland (Ohio, Stati Uniti) nel 1913, è entrata nell’ordine delle Suore della Carità della Beata Vergine Maria nel 1932 a Dubuque (Iowa). Otto anni dopo ha professato i voti, prima di conseguire un titolo superiore e un master in Matematica presso l’Università DePaul di Chicago, dove è rimasta affascinata dal settore nascente dell’informatica.
Durante la sua fase di studio ha trascorso alcuni semestri in altri istituti, come l’Università di Dartmouth (New Hampshire), che all’epoca non era mista. L’Università ha fatto tuttavia un’eccezione per lei, e per questo è riuscita a lavorare nel centro informatico e a contribuire allo sviluppo del linguaggio di programmazione BASIC, fondamentale per le prime generazioni di programmatori.
È stata la prima persona a conseguire un dottorato in Informatica presso l’Università del Wisconsin-Madison. In seguito le è stato offerto un posto come docente presso l’Università Clarke, un’istituzione cattolica romana di Dubuque (Iowa), dove ha istituito un dipartimento di Informatica che ha diretto per vent’anni.
Nel suo percorso professionale ha supervisionato l’elaborazione di diversi programmi informatici, uno dei quali permetteva agli studenti di Chimica della Clarke di effettuare esperimenti in modo simulato, come ha raccontato Jennifer Head, archivista delle Suore della Carità.
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La Keller è stata una delle prime sostenitrici di una maggiore partecipazione femminile allo studio dei computer. Ha anche insegnato agli studenti adulti, come madri lavoratrici che potevano portare i figli piccoli a lezione.
Alcuni dei suoi commenti sono risultati piuttosto profetici. Ben prima dell’era di Internet ha detto: “Stiamo sperimentando, tra le altre cose, un’esplosione dell’informazione, ed è ovvio che l’informazione non è utile se non è disponibile”.
Ha anche predetto l’importanza che avrebbero avuto i computer per la ricerca, e ha affermato che la capacità delle macchine di recuperare rapidamente informazioni li avrebbe trasformati “nelle biblioteche del domani”.
È morta il 10 gennaio 1985 a 71 anni. L’università in cui ha insegnato ha ora il Centro Informatico Keller e offre borse di studio a suo nome agli studenti di Informatica del primo anno.
La Keller non è stata certo l’unica suora ad essersi dedicata alla scienza.
La suora “solare”
Suor Paula González, appartenente all’ordine delle Suore della Carità di Cincinnati, era nota come la “suora solare” per il suo lavoro nell’ambito dell’energia sostenibile.
È nata nel 1932 ad Alburquerque (New Mexico, Stati Uniti). Dopo aver frequentato l’Università Mount St. Joseph di Cincinnati, nel 1954 è entrata nelle Suore della Carità, come ricorda la pagina web dell’ordine. Ha insegnato prima di conseguire un master e un dottorato in Biologia presso la Catholic University of America di Washington, D.C..
Al termine del dottorato ha iniziato a insegnare alla Mount St. Joseph. Un momento importante nella sua vita è stata la prima Giornata della Terra, nel 1970, che ha ispirato la sua campagna sull’ambiente e le energie alternative, due argomenti su cui ha iniziato a impartire lezioni in tutto il Paese.
Ha predicato con l’esempio. All’inizio degli anni Ottanta ha trasformato un recinto per il bestiame in una struttura solare di 140 metri quadri, nella quale ha vissuto con una consorella. Senza alcun radiatore, l’abitazione, la cui costruzione secondo il sito web greenenergyohio.org costa solo pochi dollari, manteneva una temperatura vivibile indipendentemente dal freddo esterno.
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In convento ha anche creato il centro Earth Connection, delle strutture per l’apprendimento sulle questioni ambientali che offrono visite guidate, pratiche e vari programmi.
La González, che nella foto appare alla guida di una golf car che funziona a energia solare, è stata anche co-fondatrice del progetto Ohio Interfaith Power and Light, che promuove una risposta religiosa di fronte ai cambiamenti climatici e aiuta le comunità religiose dell’Ohio ad aumentare l’efficienza energetica. Nel 2005, l’organizzazione Green Energy Ohio le ha conferito un premio come riconoscimento a una vita di impegno. È morta il 31 luglio 2016 a 83 anni.
La produttrice ufficiale di formaggi
La monaca benedettina Noella Marcellino, anche lei laureata in Biologia, è la produttrice ufficiale di formaggio dell’abbazia Regina Laudis di Bethlehem, nel Connecticut (Stati Uniti).
È nata nel giugno 1951, è cresciuta nel Massachusetts e ha frequentato l’università Sarah Lawrence di Bronxville (New York) prima di lasciare tutto per abbracciare la vita religiosa. La produzione di formaggi è iniziata nel 1977, quando l’ordine ha ricevuto la sua prima mucca, secondo un articolo del 2003 apparso sul The Boston Globe.
A metà degli anni Ottanta l’arcivescovo di Hartford ha permesso che i membri del suo ordine studiassero per conseguire titoli superiori. La Marcellino ha frequentato l’Università del Connecticut seguendo lezioni di Scienze Agrarie.
Grazie a una borsa di studio Fullbright si è recata in Francia, dove ha studiato il modo in cui la decomposizione alterava i sapori del formaggio e ha analizzato innumerevoli campioni di micro-organismi nelle aziende casearie francesi.
Nel 2003 ha conseguito il dottorato in Microbiologia presso l’Università del Connecticut. Nello stesso anno, il canale televisivo statunitense PBS ha trasmesso un documentario di 52 minuti in cui si accompagnava la Marcellino nei suoi viaggi in Francia, nei quali imparava i segreti dei produttori di formaggi artigianali più importanti.
Per via del titolo del documentario, The Cheese Nun: Sister Noella’s Voyage of Discovery (La suora del formaggio: il viaggio di scoperta di suor Noella), la gente ha iniziato a chiamarla “la suora del formaggio”, un soprannome che non ama molto ma che è difficile cambiare.
La produzione artigianale del formaggio richiede un’attività fisica intensa, e la Marcellino non la svolge più, secondo un articolo pubblicato nel 2013 sul New Haven Register, dedicandosi invece a supervisionare il processo e a cercare di trasmettere le proprie conoscenze alle generazioni più giovani.
Nel maggio del 2015 la Marcellino ha partecipato a una fiera di prodotti artigianali che ha avuto luogo nell’abbazia, il che ha ispirato altre scienziate, monache o monache scienziate.
Per chi dispone del talento e della determinazione sufficienti non c’è motivo per cui la vocazione scientifica e quella religiosa si escludano a vicenda; sono semplicemente vie diverse verso verità definitive.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]