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Kim Kardashian da regina dei selfie col pancione a campionessa dell’utero in affitto

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Silvia Lucchetti - Aleteia Italia - pubblicato il 01/08/17
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Kim Kardashian, la regina più famosa e formosa del web, campionessa di selfie, e suo marito Kanye West, già genitori di North e Saint, si sono rivolti ad una madre surrogata per avere un terzo figlio.

Ecco un’altra coppia dello star system che si aggiunge alla triste lista dei ricchi che pagano i poveri per ottenere un bambino. Che mancanza di fantasia! Avrebbe fatto più clamore un titolo del genere: “Kim Kardashian e Kayne West adottano un bambino”. Non credete? E invece care lettrici e cari lettori, ci viene servita la solita minestra dei falsi diritti.

45.000  DOLLARI ALLA MADRE SURROGATA

La mamma selezionata (nello stesso modo con cui si sceglie un prodotto) è una giovane ventenne di San Diego già incinta di tre mesi, come leggiamo dal sito del Messaggero (Il Messaggero, 27 luglio 2017). L’identità della ragazza è rimasta segreta ma la somma di denaro che riceverà per la gravidanza la conosciamo grazie a tmz.com.

Il sito di Vogue decide di non pubblicare la cifra:

“Fortunatamente, il nome della persona che darà alla luce il terzogenito della famiglia Kardashian è rimasto coperto dal giusto riserbo, ma non altrettanto si può dire, invece, di alcuni dettagli economici legati alla maternità di Kim riportati dal tabloid TMZ. Su cui, ci perdonerete, ci sentiamo davvero di sorvolare”. (Vogue, 27 luglio 2017)

Invece noi caro Vogue vogliamo scriverlo a chiare lettere il compenso, non vogliamo sorvolare nemmeno un po’: 45mila dollari.


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Non fatevi ingannare dalla tiritera del rimborso spese perché non sta in piedi nemmeno con lo scotch.

Siamo stufi di questo perbenismo dei giornali glamour, che si sperticano in auguri e congratulazioni e non hanno il coraggio di dire tutta la verità. Infatti l’articolo di Vogue conclude così: “Tanti auguri a mamma Kim e papà Kanye, in attesa di nuovi aggiornamenti sul loro nuovo, e coraggioso, percorso”.

Coraggioso? Bè, in effetti ci vuole un coraggio sfacciato per arrivare ad affittare una donna e farla diventare madre per realizzare un proprio desiderio.

IL CONTRATTO

Ci vuole un coraggio svergognato per far firmare un contratto alla madre surrogata che fino al mese di gennaio 2018…

“(…) vieterebbe a quest’ultima di fumare, bere alcolici, assumere droghe, mangiare pesce crudo e consumare più di una bevanda al giorno a base di caffeina” (Il Messaggero, 27 luglio 2017).

Evidentemente sono i soldi a rendere così superbamente coraggiosi!
Allora c’è da essere contenti di non averne tanti!

L’utero in affitto è una nuova forma di schiavitù, che viene ammantata di bene e generosità, ma sempre di mercimonio si tratta. La scrittrice Susanna Tamaro lo ha definito da poco “la più sofisticata e atroce forma di schiavismo inventata dalla modernità”.

«La gestazione per altri è forse la più sofisticata e atroce forma di schiavismo inventata dalla modernità, uno schiavismo in cui il volto della iena è nascosto dietro il sorriso del benefattore, uno schiavismo che furbescamente si ammanta della parola ‘amore’. Un amore che non si riferisce in alcun modo al bene di chi nasce ma soltanto ai desideri dei singoli individui» (Susanna Tamaro).

La coppia inoltre ha già due figli piccoli, non gli è stata negata la gioia di diventare genitori. Allora perché?
Kim Kardashian ha sofferto di placenta accreta durante la seconda gravidanza e per questo le è stato sconsigliato di avere un terzo bambino (Vanity Fair, 27 luglio 2017). Leggiamo dal sito del Giornale che a premere maggiormente per allargare la famiglia è stato Kayne, l’articolo riporta infatti le parole di una fonte molto vicina alla coppia rilasciate a People:



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“Kim e Kanye useranno una surrogata per portare in grembo il loro terzo figlio […] Sono entrambi eccitati di dare un fratellino ai loro bimbi. Le cose vanno alla grande tra loro. Sono felici insieme. […] Kim non si sarebbe mai permessa di rimanere di nuovo incinta. È troppo pericoloso per lei. Kanye è stato colui che ha fatto pressioni per il bambino numero 3. […] Kim riteneva che due bimbi in salute fossero abbastanza, ma mentre Saint cresceva, parlava sempre di più di un terzo figlio. Pensa che i suoi cuccioli siano cresciuti troppo in fretta. […] Le manca avere un neonato in famiglia. Hanno cercato per un po’ prima di trovare la perfetta surrogata” (Il Giornale, 22 giugno 2017).

La perfetta surrogata? Cos’è una macchina che ha tutti i comfort e consuma poco?

Cosa dirà la coppia ai due figli che vedranno improvvisamente arrivare un fratellino senza averlo conosciuto prima attraverso le carezze sulla pancia della mamma, le ecografie in giro per casa, le visite, tutto quello che riguarda una gravidanza che è attesa della vita che ci viene immeritatamente affidata?

Cosa proveranno a scoprire che quel bambino o quella bambina non è cresciuto come loro nel grembo di Kim? Ma in quello di un’altra mamma?

E al bene del nascituro chi ci pensa? Al suo diritto? Alle gravi e sconosciute conseguenze della rottura del vincolo primordiale e sacro del bambino con la sua mamma? Sono cose che sembrano non interessare in nome di una presunta libertà e felicità ad ogni costo.



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«L’idea che il fine di ogni vita sia la felicità e che tutto sia giustificato in nome dell’amore è una delle perversioni del pensiero post moderno, oltre che uno dei chiari sintomi della condizione più che crepuscolare del mondo occidentale». (Susanna Tamaro)

Forse Kim Kardashian e Kayne West dovrebbero cercare invece che la perfetta surrogata la perfetta letizia. Solo quella è in grado di darci vero coraggio e somma gioia.