separateurCreated with Sketch.

Fatima: come il 13 luglio 1917 “cambiò” la Chiesa

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Tom Hoopes - pubblicato il 13/07/17
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Quello che Nostra Signora di Fatima ha fatto quel giorno ha ispirato molti a convertirsi, ma ad altri ha fatto anche rifiutare la fedeQuello che la Vergine ha fatto quel giorno a Fatima, in Portogallo, ha ispirato molti a convertirsi, ma ad altri ha fatto anche rifiutare la fede.

Il 13 luglio è stato il giorno in cui la Madonna ha mostrato l’iinferno ai tre pastorelli e li ha messi severamente in guardia contro una seconda guerra mondiale e una nuova era di martirio.

La sorprendente apparizione del 13 luglio 1917 ha cambiato la fede della Chiesa nella nostra epoca in vari modi:

Primo: Il 13 luglio ha riportato l’inferno al centro della consapevolezza cattolica. La piccola Lúcia dos Santos aveva 10 anni quando la Madonna di Fatima iniziò ad apparire a lei e ai cugini Francisco e Jacinta Marto, di 8 e 7 anni, ogni 13 del mese a cominciare dal maggio 1917.

A luglio, anziché limitarsi a esortare i bambini a recitare il Rosario e a indicare loro il Paradiso, mostrò ai piccoli una visione terribile.



Leggi anche:
Perché a Fatima la Madonna ha mostrato l’inferno ai bambini?

“Vedemmo come un mare di fuoco”, scrisse Lucia. “Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero brace trasparenti e nere, o bronzee, in forma umana… tra grida e gemiti di dolore e disperazione che suscitavano orrore e facevano tremar di paura”.

Per dar credito a Nostra Signora di Fatima, la visione dell’inferno si verificò solo dopo un anno di preparazione, incluse le visite di un angelo e grandi rassicurazioni dal cielo, ma atterrì talmente soprattutto Jacinta che sembra abbia cambiato totalmente la sua personalità.

L’unica cosa che poteva far sì che questa visione non fosse un esempio di abuso emotivo è che l’inferno fosse un luogo reale e che rischiassimo di finirci a patto di non fare qualcosa di drastico. Ed è così.

Secondo: Maria ha ribadito il messaggio più impopolare – e più importante – del cristianesimo.

I messaggi di Gesù (Marco 1, 15), Giovanni Battista (Matteo 3, 1-2) e Pietro (Atti 2, 38) erano tutti gli stessi: “Pentitevi!” Gesù ha definito la missione della Chiesa come predicare “la conversione e il perdono dei peccati” (Luca 24,47).

Ogni Papa, da Pio XII a Francesco, ha affermato che il peccato del secolo è la perdita del senso del peccato.

Il rifiuto di pentirsi – la convinzione che il peccato in realtà non conti – è alla base dei disastri morali principali della nostra epoca, dall’aborto al traffico umano, dalla pornografia epidemica al tasso dei crimini violenti urbani.
Chi non vede alcun male fa cose terribili.



Leggi anche:
Dopo il miracolo, ecco la canonizzazione: santi, il 13 maggio, i pastorelli di Fatima

La visione dell’inferno di Nostra Signora di Fatima è un correttivo assolutamente necessario alla presuntuosa aspettativa che andremo comunque tutti in cielo. È vero che Dio vuole perdonare tutti, ma una cosa lo ferma: non ci pentiamo.

Terzo: Nostra Signora di Fatima ha “deromanticizzato” la guerra.

“La guerra finirà”, disse ai bambini a luglio, “ma se non si cessa di offendere Dio allora ne comincerà un’altra peggiore”.

Indipendentemente da quello che capivano sui particolari, il senso generale di questo messaggio era chiaro ai pastorelli. La guerra non è un’occasione perché Dio ricompensi i vincitori, ma per punire il peccato.

Il paradigma della “ricompensa” esisteva da lungo tempo nella storia cristiana: da Carlo Magno a Giovanna d’Arco, da Notre Dame des Victoires ai Conquistadores. Ogni cultura cristiana aveva il suo Robin Hood e il suo Re Artù.

Ma Nostra Signora di Fatima ha gettato una secchiata d’acqua fredda su tutto questo. Le virtù marziali sono reali, ma sono un esempio di Dio che trae il bene dal male, non della volontà di Dio vinta dalla violenza.

Il 13 luglio, infine, ha deromanticizzato il martirio.



Leggi anche:
I sacrifici e le preghiere dei tre pastorelli di Fatima per la conversione dei peccatori

Per questo, Nostra Signora di Fatima ha fissato anche il livello della nostra comprensione del martirio.

Molti stanno vedendo ora Silence di Martin Scorcese, che segue la delusione di un gesuita che cerca la gloria nelle persecuzioni in Giappone e si trova invece davanti a un orrore che toglie la parola.

Nostra Signora di Fatima ha insegnato questa lezione cent’anni fa.

I bambini hanno avuto una visione del papa “in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena”, che pregava per i cadaveri in cui inciampava fino ad essere ucciso egli stesso. La Madonna sa che in cielo il martirio è glorioso, e che sulla terra è doloroso e triste.

Il significato di tutto questo non è sfuggito ai tre pastorelli.

Hanno imparato che era urgente consolare Gesù, convertire i peccatori e impegnarsi con Maria.

Il 13 luglio è solo una parte della loro storia – una storia che include molta più consolazione che condanna e che era intesa per ogni generazione, anche la nostra.



Leggi anche:
L’angelo precursore delle apparizioni della Vergine a Fatima

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]