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Si accende una speranza per Charlie Gard?

CHARLIE GARD

Instagram/Charlie's fight

Lucandrea Massaro - Aleteia Italia - pubblicato il 08/07/17

Gli stessi medici dell'Ospedale Great Hormond Street ora chiedono alla Corte di ripensarci: "Abbiamo nuove cure"

“La sorte del piccolo Charlie Gard (11 mesi), affetto da una rara malattia genetica (solo altri 16 casi noti) degenerativa (sindrome di deplezione mitocondriale che indebolisce progressivamente tutti i muscoli, inclusi organi vitali come il cuore) torna nelle mani del giudice Nicholas Francis, responsabile della sezione minori dell’Alta Corte di Giustizia che esaminerà il caso lunedì 10 luglio alle 14 locali (le 15 in Italia)”.

A riferirlo è l’agenzia di stampa AGIcon un dispaccio del 7 luglio che prosegue:

“Francis è lo stesso giudice che l’11 aprile scorso aveva sancito il diritto dei medici a staccare la spina. Sono stati i medici del Great Hormond Street a chiedere un nuovo parere alla Corte di Fleet Street dopo che 7 esperti della rara malattia che ha colpito sin dalla nascita Charlie hanno scritto una lettera ai colleghi londinesi ponendo alla loro attenzione i risultati di ricerche non ancora pubblicate sulle riviste scientifiche sulla malattia del piccolo di 11 mesi. I medici del Great Hormond Street si erano rifatti finora alla sentenza dell’Alta Corte di Londra (e a quella europea dei Diritti dell’Uomo) che aveva stabilito come non ci fossero – finora – nuovi trattamenti per prolungare la vita di Charlie o ridurne la sofferenza”.


CHARLIE GARD

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Come riferisce The Post Internazionale:

La vicenda di Charlie Gard aveva catturato l’interesse globale dopo che i suoi genitori avevano perso una lunga battaglia legale per poter trasferire il bambino negli Stati Uniti e sottoporlo a una terapia sperimentale. La città del Vaticano, Papa Francesco, l’ospedale Bambino Gesù e persino il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avevano offerto il proprio aiuto alla famiglia. I medici del nosocomio britannico adesso vogliono che i magistrati ascoltino e valutino le nuove prove in loro possesso. “Nelle ultime 24 ore, due ospedali internazionali e i loro ricercatori ci hanno comunicato di essere in possesso di nuove prove sul trattamento sperimentale proposto”, si può leggere in una dichiarazione dell’ospedale londinese. “D’accordo con i genitori di Charlie, crediamo che sia giusto esplorare questa nuova opportunità”, aggiungono i medici nel comunicato.

Risulta evidente che la mobilitazione perché non venisse staccata la spina a Charlie è stata utile affinché proprio la scienza potesse mettere a disposizione del piccolo e della sua famiglia ogni possibilità di cura.

Non c’è naturalmente nessuna garanzia, ma è altrettanto evidente che se gli stessi medici londinesi sono disponibili a praticare nuove vie (esattamente la richiesta dei genitori che da mesi lottano con la giustizia inglese per trasferire Charlie negli Stati Uniti), vuol dire che sono fiduciosi che esistano margini di recupero e che le condizioni di vita del bambino non sono irreversibili, qualora la terapia fosse risolutiva. Quindi no, Charlie non era un morto attaccato alle macchine…


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