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Savannah dice che Dio la ama, anche se è lesbica. Ha ragione

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Paola Belletti - Aleteia Italia - pubblicato il 27/06/17
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Ma la verità sull’uomo è la prima grande carità che ci fa Dio. Qualcuno la aiuterà a capirlo?Io credo che a questo mondo esista un’unica grande chiesa che passa dal Love is Love e arriva fino a Savannah nello Utah.

E lo fa passando da chi ha ripreso questa forse ancora innocente ragazzina mentre sostiene dal pulpito di un tempio mormone  che i suoi desideri sono tutti giusti e che in lei non c’è nulla di sbagliato.

Sì, certo, poi passa anche da un prete in periferia che decide di celebrare matrimoni gay o almeno di dire messa con una stola arcobaleno. Questa chiesa wireless, ma in realtà piena di fili, che conducono tutti verso un unico punto, una consolle che qualcuno manovra.

L’unico “pensiero positivo” secondo i media sembra rimasto proprio questo. Che ossessivamente batte e ribatte sul tema della sessualità, dell’identità di genere (neo–para-logismo) del matrimonio gay, della comunità LGBT.



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Costringendo anche chi è contrario al pensiero omosessualista ad usare, fosse pure solo per assuefazione, termini infondati. Perché chi ha inclinazioni omosessuali, se vive momenti di aggregazione o se condivide alcune battaglie di rivendicazione, dovrebbe essere definito comunità? Perché devono trafugare un termine che scaturisce dalla madre, il matrimonio, e usarlo per la dichiarazione pubblica di rapporti omoerotici ricorrenti e coabitazione e forse accudimento di minori?

Ma torniamo un attimo indietro.

Esiste un video su Youtube con 450.359 visualizzazioni pubblicato il 14 giugno dall’utente NewNameNoah che si propone di diffondere nel mondo la verità su ciò che succede nei Tempi Mormoni. Introduce il frame con il titolo Savannah Testimony e sottotitolo The faith of a child.

Ed esiste questo video perché qualcuno tra i presenti alla funzione del 7 maggio 2017, presso Eagle Mountain, nello Utah, lo ha girato.

Nell’articolo del The Guardian, pubblicato il 24 giugno scorso nella categoria LGBT Rights,  si riferisce che secondo il vescovo della congregazione la ripresa è stata realizzata da adulti non mormoni . Si dice e si vede bene nel breve video che ad un certo punto la ragazza è stata interrotta ed invitata a sedersi. «Can you sit down?» le chiede due volte un signore in giacca e cravatta.

Si tratta di una riflessione fatta davanti ad un pubblico limitato –  ma diventata di dominio universale -che una bambina di 13 anni, una ragazzina, ha voluto condividere circa la sua identità e il suo rapporto con Dio. E i suoi desideri e sogni. Dice che non c’è nulla di sbagliato in lei, che i suoi desideri sono tutti giusti, che Dio la ama così. Che può essere lesbica e felice.

Che Dio non vuole altro che lei sia stessa. E siccome così come è nata con le lentiggini e i capelli castani è nata anche gay, e lo ha scoperto un anno fa, quindi a 12 anni, lei chiede solo di amarsi e di essere amata. Sogna un giorno di sposarsi con una donna e di avere una bella famiglia. Crede che Dio desideri che noi siamo gentili e tolleranti soprattutto con chi è diverso.

Il video, caricato anche su Fanpage e sottotitolato in italiano, ha una musica commovente ed epica al punto giusto – come quelle che propone l’Iphone quando ti organizza i Ricordi in uno slide show. Crederle, darle ragione, sentirsi tutt’uno con lei e commuoversi, guardandolo, sembra inevitabile; in un contesto così, dove ci siamo noi, persone collegate per ore ai social, spesso così assuefatte alla reattività tipica di questo medium al punto che omettiamo il giudizio e lasciamo fare tutto alle emozioni.

Si dice che abbia avuto coraggio. Il coraggio di Savannah, dicono.



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Può essere davvero che le sia costata una certa audacia affrontare la sua comunità (in questo caso mi pare più appropriato il termine). Avrà avuto la tachicardia, le mani forse un po’ sudate. Ma poi cosa ha detto?

Sebbene in un ambiente sicuramente lontano dalla ormai consueta nobilitazione dell’omosessualità ha detto che è nata gay. È difficile che riusciamo ancora a ritenere la cosa trasgressiva.

Si ritiene forse abbastanza matura per dire che è gay ed esserne sicura. E questo era compito degli adulti responsabili per lei metterlo almeno in discussione. Dice tante volte che vuole essere felice e che Dio la vuole felice e che lei sicuramente è perfetta così.

Lasciamo stare la fanciulla e pensiamo agli sciacalli che la stanno usando.

È una bambina. Una bambina delle scuole medie e viene usata come martire digitale per dire che gay si nasce, gay è giusto, gay è uguale. Ha scritto un testo ed è salita a leggerlo. E chi l’ha fermata non era suo papà, né sua mamma.

Perché l’hanno lasciata esporsi così? Le avranno chiesto più di una volta come si sentisse, di cosa avesse paura, se avesse vere amicizie? Le avranno detto che le volevano bene in ogni caso certo ma che l’avrebbero aiutata a crescere? Si saranno ricordati che ha solo 13 anni? Perché ha potuto parlarne in un luogo pubblico religioso? Lo chiedo agli adulti intorno a lei, non a lei. I ragazzini fiutano perfettamente ciò che i grandi si aspettano da loro, ciò che potrebbe davvero compiacerli.

Credo sia sincera quando dice che desidera la felicità e che Dio la ama.

Non conosco il concetto di peccato che hanno i fedeli mormoni. Certo quello della società contemporanea occidentale che nobilita e promuove la condotta omoerotica è quello che dice a chi patisce una particolare sofferenza riguardo allo sviluppo della propria personalità che quello che sente è giusto e che ci deve abitare dentro. Che la sofferenza residua sarà tutta da imputare alla società ostile che non accoglie.



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E così queste creature umane sono rivestite dai loro simili di uno scafandro piombato che devono indossare sempre senza poter dire che pesa. Devono essere felici. Se saranno tristi non avranno le parole giuste per dirlo. Daranno la colpa  a qualcuno, forse.

Comprendere la genesi dell’omosessualità è cosa da professionisti seri ed essendo legata allo sviluppo della persona che non è una monade è sempre multifattoriale; è una cosa complessa e varia decisamente da persona a persona. Ci sono senza dubbio della variabili, delle quali una è senz’altro la mutevolezza dell’orientamento sessuale e il suo nesso con l’età evolutiva, che ricorrono ; chi lo fa di mestiere e di vocazione potrà via via considerare i diversi fattori. Questo nel mondo dove esisteva la libertà di pensiero, di stampa, di credo, la vocazione medica a servizio della persona etc.

In questo mondo, almeno in quello che ci viene perentoriamente rappresentato, no. L’omosessualità è innata, l’omosessualità equivale ad ogni altro orientamento. Così è deciso, l’udienza è tolta.

E che si fa allora?

Si fa che una ragazzina, forse per essere ascoltata davvero, forse per dire cosa prova e la turba e non pensarci più, forse per darsi un tono, forse per disobbedire (guardate però come si volta e si allontana dal microfono all’invito dell’uomo che le chiede se può sedersi; guardate anche che sguardo mantiene durante l‘intervista con la mamma. Qualcuno, esperto di linguaggio del corpo, potrà ricavarne qualcosa), forse per poter dire “conterò pure io qualcosa a questo mondo, accidenti!”, forse nella speranza di trovare quell’amore e quella gentilezza che attribuisce a Dio e ne fa un suo comandamento nei suoi genitori, o insegnanti, o compagni o chissà, forse per obbedire a qualcuno sale sul pulpito e legge un (suo?) scritto.

Vuole essere felice. E i contemporanei rispondono d’istinto “Certo, ti spetta di diritto!”.

Ho letto di tanti che le dicono brava, hai fatto bene, sei coraggiosa.

Spero ci sia qualcuno che possa dirle: ti faccio conoscere il vero volto di Dio. Sì, Dio è amore. Sì, ci vuole felici. Per questo ha mandato Suo Figlio che prima di morire e anche nel morire ci ha insegnato che non tutti i desideri sono buoni; che non dobbiamo obbedire a tutte le pulsioni. Che Uno solo è buono. Che il peccato è una cosa serissima, altrimenti non avrebbe dovuto staccarsi dal Padre e rivestirsi della nostra umanità. Altrimenti non ci sarebbe stato nessun prezzo da pagare.

Gesù e mite e umile di cuore, non gentile e tollerante. Dice di fare come fa Lui e anche di essere perfetti come il Padre Suo. Che Lui fa sempre la Sua volontà. Per questo cara Savannah sii felice, perché è morto anche per te ed ora è con noi da Risorto. La tua inclinazione omosessuale vuol dire sicuramente qualcosa ma non avere fretta né presunzione di sapere subito cosa significa.

Non farti usare come una bandiera da chicchessia per scopi diversi dal tuo così trasparente, la vera felicità. Cercala davvero, devi avere appena iniziato, su! Hai solo 13 anni. Leggi, studia, cerca, prega. E soffri…anche quello fa parte della vita, quando ci tocca.

Nel frattempo mi chiedo quanto male farà questo video e l’uso strumentale che se ne fa in giro per il web. Auguriamoci che Savannah, forse ora già sopraffatta dal ruolo che le è stato assegnato dal circo dell’opinione pubblica monotematica, incontri al più presto qualcuno di intellettualmente onesto e non asservito alla trita parola d’ordine: gay è bello, gay è meglio.