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Perché i cattolici chiamano i sacerdoti “padre”?

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Diego Cervo | Shutterstock

Philip Kosloski - pubblicato il 19/06/17

Gesù non ha forse detto “Non chiamate 'padre' nessuno sulla terra”?

Può suscitare un po’ di confusione. Gesù ha detto “E non chiamate ‘padre’ nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste” (Matteo 23, 9). Ciò sembra contraddire l’abitudine cattolica di chiamare i sacerdoti “padri”. Quel versetto, inoltre, sembra dire che non dovremmo chiamare il nostro papà “padre”, e che l’unica persona che possiamo chiamare in questo modo è Dio.

Che dire?

In quel passo, Gesù parlava dell’ipocrisia degli scribi e dei farisei. In un articolo su Catholic Exchange, padre William Saunders riassume quello che Gesù stava cercando di fare:

Nostro Signore li punisce perché non danno un buon esempio; per aver creato pesanti fardelli spirituali per gli altri con le loro regole e regolamentazioni; per il fatto di essere altezzosi nell’esercizio del loro ufficio e per il fatto di promuovere se stessi aspirando ai posti d’onore, perseguendo segnali di rispetto e indossando simboli di ostentazione. Fondamentalmente, gli scribi e i farisei avevano dimenticato che erano chiamati a servire il Signore e le persone affidate alle loro cure con umiltà e spirito generoso. In quel contesto, Gesù dice di non chiamare nessuno sulla terra con il titolo di “Rabbì” “Padre” o “maestro”, nel senso di arrogarsi un’autorità che spetta a Dio e di dimenticare la responsabilità di quel titolo.



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Catholic Answers aggiunge una chiarificazione e spiega come “[Gesù] stesse usando un’iperbole (esagerazione per sottolineare un punto di vista) per mostrare agli scribi e ai farisei quanto fossero peccatori e orgogliosi per il fatto di non guardare umilmente a Dio come fonte di ogni autorità, paternità e insegnamento, ponendosi invece come le autorità ultime, le figure paterne, i maestri”.

Questo aiuta a capire perché Gesù stesso a volte usi il titolo “padre” per qualcun altro che non era Dio, tra cui “padre Abramo”, il padre del figliol prodigo e altri padri terreni (cfr. Matteo 10, 37). Gesù avrebbe contraddetto se stesso se avesse inteso una rigida applicazione delle sue parole ai farisei. Il contesto è sempre fondamentale quando si tratta di interpretare dei passi difficili.

Tenendo questo in mente, perché i cattolici chiamano i sacerdoti “padre”?

Nella Chiesa cattolica, i sacerdoti sono sempre stati considerati dei padri spirituali. San Paolo lo ha detto chiaramente quando ha scritto ai Corinzi “Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo” (1 Cor 4,14–15).

Perfino il Papa, fin dalle origini, è stato noto come “papa”, il termine latino per “padre” usato dai bambini.




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Il termine rappresenta la paternità spirituale di tutti i sacerdoti e come noi siamo loro figli nella fede. Essi trasmettono e coltivano la fede e ci consigliano come un padre consiglia il figlio o la figlia. È una delle ragioni per cui la Chiesa occidentale favorisce ancora il celibato nel sacerdozio, permettendo ai sacerdoti la libertà di essere padri spirituali del gregge che Dio ha affidato loro.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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