La Caritas Antoniana punta alla formazione in un villaggio cattolico. Una scuola per sarte rilancerà le loro ambizioni di vita
Sant’Antonio tende le mano alle donne di uno dei Paesi al mondo dove sono più oppresse. In Pakistan la condizione femminile è oggettivamente di subalternità all’uomo. Ma un progetto avallato dai frati di Padova intende far ritrovare loro dignità e ruolo perduto.
Il progetto della Caritas Antoniana prevede la costruzione di un Centro di formazione professionale femminile in un villaggio del Punjab a forte presenza cattolica, minoranza nel Paese (Vatican Insider, 15 giugno).
DOPPIO “STEP”
Così a Khushpur ci sono finalmente donne impegnate a costruire un futuro migliore per i loro figli e soprattutto le loro figlie attraverso la ricerca di un lavoro degno. I frati stanno cercando di metterle nelle condizioni di trovarlo, attraverso una intensa formazione.
Una prima formazione di base che le abilita al ruolo di cittadine come primo step. L’offerta di imparare un mestiere che dia loro l’opportunità di emanciparsi con un lavoro, da poter svolgere in famiglia o in piccoli laboratori, il secondo passaggio.
LAVORARE LA SETA
Imparare un lavoro vero, inserito nella tradizione locale. Cioè, sfruttando gli splendidi tessuti tipici quelle terre d’origine della seta o dei cotoni ricamati, realizzeranno capi di abbigliamento per adulti e bambini insieme all’arredamento casa, acquisendo gli strumenti della professione di sarta in una vera scuola professionale.
Inoltre, potranno frequentare il Centro anche le bambine, che spesso sono costrette a rinunciare alla scuola per paura delle violenze.
LA COSTRUZIONE DEL CENTRO
I Frati di Padova, attraverso la Caritas Antoniana, credono molto in questo Progetto che praticamente parte da zero: occorre innanzitutto costruire un Centro fisico sede alla scuola e quindi fornire l’arredo e l’attrezzatura laboratoriale (macchine da cucire, tessuti ecc.).
«Siamo qui per aiutare i tessitori di speranza», scrive padre Giancarlo Zamengo sul Messaggero di Sant’Antonio di questo mese. «Solo loro possono sapere di che cosa hanno bisogno. Tra le tante cose immediate da fare, due danno un sollievo immediato alla gente: rafforzare i più poveri dei poveri, che sono le donne delle minoranze e dare a chi vive nell’ingiustizia la possibilità di difendersi».
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“L’OBOLO DELLA VEDOVA”
A loro i Frati hanno parlato chiaro, scrive ancora Vatican Insider, non arriveranno i soldi dei ricchi, che concedono qualcosa del tanto superfluo con noncuranza, l’aiuto sarà piuttosto «l’obolo della vedova», l’offerta del pensionato, della famiglia con un membro disoccupato che magari fatica a giungere a fine mese, ma che, nello spirito evangelico decide di condividere quel poco che ha. E così, man mano, quelle donne potranno realizzare il loro sogno.
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