“Questa pazza età di ombre e inquietudini sa anche brillare di luci sbilenche e irresistibili e per questo bisogna godersela”.Gli puzzano i piedi tantissimo. e anche le ascelle. ma di più i piedi.
Si controlla gli addominali in continuazione, con fierezza e compiacimento.
Passa ore in bagno.
Riceve 6.000 messaggi whatsapp al minuto.
Vive in un mondo suo.
Ha scatti di insofferenza improvvisi e immotivati.
Suarda il prossimo con disprezzo quando è di cattivo umore. con compassione quando è in buona.
Si crede superman.
Si crede la piccola fiammiferaia.
Ha bisogno di essere lasciato in pace.
Ha bisogno di attenzione.
però nell’arco degli stessi 30 secondi.
È respingente e ispido.
è bisognoso d’affetto e soffocante.
“Lo sai che mi dà fastidio” ti risponde quando lo accarezzi.
“Tu non mi vuoi bene” ti dice quando lo ignori.
Si irrita se fai domande.
Si mortifica se non gliene fai.
Ascolta musica inascoltabile a tutto volume. e non si capacita quando dici che deve abbassare, anzi preferibilmente spegnere.
Vive dentro le serie tv. ma quello lo faresti anche tu se avessi più tempo quindi ti limiti a invidiarlo.
legge solo con una pistola puntata alla testa. ma qualche volta, di rado, gli piace.
Sbuffa, brontola, protesta, si lamenta, sbotta. poi ride. da solo. e tu pensi che sia fuori di testa. o forse solo adolescente.
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Poi capita che stai preparando la cena, tranquilla, in cucina. peli patate, grattugi parmigiano, impasti polpette, pensando ai fatti tuoi.
e lui arriva, con le sue spalle larghe, la sua altezza smisurata e quella fisicità scomposta e ingombrante che occupa ogni spazio.
“Ferma lì, mamma. smetti di fare qualsiasi cosa tu stia facendo!”
“Cosa c’è, hobbit grande?”
“Ferma ho detto! ferma!”
“Aspetta che mi sciacquo le mani. ma si può sapere che…”
“Shhhhh! mamma, shhhhhh! rilassati. vieni qui. dobbiamo fare una cosa noi due. immediatamente”
“Mah…”
“Shhhh. stai buona”
“Mi spieghi cosa…”
“Fai la brava, ho detto. ascolta e seguimi! shhhh”.
E ti ritrovi a ballare un lento, in cucina, con tuo figlio quattordicenne e la sua musica. perché lui ha deciso che è urgente. subito. qui ora. mamma, balliamo. è tanto tempo che non lo facciamo.
E un po’ si balla ma poi si finisce a terra, piegati dal ridere, in due, uno sopra l’altro, sulle piastrelle grigie della cucina, tra le patate e le carote e le polpette, a pensare che in fin dei conti questa pazza età di ombre e inquietudini sa anche brillare di luci sbilenche e irresistibili e per questo bisogna godersela.
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