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5 Santi che sono morti bambini

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Philip Kosloski - pubblicato il 12/05/17
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Questi giovani hanno molto da insegnarci, non importa quanto siamo adultiMolti dei grandi santi della Chiesa non erano illustri vescovi o papi, ma erano anzi soltanto dei bambini.

Ci insegnano che la chiave della santità risieda nel farsi piccoli e nell’avere, nei confronti del nostro Padre celeste, una fiducia come quella dei bambini. Gli adulti possono avere orgoglio e mostrare maggiori difficoltà ad accettare la volontà di Dio, ma i bambini non hanno questo impedimento e la loro fede può essere di grande ispirazione.

 Ecco cinque santi che, sin dalla più tenera età, si sono dedicati a Dio e sono entrati nel regno celeste prima di raggiungere la maturità.

San José Luis Sánchez del Río

Il piccolo José frequentava la scuola quando, nel 1926, scoppiò la “guerra cristera”. I suoi fratelli si unirono volentieri ai ribelli, e anche José volle farlo. Disse di voler dare la propria vita per Gesù Cristo, e capì che sarebbe potuto morire facilmente sul campo di battaglia. Il generale permise a José di essere il portabandiera della truppa. Catturato durante una battaglia, i soldati gli fecero pressione affinché rinunciasse alla sua fede cristiana. José si rifiutò fermamente, la qual cosa fece infuriare i soldati. Gli spellarono le piante dei piedi, e lo fecero camminare senza scarpe verso il cimitero. Mentre lui continuava a gridare “Viva Cristo Rey!” (Viva Cristo Re!), il comandante lo finì con un colpo di pistola. José morì all’età di 14 anni, per non aver rinunciato alla sua fede.



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Santi Francisco e Jacinta Marto

Pastorelli analfabeti, Francisco e Jacinta furono testimoni delle apparizioni di Nostra Signora di Fatima nel 1917. Rimasero profondamente colpiti dalle apparizioni, e ben presto offrirono la propria vita come sacrificio vivente a Dio per i poveri peccatori del mondo. Dopo le apparizioni entrambi i fratelli furono vittime della pandemia di influenza spagnola, diffusasi dopo la Prima Guerra Mondiale. Soffrirono molto. Jacinta reagì alle sofferenze dicendo: “La Madonna vuole che io vada in due ospedali: ma non sarà per guarire, bensì per soffrire di più, per amore di Nostro Signore e per i peccatori”. Francisco morì all’età di 10 anni, mentre Jacinta morì a 9 anni.



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San Domenico Savio

Allievo di San Giovanni Bosco, Domenico è cresciuto nella santità sin da piccolo. Già a 4 anni diceva le sue preghiere quotidiane con devozione e ricordava ai suoi genitori di pregare quando si dimenticavano di farlo. A 5 anni aiutava a Messa come accolito, e gli fu permesso di ricevere la Santa Comunione all’età di 7 anni, una novità per l’epoca. Domenico disse in seguito riguardo alla sua Prima Comunione: “È stata la giornata più felice e meravigliosa della mia vita”. Più di ogni altra cosa desiderava seguire la volontà di Dio: “Non sono in grado di fare grandi cose, ma voglio che tutto ciò che faccio, anche la cosa più piccola, sia per la maggior gloria di Dio”. Era molto fragile, e presto la sua salute si aggravò; morì all’età di 14 anni.



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Beata Imelda Lambertini

Attratta dalla vita religiosa in età precoce, Imelda chiese di diventare domenicana quando aveva 9 anni. I suoi genitori erano sorpresi, ma vedendone la devozione e l’amore per Dio, le permisero di vivere nel vicino monastero. Lì le fu permesso di indossare l’abito dominicano e seguire lo stile di vita delle suore. Il suo grande desiderio era di ricevere Gesù nella Santa Eucaristia, ma all’epoca l’età per la ricezione della Comunione era di 14 anni. Ma lei insisteva, e talvolta chiedeva alle suore: “Ditemi, è possibile fare la Comunione e non morire di gioia e di amore?” Le fu nuovamente negata di ricevere l’Eucaristia, ma dopo la festa dell’Ascensione Imelda fu vista in chiesa inginocchiata davanti a un’ostia sospesa nell’aria. Il prete, vedendo il miracolo, lo intese come un segno e diede ad Imelda la sua prima comunione. Con un sorriso sul viso, Imelda morì pochi istanti dopo. Aveva solo 11 anni. La sua festa ricorre il 13 maggio, e lei è la patrona di coloro che ricevono la Prima Comunione.



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[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]