Passeggiare in un cimitero è tetro? Assolutamente no, è educativoPasseggiare nei cimiteri può essere molto educativo, ancor più se ci si trova a Roma. Se ne possono visitare vari, ma il Cimitero Monumentale del Verano è quello che presenta senz’altro la maggior ricchezza a livello di arte, cultura e storia.
Si chiama “Verano” perché venne costruito sull’antico campo dei Verani, gens senatoria (senatori) dei tempi della Repubblica romana.
Ha ormai più di venti secoli ed è sempre stato un luogo di sepoltura. Vi si trovano le catacombe di Santa Ciriaca, ed è lì che è stato sepolto San Lorenzo, sulla cui tomba vennero poi costruiti la basilica e il monastero.
L’area è di 81 ettari, e quindi è molto facile perdersi. C’è anche un servizio di trasporto urbano che percorre le varie zone del cimitero per permettere di arrivare da una parte all’altra. È impossibile percorrerlo a piedi in un unico giorno, e per questo il Comune di Roma ha ideato vari itinerari per facilitare le visite.
I percorsi sono undici. Scegliete quello che suscita maggiormente il vostro interesse:
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Quandi ho visitato il cimitero, in realtà, non sapevo che fosse così organizzato. Ci sono andata per curiosità, perché sapevo che oltre ad essere un luogo sacro era un bene culturale di Roma, e anche perché cercavo la tomba dell’“indio santo”, il beato Zeffirino Namuncurá (anche se i suoi resti sono stati riportati in Argentina c’è ancora il monumento, come c’è quello a Maria Montessori).
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A colpirmi di più, oltre alla bellezza di tanti monumenti, è stata la parte dedicata ai neonati o ai bambini ancora non nati. I genitori e i familiari li ricordano portando fiori e giochi e ornano la tomba per il compleanno con palloncini e biglietti. È la zona più colorata del cimitero.
In un’altra zona si trovano i caduti delle guerre, soprattutto della II Guerra Mondiale. In vita queste persone erano in conflitto per ideologie politiche o convinzioni, e ora si trovano unite sotto la stessa terra. Una riflessione che porta a capire l’inutilità delle guerre.
Quella al Verano è stata una visita nella quale ho imparato moltissimo, e tornerò sicuramente per seguire alcuni itinerari, senza dimenticare di portare dei fiori per la prima tomba che incontrerò, come fa papa Francesco ogni 2 novembre. Non ho familiari in quel cimitero, ma ci sono sempre anime che hanno bisogno di preghiere.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]