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«Dove c’è umiltà c’è misericordia»: le meditazioni di Kiko Argüello

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Silvia Lucchetti - Aleteia - pubblicato il 19/11/16
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Il testamento spirituale dell’iniziatore del Cammino Neocatecumenale attraverso il libro che raccoglie le sue “annotazioni” dal 1988 al 2014È uscito per i tipi della Cantagalli “Annotazioni 1988-2014”, il nuovo libro di Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale insieme a Carmen Hernández, tornata alla casa del Padre il 19 luglio scorso all’età di 85 anni. Kiko e padre Mario Pezzi sono i responsabili a livello mondiale del Cammino Neocatecumenale, nato negli anni ’60 tra i poveri, i baraccati di Palomeras Altas nella periferia di Madrid, oggi “diffuso in 900 diocesi di 105 nazioni, con oltre ventimila comunità in seimila parrocchie, circa cinquecentomila persone solo in Italia” (Corriere della Sera).

LE RADICI DELLA FECONDITÀ DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE

Nella presentazione del libro il cardinale Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid e presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, sottolinea che…

«Il Cammino Neocatecumenale affonda le sue radici nel Concilio Vaticano II. È un carisma vigoroso, esteso in tutto il mondo e molto fecondo in frutti di conversione personale e di rinnovamento della Chiesa. (…)L’evangelizzazione nel nostro tempo, la “Nuova Evangelizzazione”, l’iniziazione cristiana e il catecumenato, radicati nel Concilio Vaticano II, si sono dispiegati in modo originale e profondo nel Cammino Neocatecumenale. Il catecumenato è attualmente, come nella Chiesa antica, il metodo dell’evangelizzazione, della conversione personale e della formazione della comunità cristiana. (…)Nel Cammino Neocatecumenale la proclamazione della Parola di Dio e la celebrazione dell’Eucaristia si rafforzano mutuamente. Un’autentica evangelizzazione richiede che si uniscano vitalmente Parola di Dio, Sacramenti ed esistenza concreta delle persone. (…) Il Cammino Neocatecumenale è immensamente fecondo in vocazioni sacerdotali e religiose, senza averle come finalità specifica. Quanti matrimoni e famiglie sono stati ricostruiti dal Vangelo ascoltato nella comunità! Quanto è efficace la trasmissione della fede cristiana ai figli nelle famiglie!»

NON FARE IL BENE PER PAURA DELLA VANITÀ VIENE DAL DEMONIO

Dopo aver dato alle stampe nel 2013 “Kerigma. Nelle baracche tra i poveri” (San Paolo edizioni) libro in cui Kiko Argüello racconta la sua storia e la nascita del Cammino Neocatecumenale, il nuovo testo raccoglie “pensieri, riflessioni, massime, ricordi, considerazioni, appunti, soliloqui, preghiere” scritte dal 1988 al 2014. L’autore afferma nell’introduzione che, temendo di rincorrere soltanto la sua vanità, ha sempre rifiutato l’idea di pubblicare questi pensieri nati in quasi trent’anni di evangelizzazione e catechesi insieme a Carmen Hernández e padre Mario Pezzi.

«Ora che pubblico queste annotazioni – perché mi è stato chiesto con insistenza – torno a ricordare ciò che mi disse una volta un anziano sacerdote: “Non smettere mai di fare il bene per paura della vanità, perché questo viene dal demonio”. Quale bene, in questo caso? Proclamare la gloria di Dio, dando testimonianza del suo amore gratuito e della sua fedeltà incondizionata a me che, come si potrà comprovare, sono inadeguato, indegno, inutile, infedele…».

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Le 506 annotazioni contenute nel libro, sono “piccoli frammenti letterari” che possono essere letti in ordine sparso perché non ordinati per materie e categorie. Il lettore può gustare le riflessioni soffermandosi dove desidera e compiendo balzi avanti e indietro.

«Sono riflessioni che prendono spunto da un avvenimento, una convivenza o un incontro; sono appelli spirituali di annuncio o di denuncia; mozioni o chiamate alla speranza in cui si sente coinvolto il lettore: a volte sono confidenze audaci che sgorgano dall’anima dell’autore; altre sono una sorta di inni o salmi, di suppliche ardenti e di vibrante azione di grazie a Dio».

LA VIRTÙ DELL’UMILTÀ AL TEMPO DEL NARCISISMO

Abbiamo pensato di scegliere per i nostri lettori alcuni pensieri sull’umiltà perché oggi, più che mai, pare che l’uomo sia accecato dal peccato della superbia: crede di potersi autodeterminare, di poter disporre del dono della vita e di poter decidere della morte, di usare la scienza per manipolare la natura dell’essere umano, di soddisfare incondizionatamente ogni desiderio perfino quando mina il diritto dell’altro, del più debole. L’uomo moderno ha la tentazione di farsi Dio, di mettersi al Suo posto, senza più nemmeno il bisogno di costruirsi un vitello d’oro, un idolo da adorare, se non narcisisticamente egli stesso. Allora, come pregava San Filippo Neri nell’ultima tappa della visita alle Sette Chiese domandando “La virtù dell’Umiltà contro il vizio della Superbia, ed il dono della Sapienza”, anche noi possiamo meditare questi pensieri pregando Dio di sradicare dal nostro cuore “il maledetto vizio della Superbia, origine di ogni male” e di piantarvi “la virtù della santa Umiltà, radice di ogni bene”.

COS’È L’UMILTÀ PER IL CRISTIANO?

. Corona del cristiano è l’umiltà.

. Non c’è nulla di più alto sulla terra che l’umiltà.

. Il sigillo che ci marca “di Cristo” è l’umiltà.

. Cos’è l’umiltà? La verità.

. Che significa essere umile? Preferire l’amore di Cristo a tutto il resto.

. Cos’è essere umile? Accogliere con intima allegria il disprezzo e le offese per amore a Gesù.

. Cos’è avere umiltà? Fare del bene a coloro che ti hanno fatto del male.

. Cos’è l’umiltà? Essere, al di sopra di tutte le cose, uno nell’Uno.

. Tutto ciò in cui c’è Dio è umile.

. Sali a Dio scendendo i gradini dell’umiltà.

. Il cristiano è fatto grande dall’essere umile.

. Cosa ci attira della natura? La sua perfezione? La sua forza? La sua bellezza? La sua quietudine? La sua umiltà e la sua obbedienza. Le aneliamo perché ci mancano. Esse ci parlano di Dio.

I FRUTTI DELL’UMILTÀ

. Ricorda, figlio mio, che prima di tutto e soprattutto hai bisogno di umiltà, poiché essa vince l’avversario e distrugge tutto ciò che proviene dal nemico.

. Colui che è umile è obbediente.

. Colui che è umile perdona prima che gli chiedano perdono.

. Colui che è umile non tiene conto del male, lo comprende.

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. Colui che è umile conosce le trappole del nemico e sa che in qualsiasi momento possiamo giudicare, avere gelosia, pensare male…; perciò tutto scusa.

. Quando ti perseguitano, figlio mio, ricorda che è meglio essere perseguitato che perseguitare. Quando ti umiliano, ricorda che è meglio essere umiliato che umiliare. E rallegrati.

. Concedimi, Signore, di amare i miei nemici, di non resistere al male. Dammi della tua tenerezza, della tua immensa umiltà. Sempre mi incoraggi, dal di dentro, non mi giudichi mai, mi vuoi bene, mi dici: “Coraggio”!

. Tu mi ridai sempre bene per male. Benedetto sia il tuo nome, Signore. La tua santità, la tua bontà, la tua umiltà, la tua mansuetudine, il tuo amore infinito, pieno di tenerezza… ed io miserabile, essere perverso e ingrato. Aiutami a volerti bene, ad essere mansueto, umile, paziente, a ricambiare bene per male.

. Soltanto l’umiltà ci permette di vedere, dalla sua “altezza”, la grazia e il perché di certe cose che ci accadono.

. Se Dio ti concede la santa umiltà di Cristo, sarai felice.

. È inutile scappare: la tentazione mi si presenta ovunque. Grazie ad essa devo ricorrere costantemente a Te. Se cadi, rialzati. Lotta! Prega. Umiliati! Combatti. Diventerai saggio e potrai aiutare gli altri.

«DOVE C’È UMILTÀ C’È MISERICORDIA»

«Dove c’è umiltà, c’è misericordia», questa annotazione dell’autore si presta mirabilmente a farci riflettere a poche ore dalla conclusione dell’Anno Santo, su uno dei profondi significati della misericordia, in questo tempo in cui il più grande peccato dell’uomo sembra essere rappresentato dalla superbia. Kiko Argüello dimostra di essere ben consapevole di quanto grande sia questa tentazione, e anche per questo innalza l’invocazione che chiude la sua introduzione al libro:

«Se queste annotazioni possano aiutare qualcuno, sia benedetto Dio. Ciò che, sì, spero è che il lettore, per intercessione della Santissima Vergine Maria, che ha ispirato e guida il Cammino Neocatecumenale, mi raccomandi alla misericordia di nostro Signore Gesù Cristo, perché mi salvi. Pregate per me che sono un peccatore».

 

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