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4 santi che hanno servito nell’esercito

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Philip Kosloski - pubblicato il 14/11/16
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Nel Veterans Day ricordiamo anche le persone sante che hanno scelto di essere un faro di luce in mezzo alla guerraL’11 novembre di ogni anno negli Stati Uniti si festeggia il Veterans Day, il giorno in cui il Paese onora i veterani di guerra che hanno servito nelle Forze Armate statunitensi. La storia della festa nazionale risale al 1918, quando nacque come Giorno dell’Armistizio.

In questo giorno, all’11ma ora dell’11mo giorno dell’11mo mese del 1918, venne dichiarato un armistizio, o cessazione temporanea delle ostilità, tra le Nazioni alleate e la Germania nella I Guerra Mondiale, poi nota come ‘la Grande Guerra’.

Commemorato come Giorno dell’Armistizio a partire dall’anno successivo, l’11 novembre divenne una festa federale legale negli Stati Uniti nel 1938. A seguito della II Guerra Mondiale e della Guerra di Corea, il Giorno dell’Armistizio è diventato il Veterans Day, una festa dedicata ai veterani americani di tutte le guerre.

È una giornata in cui ringraziamo tutti coloro che hanno servito il nostro Paese, ma preghiamo anche di vivere un giorno in un mondo senza guerre.


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Il Catechismo afferma che “il quinto comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana. A causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca, la Chiesa con insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché la bontà divina ci liberi dall’antica schiavitù della guerra. Tutti i cittadini e tutti i governanti sono tenuti ad adoperarsi per evitare le guerre” (CCC, nn. 2307-2308).

Allo stesso tempo, “fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un’autorità internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa” (CCC, n. 2308).

È una questione complicata, che la Chiesa ha dovuto affrontare nel corso dei secoli. Negli anni ci sono stati molti uomini e molte donne santi che hanno dovuto discernere quale fosse il modo migliore di agire di fronte al conflitto armato. Ecco quattro esempi di santi che attraverso il servizio militare hanno scelto di essere un faro di luce in mezzo alla guerra.

Santa Giovanna d’Arco

Da giovane, Giovanna sentì la voce di San Michele, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Margherita d’Antiochia che le dicevano di “essere buona” e di “andare in chiesa”. Crescendo, tuttavia, queste voci iniziarono a indirizzarla verso la guerra tra Francia e Inghilterra, dicendole che doveva aiutare il re Carlo VII a mantenere il trono a Reims e guidare l’esercito francese in battaglia.

Assumendo questa missione, Giovanna allontanò prostitute, giocatori d’azzardo e altri personaggi che distraevano i soldati scoraggiati ed esortò questi ultimi ad accostarsi alla confessione e ad andare a Messa. La leadership e i consigli di Giovanna aiutarono i francesi a vincere battaglie decisive del conflitto. Alla guida dell’esercito o in battaglia, portava solo uno stendardo con le iniziali di Gesù e Maria, e rifiutava di toccare una spada.

San Maurizio

Nel III secolo, Maurizio progredì nei gradi militari diventando la guida della legione tebana nell’esercito romano, comandando più di 6.000 soldati. In base ad alcuni resoconti, l’intera legione era composta da soldati cristiani.

Quando la legione venne chiamata ad assistere l’imperatore Massimiano in un’offensiva in Gallia, ai soldati venne ordinato di offrire sacrifici agli dei romani. Maurizio e i suoi uomini promisero fedeltà a Roma, ma rifiutarono di adorare i falsi dèi. Massimiano all’inizio cercò di influenzarli facendo uccidere ogni decimo uomo, ma non funzionò, e alla fine l’imperatore decise di uccidere l’intera legione perché aveva disobbedito ai suoi ordini. Maurizio e i suoi compagni furono fedeli a Cristo fino alla fine.

Beato Rupert Mayer

Nel 1914 Mayer si offrì per essere cappellano durante la I Guerra Mondiale per l’esercito tedesco. Dopo aver servito in un ospedale militare, Mayer chiese di essere inviato in prima linea per far fronte alle necessità spirituali dei soldati in battaglia.

Mayer strisciava sul terreno passando di soldato in soldato, amministrando i sacramenti e offrendo consigli nel bel mezzo della carneficina. Perse la gamba a causa di una granata, e da allora divenne noto come il “sacerdote zoppo”. Nel 1915 la Germania gli conferì la Croce di Ferro per il suo coraggio, primo cappellano a ricevere un’onorificenza di questo tipo.

Quando Hitler assunse il potere, Mayer predicò contro le sue tante azioni odiose, e la Gestapo gli intimò di starsene tranquillo. L’avvertimento non lo fermò, e come risultato venne imprigionato varie volte e trascorse del tempo in un campo di concentramento. Morì dopo la guerra mentre celebrava la Messa nel giorno di Tutti i Santi.

Servo di Dio Emil Kapaun

Padre Kapaun divenne cappellano dell’Esercito statunitense nel 1944 e venne mandato in Oriente per far fronte alle necessità dei soldati in India. Dopo un breve intervallo di inattività, venne mandato in Giappone nel 1950 e poi servì come cappellano nella Guerra di Corea alla fine dello stesso anno.

Durante la guerra, Kapaun si guadagnò una reputazione per il suo coraggio nell’assistere i soldati in battaglia. Durante la battaglia di Unsun, il 2 novembre dello stesso anno, scelse di rimanere con un gruppo di uomini feriti piuttosto che fuggire, e venne fatto prigioniero di guerra. Costretto a marciare per 100 chilometri verso il campo di concentramento al freddo, padre Kapaun portò i suoi compagni feriti e incoraggiò gli altri a fare lo stesso. Nei sette mesi della sua prigionia, il sacerdote si spese in un eroico servizio nei confronti degli altri prigionieri, indipendentemente da razza, colore e credo, offrendo loro aiuto e speranza quando ne avevano più bisogno.


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Al sacerdote è stata conferita la Medaglia d’Onore postuma nel 2013, e attualmente è in corso la sua causa di canonizzazione.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]